Abulafia e i segreti della Torah/Introduzione 1: differenze tra le versioni

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{{Abulafia e i segreti della Torah}}
{{Immagine grande|Abulafia ecstatic-kabbalah.jpg|550px|<smalldiv style="font-size:smaller">[[w:Abramo Abulafia|Abramo Abulafia]] e la Cabala estatica (rappresentazione artistica)</smalldiv>}}
 
= INTRODUZIONE: SEGRETEZZA E MAIMONIDEISMO =
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Mircea Eliade articola una tendenza contraria a quella di Strauss. Considera il tipo di religione mitica e arcaica come la forma più autentica di vita spirituale, antitetica alle religioni monoteiste successive che immaginava fossero fondate su una propensione ad attribuire importanza agli eventi della storia piuttosto che ai miti cosmologici.<ref>Si veda Moshe Idel, ''Mircea Eliade: From Magic to Myth'' (New York: Peter Lang, 2014).</ref> Eliade propone l'evoluzione storica della religione come un tentativo estatico-orgiastico di superare il tempo lineare mediante miti e rituali. La nostra attuale visione lineare del tempo, in questa prospettiva, è uno sviluppo negativo perché è essenzialmente accompagnata da un processo di demitizzazione, caratteristica dell'approccio giudaico-cristiano, che è fortemente connesso ad un'apoteosi della storia. Altrettanto cruciale per l'approccio accademico di Eliade, così come per alcune delle sue opere letterarie, è l'assunto che il sacro si mimetizzi nel profano (e talvolta nel banale) e che la sua presenza, tracce, o segreti, debbano essere decifrati per mezzo dell'[[w:ermeneutica biblica|ermeneutica]], che egli usava raramente e delineava solo in termini generali e vaghi.<ref>Moshe Idel, "The Camouflaged Sacred in Mircea Eliade’s Self-Perception, Literature, and Scholarship",
in ''Hermeneutics, Politics, and the History of Religions: The Contested Legacies of Joachim Wach and Mircea Eliade'', curr. Christian K. Wedemeyer e Wendy Doniger (New York: Oxford University Press, 2010), 159–95. Sebbene ci siano delle differenze tra il primo pensiero di Eliade e quello suo successivo, che qui non ci deve preoccupare, questo approccio rimase sempre fondamentale.</ref>
[[File:Leo Strauss USA 1939.jpg|240px|thumb|<smalldiv style="font-size:smaller">[[w:Leo Strauss|Leo Strauss]] (1939)</smalldiv>]]
[[File:Mircea Eliade young.jpg|240px|thumb|<smalldiv style="font-size:smaller">[[w:Mircea Eliade|Mircea Eliade]] (1933)</smalldiv>]]
[[File:Gershom Scholem 1935 (cropped).jpg|240px|thumb|<smalldiv style="font-size:smaller">[[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]] (1935)</smalldiv>]]
Le teorie della dissimulazione sono presenti nel pensiero di questi due studiosi in modo piuttosto significativo ma opposto. Possono essere intesi come rappresentanti di due diverse mentalità, riflettendo una famosa opposizione formulata da [[w:Karl Jaspers|Karl Jaspers]]: Strauss rappresenta la mentalità assiale ed Eliade la mentalità preassiale. In altre parole, mentre Strauss abitava un universo intellettuale e abbracciava una critica lontana e implicita dell'essenza dell'ordine sociale e politico ordinario, Eliade credeva personalmente, soprattutto nella sua giovinezza, in quello che io chiamo un universo magico. Questo universo magico è un tipo di realtà – pieno di omologie cosmiche, corrispondenze, segreti e simpatie – che è il luogo di eventi straordinari e miracoli che riflettono una realtà ontologicamente porosa, e non solo antiche credenze religiose.<ref>Si veda Idel, ''Mircea Eliade'', Introduction. Si veda anche il [[Abulafia e i segreti della Torah/Persecuzione e segreti 3|Capitolo III.3]].</ref>
 
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Uno sforzo per leggere alcune delle discussioni di Abulafia nel modo raccomandato da [[w:Leo Strauss|Strauss]] può contribuire a una migliore comprensione dell'aspetto esoterico degli scritti di questo cabalista, così come quello della sua opera in generale. Queste forme di esoterismo differiscono notevolmente dal tipo di esoterismo che si trova nella stragrande maggioranza degli scritti appartenenti alla nascente Cabala del XII secolo, un fatto che distingue abbastanza nettamente sia il contenuto che la retorica dei segreti di Abulafia da quelli dei primi cabalisti.<ref>Più vicini ad Abulafia nei modi di espressione e nei metodi numerici, ma non nel loro contenuto filosofico, sono alcuni degli scritti dei fratelli castigliani ha-Kohen, uno dei quali influenzò anche Abulafia. Si veda Idel, "Sefer Yetzirah and Its Commentaries in the Writings of Rabbi Abraham Abulafia", ''Tarbiz'' 79 (2011):519–27. Su questo circolo di cabalisti, cfr. Daniel Abrams, "‘The Book of Illumination’ of Rabbi Jacob ben Jacob HaKohen: A Synoptic Edition from Various Manuscripts" {{he}} (tesi PhD, New York University, 1993).</ref> Quest'ultimi trattavano dei segreti del reame divino e della relazione dei comandamenti con i poteri superni o la fonte dell'anima all'interno del mondo divino e le sue vicissitudini in questo e nell'altro mondo; entrambi questi approcci nomiani furono fatti in relazione ai comandamenti.<ref>Si vedano in partic. gli studi di Idel sulle prime forme di esoterismo cabalista dal punto di vista retorico e di contenuti: "The Kabbalistic Interpretations of the Secret of Incest in Early Kabbalah" {{he}}, ''Kabbalah'' 12 (2004): 89–199; "Sitre ʿArayot in Maimonides’ Thought", in ''Maimonides and Philosophy'', 84–86; "Commentaries on the Secret of ʿIbbur in 13th-Century Kabbalah and Their Significance for the Understanding of the Kabbalah at Its Inception and Its Development" {{he}}], ''Daʿat'' 72 (2012):5–49; 73 (2012):5–44; "The Secret of Impregnation as Metempsychosis in Kabbalah", in ''Verwandlungen: Archaeologie der literarischen Kommunikation'' 9, curr. Aleida Assmann & Jan Assmann (Monaco: Fink, 2006):349–68; e "The Jubilee in Jewish Mysticism", in ''Millenarismi nella cultura contemporanea'', cur. Enrico I. Rambaldi (Milano: F. Angeli, 2000):209–32. Per i testi originali in ebraico, alcuni ancora in forma manoscritta, che sono stati tradotti nell'ultimo studio, cfr. Joseph Kaplan, cur., ''Šilhei Meʾot—Qiṣam šel ʿIdanim'' (Gerusalemme: Shazar Center, 2005):67–98, e "Secrets of the Torah in Abraham Abulafia." L'affermazione di idel riguardo ad alcuni di questi studi, che ci sia una notevole differenza tra l'esoterismo della scuola nahmanidea da un lato e ciò che si può riscontrare tra i seguaci di Rabbi Isacco il Cieco su questa materia dall'altro. In merito si veda Idel, "We Have No Kabbalistic Tradition on This", in ''Rabbi Moses Nahmanides (Ramban): Explorations in His Religious and Literary Virtuosity'', cur. Isadore Twersky (Cambridge, MA: Harvard University Press, 1983): 51–73. Su esoterismo e essoterismo nella Cabala in termin i più generici, si veda Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 253–56. Per altri studi sull'esoterismo del XIII secolo, cfr. Harvey J. Hames, "Exotericism and Esotericism in Thirteenth Century Kabbalah", ''Esoterica'' 6 (2004):102–12; Daniel Abrams, "The Literary Emergence of Esotericism in German Pietism", ''Shofar'' 12, no. 2 (1994) 67–85, e la sua versione in {{he}}, "Esoteric Writing in Ashkenaz and Its Transition to Spain", ''Maḥanayyim: A Quarterly for Studies in Jewish Thought and Culture'' 6 (1993):94–103. Per la segretezza ai tempi di Abulafia, cfr. Hartley Lachter, "The Politics of Secrets: Thirteenth-Century Kabbalah in Context", ''JQR'' 101 (2011):502–10; Lachter, "Jews as Masters of Secrets in Late Thirteenth-Century Castile", in ''The Jew in Medieval Iberia: 1100–1500'', cur. Jonathan Ray (Boston: Academic Studies Press, 2012):286–308, come anche Lachter, ''Kabbalistic Revolution: Reimagining Judaism in Medieval Spain'' (New Brunswick, NJ: Rutgers University Press, 2014), partic. 8–26, 28–35, 37–43.</ref>
 
[[File:Psalterium-Ibn-Ezra.jpeg|thumb|right|240px|<smalldiv style="font-size:smaller">Miniatura francese raffigurante [[w:Abraham ibn ‛Ezra|Abraham ibn Ezra]] che usa un [[w:astrolabio|astrolabio]] mentre gli vengono mostrati manoscritti arabi (in caratteri ebraici) di [[w:astrologia|astrologia]] (1235)</smalldiv>]]
Inutile dire che, a mio avviso, né questi segreti né quelli di Abulafia costituiscono l'affioramento dei contenuti degli antichi segreti ebraici citati nelle fonti rabbiniche o il loro fedele proseguimento con poche modifiche. Tuttavia, direi che una tale continuazione si trova, ''mutatis mutandis'', nella teoria dell'identificazione della Torah e della divinità come strutture antropomorfiche concepite come un segreto (''raz'') nella letteratura ''[[w:Heikhalot|Heikhalot]]'';<ref>Si veda per esempio, Idel "The Concept of the Torah in Hekhalot Literature and Its Metamorphoses in Kabbalah" {{he}}, ''JSJT'' 1 (1981):23–84. Cfr. anche il suo "‘In a Whisper’: On Transmission of Shi’ur Qomah and Kabbalistic Secrets in Jewish Mysticism", ''Rivista di storia e letteratura religiosa'' 47, nr. 3 (2011):477–85, e "The Image of Man above the Sefirot: R. David ben Yehuda he-Hasid’s Theosophy of Ten Supernal Sahsahot and its Reverberations", ''Kabbalah'' 20 (2009):181–212.</ref> questa continuazione può essere trovata anche nel presupposto che i nomi divini facciano parte di una tradizione esoterica.<ref>Sull'antico esoterismo ebraico relativo a nome divini, si veda Guy G. Stroumsa, ''Hidden Wisdom: Esoteric Tradition and the Roots of Christian Mysticism'' (Leiden: Brill, 1996), 109–31. Cfr. anche Halbertal, ''Concealment and Revelation'', 13–33; Yehuda Liebes, ''God’s Story: Collected Essays on the Jewish Myth'' (Gerusalemme: Carmel, 2008), 163–76; Liebes, "The Work of the Chariot and the Work of Creation as Mystical Teachings in Philo of Alexandria", trad. James Jacobson-Maisels, in ''Scriptural Exegesis: The Shapes of Culture and the Religious Imagination. Essays in Honour of Michael Fishbane'', curr. Deborah A. Green & Laura S. Lieber (Oxford: Oxford University Press, 2009):105–20; Vita D. Arbel, ''Beholders of Divine Secrets: Mysticism and Myth in the Hekhalot and Merkavah Literature'' (Albany, NY: SUNY Press, 2003).</ref> Se ci sono ulteriori temi esoterici antichi nel Medioevo ebraico, sono probabilmente le vestigia delle teorie pitagoriche, mediate principalmente dagli scritti del rabbino '''[[w:Abraham ibn ‛Ezra|Abraham ibn Ezra]]''', come vedremo nella Sezione II di seguito. In ogni caso, non intendo riassumere i risultati in merito a questi argomenti, ma tratterò tipi di segreti alquanto diversi, più in linea con quelli di Strauss.