Storia e memoria/Capitolo 12: differenze tra le versioni

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==== Shlomo Konstein ====
[[File:Yehuda Pen Portrait of the Unknown 1917.jpg|240px|right|thumb|''Giovane ebreo'', di [[:en:w:Yehuda Pen|Yehuda Pen]] (1917)]]
Era un tipico ebreo straordinario. Shlomo Konstein sedeva regolarmente accanto a me nella mia sinagoga didella [[:en:w:Talpiot|Talpiot]],Quartiere aebraico (Gerusalemme)|vecchia Gerusalemme]]. Di tanto in tanto durante i vari dotti discorsi, ad altri intervalli durante le preghiere e durante la passeggiata a casa il venerdì sera, mi raccontava storie avvincenti sulla sua vita, metà in yiddish e metà in inglese con accento australiano, con un forte polacco intrecciato. Andava a letto abbastanza tardi, disse, per essere certo di dormire fino all'indomani mattina. A volte gli incubi lo svegliavano e poi sapeva che non si sarebbe addormentato di nuovo. Non mi descriveva i suoi incubi. Sapendo di aver perso la moglie, la loro unica figlia, sua madre, due sorelle, i loro mariti e figli, e innumerevoli altri parenti e amici durante la Seconda guerra mondiale, e apprendendo che lui stesso era un sopravvissuto a un [[w:Gulag|campo di lavoro siberiano]], non era difficile immaginare la sua vita onirica indotta dal trauma.
 
Iniziai a intervistare Shlomo Konstein per dare un volto umano al quadro macro-europeo della trasformazione ebraica che stavo studiando. Volevo sapere se potevo illustrare i temi del cambiamento tra le comunità ebraiche con approfondimenti qualitativi di diverse persone di origine europea residenti a Gerusalemme. Konstein è stato il mio primo soggetto.