Il buddhismo cinese/Le scuole/Il Chan/: differenze tra le versioni

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Purtuttavia vi sono fonti autonome da quelle della scuola Chán che accennano alla figura di Bodhidharma e del suo discepolo Huìkě (慧可, 487-593) come lo ''Xùgāosēngzhuàn'' (續高僧傳, T.D. 2060.50.425a-707a) redatto da Dàoxuān (道宣, 596-667) nel 645, e rivisto da lui stesso prima della sua morte, nel 667. In questa opera Dàoxuān parla di un brahmano originario dell'India meridionale che arrivò in Cina per diffondervi le dottrine del Mahāyāna. Giunto per mare a Nanyue, durante la dinastia Song meridionale (420-479), raggiunse da qui la capitale della dinastia Wei settentrionale (384-534), Luoyang, dove cercò di raccogliere, ma senza successo, dei discepoli, incontrando persino maldicenze. Solo in due lo seguirono, Huìkě (慧可, 487-593) e Dàoyù (道育,?-?). A loro trasmise la dottrina del ''Laṅkâvatārasūtra'' (Il Sutra della discesa a Lanka, 楞伽經 pinyin ''Lèngqiéjīng'', giapp. ''Ryōgakyō''), che riteneva più adatta ai cinesi e la tecnica della meditazione del ''bìguān'' (壁觀, guardare il muro<ref>Vi sono molte interpretazioni su questa tecnica. La più diffusa, popolarmente, ritiene che sia una indicazione fisica nel senso di porsi di fronte ad un muro. In realtà secondo numerosi studiosi tale interpretazione è in realtà piuttosto tarda e richiamerebbe il ''miànbì'' (面壁) piuttosto che il ''bìguān'' (壁觀) dove 壁 (''bì'') andrebbe inteso come avverbio, ovvero guardare sé stessi come se si fosse un muro.(Cfr. ad es. Heinrich Domoulin ''Early Chinese Zen Reexamined A Supplement to Zen Buddhism: A History'' Japanese Journal of Religious Studies 1993 20/ 1 pag.33).</ref>) per mezzo della pratica (行入 ''xíngrù'' ) e del principio (理入 '' lǐrù''). Dàoxuān afferma che Bodhidharma morì sulle rive del Fiume Lo il quale, essendo noto come terreno di esecuzioni, fa supporre che fu giustiziato durante le ribellioni del periodo della dinastia Wei settentrionale.
 
Tuttavia ad una attenta lettura, questa biografia presenta alcune contraddizioni: tratta di un maestro di ''dhyana'' che pratica lo "sguardo verso il muro" e che non stima le scritture, mentre contemporaneamente promuove un sutra di origine Cittamatra, il ''Laṅkâvatārasūtra''. È evidente che Dàoxuān opera almeno su due fonti contraddittorie. Da una parte, sulla pratica del ''bìguān'', si rifà allo ''Èrrù sìxíng lùn'' (二入四行論, giapp. ''Ninyū shigyō ron'', Trattato sulle due entrate e le quattro pratiche)<ref>L' ''Èrrù sìxíng lùn'' (二入四行論) unitamente allo '' Xiūxīn yào lùn'' (修心要论, giapp. '' Shūshinyō-ron'', Trattato degli elementi essenziali per coltivare la mente) e al ''Rùdào ānxīn yào fāngbiàn fǎmén'' (入道安心要方便法门, giapp.''Nyudo anjin yo hoben homon'', Insegnamenti fondamentali per il riposo della mente che accede alla Via ) sono ritenute le opere più antiche della scuola Chán.</ref> testo rinvenuto nella grotta n. 17 delle Grotte di Mogao, redatto a partire dagli insegnamenti del maestro intorno al 600 dal discepolo di Bodhidharma (ma più probabilmente un discepolo di Huìkě), Tànlín (曇林, 506–574); dall'altra, per le informazioni sul ''Laṅkâvatārasūtra'', si rifà ad un erede della tradizione Chan, Fǎchōng (法沖, 587?-665)<ref>Fǎchōng è un personaggio che compare nelle ultime stesure del ''Xùgāosēngzhuàn'' da parte di Dàoxuān . Viene descritto come un monaco anti-convenzionale, critico nei confronti di Xuánzàng e delle ordinazioni monastiche, che viveva come un mendicante e coltivava lo studio del ''Laṅkâvatārasūtra''. In questa biografia si sostiene che lo studio del ''Laṅkâvatārasūtra'' era propugnato dallo stesso Huìkě.</ref>. Nella introduzione all'''Èrrù sìxíng lùn'' , Tànlín<ref>Tànlín sarebbe stato anche un sanscritista e studioso, nonché propugnatore, del ''Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra'' (Sutra del ruggito del leone rivolto alla regina Srimala-devi, 勝鬘師子吼一乘大方便方廣經 o 勝鬘經 pinyin ''Shèngmánjīng'', giapp. ''Shōmangyō'', conservato nel ''Bǎojībù'') tradotto in un fascicolo da Gunabhadra nel 436 (T.D. 353.12.217a-223b) e come il ''Laṅkâvatārasūtra'', sutra che espone la dottrina del Tathāgatagarbha.</ref>, indica Bodhidharma come terzo figlio di un re 'brahmano' dell'India meridionale "attraversando montagne e mari"<ref>. Tuttavia, secondo Jeffrey Broughton: «This more historically feasible Bodhidharma came to North China via Central Asia». In ''Bodhidharma''. Encyclopedia of Buddhism. New York, McMillan, 2004, pag. 57.</ref>. Di certo al tempo di Dàoxuān Bodhidharma non era ancora considerato il 28º patriarca indiano del Buddhismo Chán.
 
Altra considerazione importante, e storicamente abbastanza accertata, è che ai tempi di Dàoxuān, sul Monte Dòngshān (東山, Picco o Monte orientale)<ref name="ReferenceA">Il nome di questo Monte lo si deve alla montagna Shuāngfēng (雙峰, Vette gemelle, situato nella parte orientale della provincia di Hubei) di cui rappresenta il Picco orientale.</ref>, nasceva una nuova scuola forse di origine Tiāntái, fondata dai monaci Dàoxìn (道信, 580-651) e Hóngrěn (弘忍, 601-674) e praticante esclusivamente la tecnica del ''dhyāna''. I discepoli di Hóngrěn, Fǎrù (法如, 638-689), Huìān (惠安 o 慧安, 582-709) e Shénxiù (神秀, 606-706), diffusero a Chang'an e a Luoyang le dottrine di questa nuova scuola, avviando la redazione del ''Chuánfǎbǎojì'' (傳法寶紀, giapp. ''Denhō bōki'', T.D. 2838.85.1291) e del ''Lèngqié shīzī jì'' (楞伽師資記, giapp. ''Ryōgashijiki'', T.D. 2837.85.1283-1291) in cui amalgamarono la tradizione monastica di Dòngshān e la tradizione scolastica del ''Laṅkâvatārasūtra''. La nuova scuola buddhista cinese si sviluppò rapidamente e venne denominata come ''Dámózōng'' (達摩宗, dal nome del fondatore) o ''Lèngqiézōng'' (楞伽宗, dal nome del sutra di riferimento). Con la sua diffusione, il fondatore Bodhidharma acquisì conseguentemente le sue caratteristiche leggendarie.