Israele – La scelta di un popolo/Capitolo 4: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 94:
 
Questa domanda nasce dalla nostra esperienza dell'ordine fenomenico delle cose che sperimentiamo immediatamente e regolarmente intorno a noi attraverso i nostri sensi corporei. Ciò che impariamo presto da questo ordine è la nostra stessa vulnerabilità mortale, la nostra superfluità nel mondo. Quando "mangiamo dell'albero della conoscenza del bene e del male" ({{passo biblico2|Genesi|2:17}}) – che è l'acquisizione dell'esperienza mondana – scopriamo simultaneamente l'imminenza della nostra stessa morte.<ref>Si veda il relativo commentario di Nahmanide.</ref> "Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità (''havel''). Quale utilità (''yitron'') ricava l'uomo da tutto l'affanno (''amalo'') per cui fatica sotto il sole? Una generazione va, una generazione viene ma la terra resta sempre la stessa." ({{passo biblico2|Ecclesiaste|1:2-4}}). Pertanto, nel corso della storia umana, le persone percettive sono diventate consapevoli che il loro posto non è immanentemente disponibile come istinto animalesco. Come risultato di tale situazione esistenziale, sorge il desiderio trascendente che va oltre il bisogno immanente.<ref>In questo senso, si veda Hannah Arendt, ''Lectures on Kant's Political Philosophy'', cur. R. Beiner (Chicago, 1982), 12-13.</ref>
 
La prima possibilità è per noi discernere con l'intelletto un ordine noumenico superiore che sta alla base dell'ordine fenomenico inizialmente percepito dai sensi. La nostra motivazione è subordinarci a questo ordine. Solo esso ci offre un fine trascendente per la nostra partecipazione.<ref>Cfr. Platone, ''Repubblica'' 476B segg.</ref> Questo è l'atteggiamento dell’''homo spectator'' scientifico (cioè inteso come ''scientia'' o ''Wissenschaft''). La seconda possibilità è per noi disperare di non trovare mai l'ordine noumenico superiore "là fuori" e quindi cercare nel nostro io umano un ordine di nostra fabbricazione con cui usare e controllare quanto più possibile il mondo. Questo è l'atteggiamento dell’''homo faber'' tecnologico. La terza possibilità è che noi imploriamo la persona che sta dietro questo ordine cosmico affinché si riveli a noi; poiché la presenza delle persone non può mai essere dedotta da qualcosa di impersonale, deve sempre esserci una autorivelazione. Questo è l'atteggiamento dell’''homo revelationis'', la persona di fede. Per la Bibbia, Abramo è il primo ''homo revelationis''.<ref>Cfr. TB Berakhot 7b rif. {{passo biblico2|Genesi|15:8}}.</ref>
 
Nella narrazione biblica che precede l'emergere di Abramo, troviamo accenni sia alla prima che alla seconda possibilità e ai relativi atteggiamenti umani. Ed entrambi sono visti essenzialmente come idolatria.
 
Quanto alla prima possibilità, la Scrittura osserva che al tempo di Enosh, nipote della prima coppia, "si iniziò (''huhal'') ad invocare il nome (''shem'') del Signore" ({{passo biblico2|Genesi|4:26}}). L'interpretazione rabbinica rileva che la parola usata per "inizio" è etimologicamente simile alla parola per "profano" (''hoi'').<ref>''Bere’sheet Rabbah'' 23.7.</ref> Quindi si considera il tempo di Enosh come l'inizio dell'idolatria, non l'adorazione del vero Dio. La domanda qui è: se questa interpretazione è accettata, in cosa consisteva questa idolatria?
 
[[File:Cosmo maimonideo3.pdf|thumb|right|350px|Il ''Cosmo di Maimonide'' secondo la ''[[Mishneh Torah]]'']]
[[Maimonide]], nell'introdurre la sua trattazione esauriente delle specificità della tradizione ebraica riguardo all'idolatria, ipotizza che a quel tempo gli esseri umani fossero così colpiti da ''ciò'' che percepivano – vale a dire, l'ordine cosmico, la cui manifestazione più alta è l'ordine astronomico – che dimenticarono ''chi'' così lo ordinava.<ref>''[[Mishneh Torah]]'': Avodah Zarah, 1.1. Cfr. anche T. Boman, ''Hebrew Thought Compared with Greek'', trad. {{en}} J. L. Moreau (Londra & New York, 1970), 117.</ref> Il loro culto, quindi, si trasferì dal creatore alle Sue creazioni più impressionanti. In una precedente discussione sull'essenza dell'idolatria, Maimonide ipotizza che l'adorazione dell'ordine cosmico stesso porti inevitabilmente a una situazione in cui alcune persone comprendono questo ordine molto meglio di altre in virtù dei loro maggiori poteri di scoperta. Perciò, traducono il loro potere noetico in potere politico convincendo le masse che dovrebbe essere data loro un'autorità assoluta, essendo i condotti effettivi di quel potere cosmico. Solo loro possono incanalarlo per il bene pubblico.<ref>''Commentario alla Mishnah'': Avodah Zarah, 4.7; anche, ''[[Mishneh Torah]]'': Avodah Zarah, 11.16.</ref> Qui abbiamo quindi il governo del guardiano filosofico.<ref>Cfr. [[w:Karl Popper|Karl Popper]], ''The Open Society and its Enemies'' (2 voll., Princeton, 1962), 1:138 segg.</ref> Nell'interpretazione della Scrittura da parte di Maimonide, la tirannia è il risultato pratico dell'idolatria teorica.
 
Quanto alla seconda possibilità, la Scrittura è più esplicita. Durante il periodo della [[w:Torre di Babele|Torre di Babele]], l'umanità disperava di scoprire l'ordine cosmico, tanto meno di fare pace con esso per vivere ''entro'' i suoi limiti. L'ordine cosmico è ora il nemico da conquistare con i mezzi tecnologici:
{{citazione|Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome (''shem''), per non disperderci su tutta la terra".|{{passo biblico2|Genesi|11:3-4}}}}
In risposta a tutto ciò, il Signore dice: "Questo è l'inizio (''hahillam'') della loro opera e ora quanto avranno in progetto (''yazmu'') di fare non sarà loro impossibile" ({{passo biblico2|Genesi|11:6}}). Una cosa importante da notare qui è che nel brano precedente, che tratta di ciò che in termini moderni potremmo chiamare "idolatria eteronoma", il ''nome'' cercato è ancora qualcosa di esterno agli stessi umani. Qui, tuttavia, trattando di ciò che potremmo chiamare in termini moderni "idolatria autonoma", il ''nome'' cercato è quello della fattispecie umana.
 
 
{{clear}}
 
=== Obbligo dell'Alleanza e libertà ===