Israele – La scelta di un popolo/Capitolo 3: differenze tra le versioni

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Per una serie di ragioni, [[w:Franz Rosenzweig|Franz Rosenzweig]] (1886-1929) può essere visto come il punto di svolta, la figura cardine, nel pensiero ebraico moderno. E, se la dottrina dell'elezione d'Israele, in ultima analisi, sta al centro della visione di chiunque sull'ebraismo, allora l'insistenza di Rosenzweig sulla verità della dottrina originale dell'elezione diretta di Israele da parte di Dio è il suo più grande significato per il pensiero ebraico contemporaneo.<ref>L'insistenza di Rosenzweig su questo punto emerge nel suo primo saggio di teologia ebraica, "Atheistische Theologie" (1914), in ''Kleinere Schriften'', cur. E. Rosenzweig (Berlino, 1937), 281-282. Si veda anche ''ibid.'', 31-32.</ref> Che questa insistenza sia stato il ''leitmotiv'' persistente del suo pensiero, e che lo abbia perseguito con folgorante capacità filosofica, significa che la nostra riflessione sulla dottrina e sulla sua traiettoria storica, che è finalizzata a recuperare la propria verità per il nostro tempo, non può andare oltre senza un'analisi e un giudizio approfonditi di ciò che Rosenzweig ha tentato di insegnarci.
 
Per Rosenzweig, il centro della moderna incapacità di comprendere, per non parlare di apprezzare, l'antica dottrina dell'elezione di Israele è dovuto al moderno rifiuto della rivelazione. Poiché l'elezione è essenzialmente l'autorivelazione di Dio, non esiste alcun contesto entro il quale parlare di elezione in modo intelligibile per coloro che hanno accettato la modernità post-illuminista come permanente. Pertanto, tale contesto deve essere ricreato prima che la costituzione teologica della dottrina possa ripresentarsi nel mondo. Gli impedimenti all'esperienza della rivelazione devono essere rimossi se si vuole rimettere a disposizione il contesto della rivelazione.
 
=== L'elezione di Israele per sé ===