Il buddhismo cinese/Le biografie/Bodhidharma: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Gian BOT (discussione | contributi)
m Bot: aggiunge sommario alle pagine del libro
Gian BOT (discussione | contributi)
m Bot: Correggo errori comuni (tramite La lista degli errori comuni V 1.0)
 
Riga 130:
=== ''Guānxīn lùn'' (觀心論) ===
[[File:Shenxiu.jpg|thumb|Immagine tradizionale di Shénxiù (神秀, 606?-706) fondatore della scuola Chán denominata Beizōng (北宗, Scuola settentrionale) e probabile autore del ''Guānxīn lùn'' (觀心論).]]
È il "Trattato sulla contemplazione della mente" (O "Guardare la mente" giapp. ''Kanjin ron'' T.D. 2833.85.1270-1273) che non va confuso con un'altra opera dallo stesso identico titolo ''Guānxīn lùn'' (觀心論, Vedere la mente, giapp. ''Kanjin ron'', T.D. 1920, 46.584-587) opera di Zhìyǐ (智顗, 538-597) trascritta dal suo discepolo Guàndǐng (灌頂, 561-632) poco prima che il suo maestro morisse. Viene attribuita a Bodhidharma, ma si ritiene sia in realtà opera di Shénxiù (神秀, 606?-706), discepolo di Hóngrěn (弘忍, 601-675) o ad appartenenti alla scuola Chán da lui fondata e conosciuta come ''Beizōng'' (北宗, Scuola settentrionale). È un testo che si sviluppa mediante domande e risposte e che riassume molte dottrine allora dibattute in Cina. Esordisce sostenendo che per raggiungere l'"illuminazione" «Il metodo più essenziale, che include tutti gli altri metodi, consiste nel contemplare la mente». Dopo alcuni passaggi che riecheggiano il ''Móhē Zhǐguān'' (摩訶止觀, Grande trattato di calma e discernimento, giapp. ''Maka Shikan'', T.D. 1911) di Zhìyǐ che come ricordano gli studiosi statunitensi Richard R. Robinson e Williard L. Johnson: «I suoi scritti sulla meditazione [di Zhìyǐ] costituirono la matrice su cui si svilupparono le scuole Chán . Molte guide di meditazione Chán , ancora nell'XI secolo riportavano alla lettera ampi stralci del Mohe Zhiguan»<ref>In: Richard R. Robinson - Williard L. Johnson ''The Buddhist Religion - A Historical Introduction'', Wadsworth Publishing Company, USA, 1997, Cap. 8,5,1 (it. La religione buddhista - Una introduzione storica, Ubaldini, Roma 1998).</ref>, interessante è il richiamo al Buddha Vairocana (o Mahāvairocana, cin. 八正道 ''Dàrì Rúlái'', giapp. ''Dainichi Nyorai'', l'Uno splendente o Grande sole) quando l'autore di questa opera interpreta il racconto degli ''Āgama-Nikāya'' che vuole il Buddha Shakyamuni essersi nutrito di latte prima di raggiungere la ''bodhi'', riferendosi alla vacca che ha prodotto "quel" latte, il ''Guānxīn lùn'' sostiene:
{{Quote|I sutra dicono: 'Questa vacca non vive negli altipiani o nelle pianure. Non mangia grano o fieno. E non pascola con i buoi. Il corpo di questa vacca ha il colore dell'oro brunito'. La vacca allude a Vairocana. Per nutrire tutti coloro che cercano la liberazione, Vairocana, grazie alla sua grande compassione per tutti gli esseri, produce all'interno del suo puro corpo di Dharma il sublime latte del Dharma delle tre serie dei precetti e delle sei paramita. Il puro latte di questa vacca veramente pura non solo consentì al Tathagatha di realizzare la buddhità, ma consente anche a ogni essere che lo beve di raggiungere l'insuperata e completa illuminazione.| ''Guānxīn lùn''<ref>In: ''The Zen Teaching of Bodhidharma'' a cura di Red Pine, North Point Press, San Francisco, 1987; trad. it. ''L'insegnamento Zen di Bodhidharma'' a cura di Red Pine, Casa Editrice Astrolabio, Roma, 2006 pagg. 119-20.</ref>}}