Israele – La scelta di un popolo/Capitolo 4: differenze tra le versioni

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=== Obbligo dell'Alleanza e libertà ===
[[File:Lilian002.jpg|240px|thumb|right|''Giosuè'', di [[:en:w:Ephraim Moses Lilien|Ephraim Moses Lilien]] (1908)<ref>Da notare la sua somiglianza con [[w:Theodor Herzl|Theodor Herzl]], un tema che compare regolarmente nei disegni di Lilien.</ref>]]
Dobbiamo ora considerare il ruolo della volizione umana nell'iniziazione e nella ricezione dell'alleanza. Qui la connessione tra l'alleanza e la creazione è il cuore della questione. L'alleanza stessa è un atto di creazione; in effetti, il teologo spagnolo del XIII secolo [[w:Nahmanide|Nahmanide]] sostenne che l'etimologia di ''berit'', la parola per "alleanza", provenisse dalla radice ''bero'', che significa "creare".<ref>''Commentario alla Torah'': intro., cur. C. B. Chavel (Gerusalemme, 1963), 1:4 rif. ''Shir Ha-Shirim Rabbah'' 1.29. Cfr. Jacques Ellul, ''The Theological Foundation of Law'', tras. {{en}} M. Wieser (Garden City, N.Y., 1960), 50, che vede ''berit'' provenire da ''barah'', "scegliere". Tuttavia, la creazione stessa è una scelta di Dio, e la scelta totalmente libera è presupposta dalla ''creatio ex nihilo''. Quindi queste due visioni sono complementari.</ref> Inoltre, riconobbe anche il significato più ovvio di ''berit'' come "accordo " (''haskamah'').<ref>''Commentario alla Torah'': {{passo biblico2|Dt|9:12}}.</ref>
 
Quando si tratta della volontà umana, c'è un paradosso che attraversa tutti i testi che trattano dell'elezione di Israele da parte di Dio e della stipulazione della relativa alleanza. Da un lato, è del tutto certo che l'intera relazione è iniziata da Dio. In un passaggio particolarmente sorprendente, Dio dichiara di aver "forzato la mano" (''hahaziqi be-yadam'') di Israele a lasciare l'Egitto al tempo dell'Esodo ({{passo biblico2|Geremia|31:31-32}}).<ref>Cfr. TB Shabbat 88a rif. {{passo biblico2|Esodo|19:17}}; anche, TB Sanhedrin 105a.</ref> D'altra parte, il requisito dell'assenso di Israele alla sua elezione da parte di Dio e la conseguente alleanza si presentano come qualcosa di altrettanto certo. Così alla fine della sua carriera, Giosuè esorta il popolo: "Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelto (''behartem lakhem'') il Signore per servirlo!" ({{passo biblico2|Giosuè|24:22}}). Questo elemento della volontà umana diventa ancora più prominente quando, dopo l'esilio babilonese, il popolo d'Israele – ora in effetti solo i giudei/ebrei – ristabilisce esso stesso l'alleanza. Di loro si dice: "A causa di tutto questo noi vogliamo sancire (anahnu kortim) un impegno stabile (amanah)" ({{passo biblico2|Neemia|10:1}}).
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Quindi il paradosso è: se l'alleanza dipende da Dio, allora che differenza fa l'obbedienza di Israele? Tuttavia, anche al Sinai, quando la presenza comandante di Dio è più potente, la condiscendenza del popolo è comunque invitata:
{{citazione| Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: "Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!". Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo.|{{passo biblico2|Esodo|19:7-8}}<ref>Molto è stato fatto dagli studiosi contemporanei della Bibbia sulla somiglianza tra il ''berit'' biblico e i trattati di sovranità dell'antico Vicino Oriente, a cominciare dagli Ittiti. In questi trattati, un re maggiore prendeva un re minore sotto la sua ala protettrice e gli delegava una maggiore autorità richiesta dal suo effettivo ''status'' politico o militare. La presentazione ormai classica di questa posizione è di George Mendenhall, ''Law and Covenant in Israel and the Ancient Near East'' (Pittsburgh, 1955). Per le varie altre opinioni, cfr. D. J. McCarthy, ''Old Testament Covenant'' (Oxford, 1972). Si veda anche Roland de Vaux, ''The Early History of Israel'', trad. {{en}} D. Smith (Philadelphia, 1978), 443ss., che mette in evidenza una serie di differenze significative tra i trattati ''berit'' e quelli di sovranità, oltre a mettere in discussione qualsiasi reale connessione storica tra di loro.</ref>}}
Ma se l'alleanza richiede la conformità umana, perché Israele non ha altra scelta reale? Come afferma astutamente lo studioso contemporaneo della [[w:Tanakh|Bibbia ebraica]], [[:en:w:Jon D. Levenson|Jon Levenson]]: "For all the language of choice that characterizes covenant texts, the Hebrew Bible never regards the choice to decline covenant as legitimate. The fact that a choice is given does not make the alternative good or even acceptable, as a proponent of a purely contractural ethic might wish."<ref>''Creation and the Persistence of Evil'' (San Francisco, 1988), 141. Cfr. G. von Rad, ''Old Testament Theology'', trad. {{en}} D. M. G. Stalker (2 voll., New York, 1962), 1:129-130.</ref>
 
Nella [[w:Mishnah|Mishnah]] viene insegnato che una persona non può obbligare un'altra persona a sua insaputa e senza il suo consenso, ma che una persona può avvantaggiare un'altra persona a sua insaputa e senza il suo consenso.<ref>M. Eruvin 7.11. Cfr. TB Ketubot 11a.</ref> Un esempio di questo potrebbe essere: posso accettare denaro per tuo conto a tua insaputa e senza il tuo consenso, ma non posso impegnare denaro per tuo conto a tua insaputa e senza il tuo consenso.<ref>Cfr. [[Maimonide]], ''[[Mishneh Torah]]'': Zekhiyyah U-Mattanah, 4.2.</ref> Tuttavia, anche in nella situazione di vantaggio, la parte beneficiaria può rifiutare il beneficio eseguito per suo conto se lui o lei giudica che ciò che l'altra persona pensava fosse benefico è in verità dannoso per lui o lei.<ref>Cfr. TB Kiddushin 23a e Nahmanide, ''Hiddushei Ha-Ramban''; inoltre, TB Ketubot 11a.</ref> Questa formulazione rabbinica utilizza la radice identica in ebraico (''hov'') sia per "obbligo" che per "danno".<ref>Cfr. per es., TB Baba Metsia 19a.</ref> La ragione alla base di questa formulazione è che io ho più autorità sulla mia vita di un altro individuo perché ho più conoscenza e interesse per ciò che è benefico per me rispetto a un altro individuo. Anche se altri possono spesso presumere di sapere ciò che per me è benefico, tale ipotesi può sempre essere smentita dalla mia esplicita negazione. È altrettanto vero il contrario, cioè l'altro individuo sa cosa è benefico per lui o lei meglio di me, ed è più interessato/a a questo. In effetti, questa trascendenza reciproca può essere vista come la base dell'eguaglianza politica.
 
=== Vita dell'Alleanza ===