Ragionamento sull'assurdo/Parte II: differenze tra le versioni

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Gian BOT (discussione | contributi)
m Bot: Correggo errori comuni (tramite La lista degli errori comuni V 1.0)
 
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Sarebbe diverso se non potessimo fare un passo indietro e riflettere sul processo, ma fossimo semplicemente guidati da un impulso all'altro senza autocoscienza. Ma gli esseri umani non agiscono solo di impulso. Sono prudenti, riflettono, soppesano le conseguenze, si chiedono se valga la pena fare quello che stanno facendo. Non solo le loro vite sono piene di scelte particolari che si uniscono in attività più ampie con struttura temporale: decidono anche in termini più ampi cosa perseguire e cosa evitare, quali priorità ci dovrebbero essere tra i loro vari obiettivi e che tipo di persone vogliono essere o diventare. Alcune persone uomini devono affrontare tali scelte a causa delle grandi decisioni che prendono di volta in volta; alcune altre semplicemente riflettendo sul corso delle loro vite come prodotto di innumerevoli piccole decisioni. Decidono chi sposare, quale professione seguire, se aderire al Club Sportivo o al Partito ''XY''; oppure potrebbero semplicemente chiedersi perché continuino a essere commercianti o accademici o tassinari, e poi smettono di pensarci dopo un certo periodo di riflessione inconcludente.<ref name="Bellotti" />
 
Sebbene possano essere motivati dall'atto ad agire per quei bisogni immediati con cui la vita li presenta, consentono al processo di continuare aderendo al sistema generale delle abitudini e alla forma di vita in cui tali motivi hanno il loro posto — o forse solo aggrappandosi alla vita stessa. Spendono enormi quantità di energia, rischi e calcoli sui dettagli. Pensiamo a come un individuo comune si preoccupi del suo aspetto, della sua salute, della sua vita sessuale, della sua onestà emotiva, della sua utilità sociale, della sua conoscenza di sé, della qualità dei suoi legami con la famiglia, dei colleghi e degli amici, quanto faccia bene il suo lavoro , se comprenda il mondo e cosa vi stia succedendo. Condurre una vita umana è un'occupazione a tempo pieno, alla quale ognuno dedica decenni di intenso interesse e pensiero.
 
Questo fatto è così ovvio che è difficile trovarlo straordinario e importante. Ognuno di noi vive la propria vita — vive con se stesso ventiquattro ore al giorno. Cos'altro dovrebbe fare — vivere la vita di qualcun altro? Eppure gli umani hanno la speciale capacità di fare un passo indietro ed esaminare se stessi e le vite in cui sono impegnati, con quel distaccato stupore che viene dal guardare una formica che lotta per salire su un mucchio di sabbia. Senza sviluppare l'illusione di essere in grado di sfuggire alla propria posizione altamente specifica e idiosincratica, possono vederla ''[[w:Sub specie aeternitatis|sub specie aeternitatis]]''<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/sub-specie-aeternitatis ''Sub Specie Aeternitatis''], in ''Treccani.it – Vocabolario Treccani on line'', Istituto dell'Enciclopedia Italiana</ref> — e la visione è al contempo sobria e comica.<ref>L'espressione ''sub specie aeternitatis'' si ritrova anche in [[Baruch Spinoza]] nella sua argomentazione relativa all'identità di Dio e Natura (''[[w:Deus sive Natura|Deus sive Natura]]''):