Israele – La scelta di un popolo/Capitolo 3: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
testo
Riga 4:
== IL RITORNO DI FRANZ ROSENZWEIG ALLA DOTTRINA ==
[[File:FFM Franz-Rosenzweig-Gedenktafel.jpg|240px|thumb|right|Targa commemorativa di Franz Rosenzweig a Francoforte]]
=== La preparazione filosofica ===
Nella sua forma classica, la dottrina dell'elezione di Israele designa chiaramente un rapporto diretto tra Dio e Israele: Dio ''elegge'' Israele. Tutto il resto all'interno del contenuto di quella relazione trae il suo significato da quella realtà fondamentale. Di conseguenza, l'elezione non è una rappresentazione simbolica di qualcosa essenzialmente precedente ad essa. L'atto di eleggere da parte di Dio non è una metafora dell'atto di qualcun altro; l'elezione di Israele non è uno stato provvisorio per il bene di qualcun altro. Quindi ogni tentativo di tornare alla dottrina nella sua forma classica, come enunciata nella Scrittura e dai rabbini, deve disfare tutto il progetto moderno di fare dell'elezione di Israele da parte di Dio un rapporto essenzialmente indiretto, così indiretto che alla fine non è proprio Dio chi elegge e non è proprio Israele ad essere eletto. A causa del predominio di questa visione moderna dell'elezione, originata come abbiamo visto nella potente inversione di Spinoza, solo lo sforzo più profondamente filosofico può recuperarla per noi. Qualsiasi tentativo di ottenere questo recupero semplicemente riaffermando l'antica dottrina inevitabilmente la presenterà come una qualche forma di tribalismo o sciovinismo. Quando tale è stato il caso, la visione moderna dell'elezione può facilmente ripresentarsi come molto più convincente dell'antica dottrina — cioè, presentata così crudamente. Infatti l'inversione moderna sembra essere in grado di spiegare con le proprie categorie i dati classici in modo più convincente di quanto la dottrina antica potrebbe mai fare da sola.
 
Per una serie di ragioni, [[w:Franz Rosenzweig|Franz Rosenzweig]] (1886-1929) può essere visto come il punto di svolta, la figura cardine, nel pensiero ebraico moderno. E, se la dottrina dell'elezione d'Israele, in ultima analisi, sta al centro della visione di chiunque sull'ebraismo, allora l'insistenza di Rosenzweig sulla verità della dottrina originale dell'elezione diretta di Israele da parte di Dio è il suo più grande significato per il pensiero ebraico contemporaneo.<ref>L'insistenza di Rosenzweig su questo punto emerge nel suo primo saggio di teologia ebraica, "Atheistische Theologie" (1914), in ''Kleinere Schriften'', cur. E. Rosenzweig (Berlino, 1937), 281-282. Si veda anche ''ibid.'', 31-32.</ref> Che questa insistenza sia stato il ''leitmotiv'' persistente del suo pensiero, e che lo abbia perseguito con folgorante capacità filosofica, significa che la nostra riflessione sulla dottrina e sulla sua traiettoria storica, che è finalizzata a recuperare la propria verità per il nostro tempo, non può andare oltre senza un'analisi e un giudizio approfonditi di ciò che Rosenzweig ha tentato di insegnarci.
 
 
=== L'elezione di Israele per sé ===
 
 
=== L'elezione di Israele e la redenzione del mondo ===
 
 
Line 16 ⟶ 22:
<div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" ><references/></div>
 
{{Avanzamento|25%|822 maggio 2022}}
[[Categoria:Israele – La scelta di un popolo|Capitolo 3]]