Israele – La scelta di un popolo/Capitolo 4: differenze tra le versioni

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Quanto alla prima possibilità, la Scrittura osserva che al tempo di Enosh, nipote della prima coppia, "si iniziò (''huhal'') ad invocare il nome (''shem'') del Signore" ({{passo biblico2|Genesi|4:26}}). L'interpretazione rabbinica rileva che la parola usata per "inizio" è etimologicamente simile alla parola per "profano" (''hoi'').<ref>''Bere’sheet Rabbah'' 23.7.</ref> Quindi si considera il tempo di Enosh come l'inizio dell'idolatria, non l'adorazione del vero Dio. La domanda qui è: se questa interpretazione è accettata, in cosa consisteva questa idolatria?
 
[[File:Cosmo maimonideo3.pdf|thumb|right|350px|Il ''[[Guida maimonidea/Appendice2|Cosmo di Maimonide]]'' secondo la ''[[Mishneh Torah]]'']]
[[Maimonide]], nell'introdurre la sua trattazione esauriente delle specificità della tradizione ebraica riguardo all'idolatria, ipotizza che a quel tempo gli esseri umani fossero così colpiti da ''ciò'' che percepivano – vale a dire, l'ordine cosmico, la cui manifestazione più alta è l'ordine astronomico – che dimenticarono ''chi'' così lo ordinava.<ref>''[[Mishneh Torah]]'': Avodah Zarah, 1.1. Cfr. anche T. Boman, ''Hebrew Thought Compared with Greek'', trad. {{en}} J. L. Moreau (Londra & New York, 1970), 117.</ref> Il loro culto, quindi, si trasferì dal creatore alle Sue creazioni più impressionanti. In una precedente discussione sull'essenza dell'idolatria, Maimonide ipotizza che l'adorazione dell'ordine cosmico stesso porti inevitabilmente a una situazione in cui alcune persone comprendono questo ordine molto meglio di altre in virtù dei loro maggiori poteri di scoperta. Perciò, traducono il loro potere noetico in potere politico convincendo le masse che dovrebbe essere data loro un'autorità assoluta, essendo i condotti effettivi di quel potere cosmico. Solo loro possono incanalarlo per il bene pubblico.<ref>''Commentario alla Mishnah'': Avodah Zarah, 4.7; anche, ''[[Mishneh Torah]]'': Avodah Zarah, 11.16.</ref> Qui abbiamo quindi il governo del guardiano filosofico.<ref>Cfr. [[w:Karl Popper|Karl Popper]], ''The Open Society and its Enemies'' (2 voll., Princeton, 1962), 1:138 segg.</ref> Nell'interpretazione della Scrittura da parte di Maimonide, la tirannia è il risultato pratico dell'idolatria teorica.
 
Quanto alla seconda possibilità, la Scrittura è più esplicita. Durante il periodo della [[w:Torre di Babele|Torre di Babele]], l'umanità disperava di scoprire l'ordine cosmico, tanto meno di fare pace con esso per vivere ''entro'' i suoi limiti. L'ordine cosmico è ora il nemico da conquistare con i mezzi tecnologici:
{{citazione|Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome (''shem''), per non disperderci su tutta la terra".|{{passo biblico2|Genesi|11:3-4}}}}
In risposta a tutto ciò, il Signore dice: "Questo è l'inizio (''hahillam'') della loro opera e ora quanto avranno in progetto (''yazmu'') di fare non sarà loro impossibile" ({{passo biblico2|Genesi|11:6}}). Una cosa importante da notare qui è che nel brano precedente, che tratta di ciò che in termini moderni potremmo chiamare "idolatria [[w:eteronomia|eteronoma]]", il ''nome'' cercato è ancora qualcosa di esterno agli stessi umani. Qui, tuttaviainvece, trattando di ciò che potremmo chiamare in termini moderni "idolatria [[w:autonomia (teoria dei sistemi)|autonoma]]", il ''nome'' cercato è quello della fattispecie umana.