Israele – La scelta di un popolo/Appendice 2: differenze tra le versioni

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Suggerirei che si potrebbero vedere alcune possibili basi halakhiche per la distinzione di Rosenzweig tra l'approccio collettivo e l'approccio individuale nel concetto talmudico di "figlio rapito" (''tinoq she-nishbah''). Questo sembra valere per la sua situazione e per quella di quelli come lui (che oggi sono una moltitudine) nel senso che questo termine designa qualcuno che arriva alla tradizionale osservanza ebraica da un contesto in cui non c'era mai stata tale osservanza prima. (Il concetto deve essere leggermente ampliato, tuttavia, poiché persone come Rosenzweig hanno osservato alcuni rituali ebraici, ma non lo hanno fatto nel contesto dell'obbligo [''hiyyuv'' - cfr. R. Vidal di Tolosa, ''Magid Mishneh'' su [[Maimonide]], ''[[Mishneh Torah]]'': Shofar, 2.4 rif. B. Rosh Hashanah 28a-29a]. Nella fonte talmudica di questo contesto [B. Shabbat 68a], tuttavia, il "figlio rapito", come il "convertito ignorante" [cioè un convertito che non era mai stato istruito nelle pratiche ebraiche prima della conversione: cfr. ''Tos.'', ''s.v.'' "ger" rif. B. Yevamot 47a] con il quale viene confrontato, sembra non aver mai osservato alcuna pratica religiosa ebraica in alcun contesto.)
 
In questo senso, quindi, Rosenzweig e quelli come lui non sono proprio ''[[w:Baal Teshuva|ba’alei teshuvah]]'' – anche se è così che vengono chiamati oggigiorno – a differenza dell'insegnante di Rosenzweig, Hermann Cohen, che Rosenzweig riferisce aver detto "Ich bin ja ein Baal t'schuwoh" (Introduzione alla pubblicazione postuma di ''Jüdische Schriften'', cur. B. Strauss [3 voll., Berlino, 1924], i:xxi, e ''Kleinere Schriften'', cur. E. Rosenzweig [Berlino, 1937], 307)-. Tuttavia, a differenza di Rosenzweig , l’''Heimkehr'' di Cohen era reale, poiché proveniva da una cultura ebraica osservante e colta. Così Cohen stava tornando dove era stato prima, mentre Rosenzweig stava "tornando" più radicalmente dove non era mai stato prima. Quando si tratta di queste persone, sembrerebbe che il concetto talmudico di ''[[:en:w:tinok shenishba|tinoq she-nishbah]]'' (תינוק שנשבה, lett. "bambino catturato") offra un supporto al suggerimento di Rosenzweig secondo cui coloro che "entrano" nell'ebraismo non dovrebbero farlo più rapidamente di quanto possano gestire intellettualmente ed emotivamente. (siSi veda la sua lettera dell'agosto 1924 a Eugen Rosenstock in ''Briefe und Tagebücher'', a cura di R. Rosenzweig e E. Rosenzweig-Scheinmann [2 voll., L'Aia, 1079], 2:984-985.) Ciò che Rosenzweig ha fatto, mi sembra, è fornire una buona motivazione teologica per quella graduale integrazione nell'osservanza ebraica che funzionò così bene nel suo caso.
{{Vedi anche|Serie misticismo ebraico}}
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