Ebrei a Caluso - Progetto "Salva una storia"/Capitolo 3: differenze tra le versioni

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I fratelli Kis e Karjo alloggiavano presso l'albergo "Bonne Femme", rinominato durante il fascismo "Buona Fama".
 
[[File:Albergo Bonne Femme Caluso.png|thumb|centre|]]
 
 
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Il regime tentò di reprimere episodi di fraternizzazione fra internati e persone locali, come dimostra un articolo del giornale "La Provincia di Aosta" del 19 gennaio 1942.
 
[[File:La Provincia di Aosta 19 gennaio 1942.png|thumb|centre|]]
 
 
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Con una circolare del 1942 gli ebrei furono precettati al lavoro; la decisione era legata soprattutto allo stato di guerra e alla mancanza di lavoratori nei comuni.
Gli uomini più giovani, di cui si è rinvenuta testimonianza nei registri della fabbrica stessa, furono avviati al lavoro presso l’AFAST, impresa per pantofole fondata nel 1921 da Giuseppe Sabioni. La fabbrica si trovava in Via Doberdò 3, dietro la stazione di Caluso.
 
[[File:Afast Caluso 2.png|thumb|centre|]]
 
 
Le precarie condizioni fisiche e psichiche degli internati furono spesso aggravate da alcune complicazioni sanitarie successivamente insorte, per le quali fu inizialmente negata la possibilità di curarsi. Con il passare del tempo gli ebrei ottennero farmaci e cure necessarie, rivolgendosi al medico di base del Comune e, in caso di situazioni diagnosticate come gravi, sono state rinvenute testimonianze di ricovero negli ospedali più attrezzati.