Carmina (Catullo)/01: differenze tra le versioni

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== Il messaggio ==
Lo stile leggiadro e graziato del componimento anticipa ciò che sarà la raccolta di Catullo: un insieme di poesie scritte per diletto, apparentemente di "poco valore" rispetto alle opere politiche e filosofiche del tempo (I secolo a.C.). Scrivendo questa raccolta, il poeta vuole far comprendere ai lettori che la poesia non è uno "strumento", un veicolo didascalico (come nel [[w:De rerum natura|De rerum natura]] di [[w:Tito Lucrezio Caro|Lucrezio]]) o narrativo (come nel [[w:Bellum Poenicum|Bellum Poenicum]] di [[w:Gneio Nevio|Nevio]]), ma è una forma d'arte a stante, per questo definita dallo stesso poeta come cosa di poco conto. Eppure con l'allusione alla "levigatura con la pietra pomice" nel secondo verso Catullo contraddice la sua apparente concezione della poesia: era definito insieme ad altri letterati "''poeta novus''", poeta nuovo, in senso dispregiativo, perché le loro poesie frivole e amoreggianti erano viste contrarie al i grandi costumi dei Romani, antico popolo di guerrieri diventato potenza suprema militare e politica nonchè grande polo culturale del mondo antico. Perciò anche se in apparenza Catullo sminuisce la sua opera, trovandosi d'accordo con i suoi accusatori, questa non è altro che falsa modestia perché dietro questa cosiddetta operetta si cela un grande lavoro, come dimostrano il linguaggio aulico ricco di greicismi, le forme metriche elevate e gli argomenti ripresi dalla cultura alessandrina.
 
[[Categoria:Carmina (Catullo)]]