Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-Missili: differenze tra le versioni

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===Strategici e nucleari<ref>Armi da guerra n.85</ref>===
[[Immagine:Thor_IRBM.jpg|250px|right|thumb|Il Thor pronto al lancio]]
Quanto ai missili nucleari, anzitutto va ricordato il '''Thor'''. Questo IRBM era l'equivalente dello '''Jupiter''' dell'US Army (poi passato all'USAF con il 'memorandum Wilson', del novembre 1957, legge che vietava al primo l'uso di armi con oltre 322 km di gittata ma ignorata per il Redstone antenata dello Jupiter, e che con 401 km era troppo poco 'strategico' per le esigenze dell'USAF). A questo punto della storia, l'USAF e l'US Army erano in competizione, fino a quanto nel '57 venne messo chiaramente nero su bianco che le armi tattiche erano destinate all'US Army e quelle strategiche all'USAF. Così lo Jupiter, che era un'arma valida con una elevata mobilità campale e al tempo stesso, 3.180 km di gittata, passò all'USAF. Questa non prevedeva la necessità di armi molto mobili: il suo 'campione' era il Douglas SM-75 Thor, che era destinato al lancio da siti fissi e costosi. La costruzione del missile, dall'aspetto a 'bottiglia' con una ogiva piatta, era in laminato d'alluminio, lavorato chimicamente per ottenere uno spessore veramente minimo per i serbatoi. Vi erano sotto di questi i motori, un LR79 con 68.049 kgs , come nel caso dell'S-3 dello Jupiter, ma vi erano anche due motori vernieri LR101. Lo scudo termico della testata era fatto da uno strato di rame. Lo sviluppo del Thor era stato uno dei peggiori casi di rivalità tra le forze armate USA. L'US Army credeva nei missili a medio raggio balistici, l'USAF no e solo nel '55 autorizzò lo sviluppo di un missile analogo a quello dell'esercito, che onestamente era un nonsense, avendo già la maggiore flotta di bombardieri mondiale. Diventato operativo nel '59, un anno dopo il Jupiter, servì fianco a fianco dello Jupiter.
 
Ma questo era assegnato a unità campali, e due gruppi di lancio con 30 missili l'uno erano stati schierati in Italia e Turchia, le cui aviazioni vennero addestrate al loro impiego. Il Thor venne invece schierato in Gran Bretagna, con il Comando bombardieri della RAF, che ne equipaggiò 20 gruppi su 3 missili l'uno, trasportati da C-124 e C-133 sulle basi dello Yorkshire e Suffolk. Era un'arma certamente esigente in termini di infrastrutture e i siti fissi erano potenzialmente molto vulnerabili, oltre ad avere una gittata minore da 2770 km. Sia lo Jupiter che il Thor erano 'euromissili', che suscitarono le ire di Mosca in quanto erano capaci di colpire l'URSS mentre i missili sovietici a medio raggio non potevano colpire gli USA. Questo fatto aiuterà a giungere alla Crisi di Cuba del '62, quando gli USA si trovarono improvvisamente i missili sovietici sotto il naso. Ritirati questi, ritirati i missili balistici americani dall'Europa, il compito di deterrente a media gittata passò ai ben meno visibili Polaris sui sottomarini SSBN americani. Il Thor e lo Jupiter, che detenevano i nomi di due massime divinità mitologiche (giustamente, di tradizione diversa come quella dell'USAF e US Army, da cui pure la prima derivava) rimasero in servizio fino al '65. Il loro equivalente sovietico era l'SS-4 e anche il più potente SS-5,peraltro meno numeroso.
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Ma quest'arma non fu l'unica americana utilizzata dagli inglesi. Anche il Firestone '''Corporal''' venne adottato. dal British Army, col 47 Reggimento d'artiglieria, che lo ebbe in forza dal '56 al '66. Si trattava di un grosso razzo d'artiglieria. Era derivato dal razzo di ricerca Corporal E che serviva a sperimentare propellenti liquidi non criogenici, e nel '51, sotto la spinta della Guerra in Corea, trasformato in un'arma balistica. Era una sorta di aggiornamento della tecnologia della V-2, bruciava acido nitrico a fumo rosso o RFNA assieme ad anilina.
 
La sua operatività iniziò nel '54 e diverse centinaia di missili vennero prodotti e utilizzati, praticamente come una sorta di 'artiglieria pesante' calibro 762 mm. Aveva una gittata di 113 o 138 km a seconda se aveva una testata convenzionale da 1500 kg o nucleare da 1 kt, quindi si trattava davvero di un'arma più che altro convenzionale, con una potenza nucleare molto ridotta anche se pur sempre presente. I problemi erano altri: era stata adottata una struttura tale che questo ordigno, aveva dimensioni non tanto grandi (5443 kg di peso, lunghezza 14.02 m, diametro .076 m , apertura alare 2.13 m), con una testata più pesante di quella della V-2 ma anche una gittata pari a meno della metà. dunque non necessariamente un progresso complessivo. La velocità massima del razzo del razzo Ryan a termine combustione arrivava a 4.281 km/h. Ma nonostante fosse un'arma di 10 anni successiva alla V-2, non era certo migliore: per movimentarla occorrevano 15 automezzi e ben oltre 250 addetti, con un tempo di preparazione al lancio di 4 ore al meglio, più spesso di 7. Era praticamente un sistema molto poco pratico, ma 2 battaglioni dell'US Army vennero schierati in Italia (stranamente non in Germania).
 
Vi erano alternative nazionali a questi due costosi e rozzi missili americani? Sì, ed erano molto migliori, in quanto concepite con tecnologie più recenti.
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Il terzo tipo di SAM di prima generazione era il [[w:Bloodhound (missile SAM)|Bloodhound]], arma di ottime prestazioni con gittata di 80-120 km. Esso ha avuto origine dalle esigenze della RAF per un'arma che fosse destinata a basi fisse, e senza problemi di ingombro e peso. Le ali di coda erano mobili come quelle di un uccello e aiutavano il missile a manovrare. Il missile Bloodhoud è stato, come gli altri SAM a medio raggio inglesi, essenzialmente prodotto in due versioni: la '''Mk 1''' è del 1958, la '''Mk 2''' del 1964. Svizzera e Singapore sono stati gli utenti di quest'arma. Per quanto possa sembrare incredibile, il minuscolo stato di Singapore (600 km<sup>2</sup>) ne è utente, in quanto ne ha avuti alcuni lasciati dagli inglesi, primi di una serie di armamenti di incredibile complessità per la difesa aerea della città-Stato. Il parco dei missili Bloodhound è stato mantenuto in servizio dalla RAF con continui, piccoli aggiornamenti (come al solito per i missili SAM, particolarmente sensibili all'aggiornamento delle ECM: vedi per esempio gli aggiornamenti PIP degli HAWK americani). L'ultima esercitazione è stata organizzata nel 1990, con abbattimenti di bersagli anche a circa 100 m di quota e in presenza di ECM, anche se quest'ordigno non è mai stato particolarmente adatto per le azioni a bassa quota.
 
Con il programma 'Red Shoes', l'Esercito britannico ebbe il suo missile antiaereo, che venne poi chiamato [[w:Thunderbird(missile SAM)|Thunderbird]]. Esso arrivò in servizio nel 1959 , 10 anni dopo l'inizio dello sviluppo del programma , assegnato alla English Electric.
 
*Dimensioni: lunghezza 6,35 m, diametro 52,7 cm, ap.alare 1,63 m.
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Con i numerosi e piccoli caccia 'Sheffield' in programma, anche il missile continuò il suo iter, con i primi lanci nel 1965 e nel novembre 1967 vi fu il primo ordine per i missili, entrati poi in servizio nel 1973, quando nel marzo di quell'anno venne consegnato il Bristol e poi arrivarono i Type 42. Questo missile, con lo statoreattore Odin e un serbatoio di cherosene, viene accelerato fino a mach 2 (per far entrare in funzione lo statoreattore: è la principale complicazione della soluzione a statoreattore) da un razzo R.O. Chow. Il sistema di guida è della Marconi e la spoletta della Thorm-EMI. La rampa binata elettrica è della Vickers, così come il tamburo inferiore di stivaggio e movimentazione missili, con un sistema a catena che li solleva dal tamburo rotante, poi vengono portati in una zona intermedia per dare avvio alla sequenza di lancio e sollevati alla rampa binata con un apparato idraulico; da qui escono tramite l'apertura dei due boccaporti corazzati, un per rotaia, a cui il missile deve essere allineato. La guida è affare del Marconi Type 909 da 2,44 m di diametro, contenuto nelle caratteristiche cupole plastiche protettive, e operante i banda G e H; per la designazione è presente un Marconi Type 992Q in banda E/F che è collegato al sistema ADAWS (Action Data Automation Weapon System) e che ha una potenza di ben 2 MW, con 750 impulsi al secondo da 2 microsecondi l'uno. La portata dei missili, una volta che il bersaglio è stato localizzato dal radar 2D a lunga portata (prima un Marconi Type 965 e poi il 1022), passato al 992 tridimensionale, identificato come nemico e illuminato dal radar, è valutata in 40-65 km, ma non è stata mai dichiarata; la quota è di circa 18.000 m.
[[Immagine:Sea-dart DN-SN-90-08592.jpg|300px|right|thumb]]
Tornando ai radar di scoperta aerea, il Type 965 operava in banda B (!) con potenza di 450 kW, e 200-400 impulsi al secondo lunghi fino a 10 microsecondi. Il Type 1022 è più attuale e opera in banda D, opera con tubi TWT coerenti , compressione impluso e MTI; è frutto del precedente Type 1031 ma con l'elaborazione dati ereditata dall'LW-08 olandese della Signaal. Il Sea Dart, in ogni caso, era un'arma prevista per le alte quote e lunghe portate, piuttosto obsoleta per i contesti che dai tardi anni '60 cominciarono a maturare, con aerei a pelo d'acqua e in seguito anche i missili antinave.
 
Il Sea Dart venne usato alle Falklands in almeno 24 esemplari, colpendo 4 volte su 5 aerei ad alta quota o elicotteri sorpresi a bassa quota (tra cui però un poco meritori 'fuoco amico' su di un Gazelle); a bassa quota funzionò molto meno bene e anche se un paio di A-4 vennero abbattuti sotto gli 11 metri di quota (quando questa è valutata in 30 metri come minimo operativo), spesso gli ingaggi vennero falliti o non ebbero nemmeno luogo, per l'incapacità del radar di localizzare i bersagli, specie se dietro avevano il clutter delle coste. Così andò perso l'HMS Coventry, mentre l'EXETER fu il migliore tra i caccia inglesi, soprattutto per il nuovo radar di scoperta Type 1022, molto più resistente al clutter.
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Il missile è guidato da un sistema ottico su linea di mira della AC/BAeD, con radiocomando le cui antenne trasmittenti (del missile) sono su due delle alette stabilizzatrici. La manovrabilità è tale da ingaggiare bersagli altrettanto veloci del missile. La spoletta è della Thorn-EMI e pesa 14 kg; gli ordigni sono sistemati su lanciatori a sei celle con 2 colonne di tre l'una, tutte corazzate e con un boccaporto di lancio a due valve caratteristico; vengono caricati con carrellini dai magazzini.
 
Acquisito il bersaglio dai radar Marconi Type 967 e 968 in banda D (per la scoperta) e 968 in banda E per l'identificazione (sono sistemi da ben 3 MW di potenza di picco, 2 microsecondi per ciascuno dei 750 implusi/s) , viene passato al sistema d'ingaggio. Il radar di tiro è un Marconi Type 910 in banda I/J di tipo Pulse-Doppler e antenna da 1,6 m, capace di controllare due missili alla volta (non è chiaro se contro due bersagli alla volta o contro uno solo) della coppia selezionata per il lancio.
 
Il sistema, una volta ricevuti i dati, riesce a reagire da solo in pochi secondi e lanciare missili che poi vengono radiocomandati e seguiti anche con una camera LLTV, sempre della Marconi.