Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Ecuador: differenze tra le versioni

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*6 corvette missilistiche ''''Esmeraldas'''', comprate a partire dal 1982 dalla Fincantieri, e facenti parte di una famiglia di navi che forse è la più interessante tra tutte quelle militari sviluppate in Italia dal dopoguerra. Sono la ESMERALDAS (CM11), EL ORO (CM14), LOJA (CM16), LOS GALAPAGOS (CM 15), LOS RIOS (CM 13), MANABI (CM 12).
 
A seconda dei punti di vista, essendo il concetto di 'corvetta' tutt'altro che univoco, si possono considerare sia come 'super motocannoniere' che 'fregate compatte'. Di fatto sono state realizzate con criteri da fregata missilistica tipo 'Lupo' piuttosto che come grosse navi d'attacco missilistico. Non nascono dal nulla: prima la Libia comprò 4 navi del genere, ma più piccole, da 550 t. Erano la classe 'Wadi M'ragh', poi 'Assad'. Le navi libiche erano armate con il classico cannone COMPATTO da 76 mm a prua, un impianto binato da 35 mm a poppa, 4 lanciamissili OTOMAT a mezza nave e due lanciasiluri tripli appena in avanti dei missili. La loro progettazione, con alte sovrastrutture, era simile a quella di una piccola nave piuttosto che un battello d'attacco veloce. Potevano contare su di un dislocamento di oltre 100 t maggiore rispetto a quello di una grossa motomissilisica e circa doppio rispetto a quello di una nave media. Per esempio, una 'Ramadam' ha 1 pezzo da 76 e una torre binata da 40, oltre a 4 OTOMAT, sistemi di comando e controllo assai completi come anche quelli per le ECM e radar, eppure pesava solo 310 t a pieno carico. La differenza era che le navi libiche possedevano anche un minimo apparato ASW con un piccolo sonar di chiglia e i lanciasiluri leggeri, cosa del tutto ragionevole se il dislocamento era quasi il doppio. Le 'Esmeraldas' , ordinate nel 1978, erano ancora più grandi e per 620 t standard e 685 p.c. si permettevano motori più potenti (sempre 4 MTU diesel su 4 assi, ma in questo caso da 24.000 hp), una piattaforma SAM a mezza nave e una piattaforma poppiera per elicotteri. Quest'ultima serviva alle operazioni 'estemporanee' dei 3 elicotteri Alouette III all'epoca in carico alla Marina dell'Ecuador, con una piattaforma avventurosamente 'incastrata' tra i lanciamissili Exocet e la torretta Dardo, evitando di rimuovere gli uni o gli altri con l'escamotage di utilizzare come base il tetto della piccola sovrastruttura poppiera.
 
In termini di progettazione erano navi da 62,3 m di lunghezza e 9,3 di larghezza, con equipaggio di 51 uomini che bastava a gestire tutto il complesso delle apparecchiature e armi di bordo. Queste erano prevalentemente installate su di un grosso e alto albero dietro la plancia, irto di antenne elettroniche. Vi è un radar di scoperta aerea e di superficie RAN-10S, uno di tiro RTN-10X per il cannone e verosimilmente gli Aspide, 1 RTN-20X per il cannone da 40 mm del sistema Dardo, con oltre 700 colpi pronti e circa 1000 di riserva. Come armamento vi è una potenza di fuoco offensiva data da 2 complessi di 3 missili MM.40 Exocet, ma la nave è più grande di una normale motocannoniera non tanto per le capacità offensive ma per quelle difensive, specie antiaeree e antimissile, grazie ai sensori quasi tutti sistemati sull'albero centrale, dietro la plancia, ampia e dotata di ali laterali. Questo è stato considerato essenziale per operare in aree di elevata minaccia aerea, troppo pericolose per le navi missilistiche d'attacco più piccole. Ma portare armi e sensori validi per la difesa aerea significa necessariamente una nave ben più grande e costosa. Se questo sia o meno vantaggioso rispetto a piccole unità meno 'evidenti' è difficile dire. Se non altro, vi è la possibilità di permanere più tempo in azione, in mare aperto, e di esercitare un'azione di comando e controllo di un certo livello. Una piccola dotazione di armi e sensori ASW permette almeno operazioni basiche anche in questo settore.