Storia della letteratura italiana/Giovanni Boccaccio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Gian BOT (discussione | contributi)
m Bot: uniformazioni ortografiche
mNessun oggetto della modifica
 
Riga 7:
Sulla vita di Boccaccio ci rimane un'autobiografia di dubbia attendibilità: a oggi non si conoscono esattamente né il luogo né la data di nascita. Il padre, Boccaccio di Chellino, era un agente dei Bardi, una potente famiglia di banchieri fiorentini, e per motivi di lavoro soggiornava spesso a Parigi. Fino all'inizio del Novecento si è quindi ipotizzato che quella fosse la città natale dello scrittore. Studi successivi portano invece a supporre che Boccaccio sia nato tra il giugno e il luglio 1313 a Firenze oppure a Certaldo, il borgo della Val d'Elsa da cui proveniva famiglia. Sembra inoltre che fosse figlio illegittimo e che la madre fosse di umili origini.
 
Riconosciuto dal padre, che nel 1320 si sposerà con Margherita de' Mardoli, trascorre l'infanzia nella casa paterna a Firenze. Qui Boccaccio è allievo di Giovanni Mazzuoli da Strada, padre dell'amico e futuro poeta Zanobi da Strada. Nell'ambiente fiorentino Boccaccio matura una grande passione per la poesia dantesca, scontrandosi con la volontà del padre, che lo avvia agli studi per diventare mercante. Negli anni tra il 15251325 e il 15281328 si trasferisce a Napoli, dove l'occupazione di commesso al banco dei Bardi sollecita in lui un penetrante spirito di osservazione. La sua formazione umana va arricchendosi tra le esperienze nell'ambiente mercantile e nella corte angioina, a cui può accedere grazie all'amicizia di suo padre con Niccolò Acciaiuoli, una delle personalità più influenti nella Napoli del tempo.
 
Negli anni trenta Boccaccio, forte della solida condizione economica garantita dal padre, matura la sua vocazione letteraria. È suggestionato dalle esperienze culturali che incontra nella corte angioina, di cui può consultare i volumi della biblioteca: si appassiona alla cultura latina, alla letteratura cortese proveniente dalla Francia, all'erudizione storica. Scrive in latino ma soprattutto in volgare, lavorando a testi per la corte napoletana. Compone ''La caccia di Diana'' (forse 1334) e il ''Filostrato'' (forse 1335). Dà inoltre forma letteraria alla sua storia d'amore con Fiammetta, protagonista assoluta della sua produzione precedente al ''Decameron''. Per la donna amata, che viene presentata come una figlia del re Roberto, Boccaccio scrive il ''Filocolo'' (1336) e a lei dedica il ''Teseida'' (forse 1340-1341), il primo poema epico in volgare italiano. Nell'ambiente di corte inventa e diffonde inoltre alcuni miti sulla sua vita e le sue origini.