Storia della filosofia/Henri Bergson: differenze tra le versioni

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==La libertà==
 
Nella sua ultima opera ''Le due fonti della morale e della religione'', Bergson allarga le tematiche centrali del suo pensiero dando loro una prospettiva etica universale. Come nell'evoluzione creatrice, così anche nelle società umane avviene che alcune si blocchino e si fissino in società chiuse, conservatrici, espressioni dell'egoismo individuale: queste però possono essere liberate e rese aperte da una società di uomini liberi e creatori che si compenetrano tra loro. Con l'emozione creatrice essi daranno vita ad una "simpatia" (''sun pathos'', un sentire insieme) una indifferenziata unità di passioni interiori, per spezzare, «''come una carica di cavalleria''», il cerchio ferreo di quelle società che vogliono bloccare lo slancio vitale della civiltà umana.<ref>Les Deux sources de la morale et de la religion (1932), tr. Mario Vinciguerra, ''Le due fonti della morale e della religione'', Comunità, Milano 1947 e SE, Milano 2006 tr. Matteo Perrini, La scuola, Brescia 1996 ; tr. Adriano Pessina, Laterza, Bari-Roma 1998</ref>
 
Queste società sono ora sotto gli occhi di Bergson che assiste nel ghetto di Parigi alle persecuzioni antisemite naziste e a cui egli, proveniente da una famiglia ebraica potrebbe sottrarsi, per invito degli stessi tedeschi, convertendosi al cattolicesimo. Nasconderà invece la sua volontà di conversione spirituale, resa pubblica nel suo testamento, e per solidarietà con i più perseguitati dei francesi farà della sua morte insieme a loro un ultimo atto di libertà.