Israele – La scelta di un popolo/Capitolo 1: differenze tra le versioni

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È chiaro perché al Dio di Spinoza non può essere attribuita la capacità di elezione in generale e l'effettiva elezione di Israele in particolare. L'elezione è la scelta da parte di una persona di un'altra persona tra una gamma di possibili candidati. Questa scelta stabilisce poi un rapporto reciproco tra elettore ed eletto, in termini biblici un'"alleanza" (''berit''). L'elezione promette anche che il suo scopo ultimo sarà adempiuto, che è quello di portare finalmente il mondo intero nell'alleanza, cioè nella "redenzione" (''ge’ulah''). L'elezione è molto più fondamentale della semplice libertà di scelta nel senso ordinario, in cui una persona libera sceglie di compiere un atto da una serie di atti possibili. Invece, l'elettore sceglie un'altra persona ''con cui'' agirà e riceverà risposte, quindi stabilisce la comunità ''in cui'' devono essere compiuti questi atti e poi promette ciò ''per cui'' è avvenuta l'elezione. Il contenuto di queste scelte pratiche è regolato dalla legge (''Torah''), ma non potrebbero esserci standard di azione così coerenti senza il precedente contesto dell'elezione, l'instaurazione di una comunità di alleanza e la promessa di uno scopo ultimo.<ref>Per l'inclusione del significato di ''Torah'' in quello di ''berit'', si veda [[w:Abraham Joshua Heschel|Abraham Joshua Heschel]], ''The Prophets'' (Philadelphia, 1962), 230.</ref> L'elezione di alleanza, quindi, richiede un'ontologia che possa costituire possibilità, relazione reciproca e scopo. Tutti e tre questi modi, tuttavia, sono preclusi dall'ontologia di Spinoza. Tutti e tre, come relazioni esterne, intendono la trascendenza, qualcosa che l'immanenza delle relazioni interne di Spinoza non può sopportare.
 
Per Spinoza, Dio è il fondamento di un sistema di assoluta necessità. A livello puramente ontologico, non c'è alcuna possibilità. Tutto è esattamente come dovrebbe essere. Di conseguenza, Dio è ''causa immanens'', che è da intendersi come una causa totalmente correlata necessariamente a tutti i suoi effetti.<ref>"Except for God, there neither is, nor can be conceived, any substance . . . modes can neither be nor conceived without substance . . . except for substances and modes there is nothing." ''Ethics'', i, prop. 15, in ''The Collected Works of Spinoza'', trad. {{en}} E. Curley (2 vols., Princeton, 1985), 1:42c. E: "outside God there can be no substance, i.e., a thing which is in itself outside God . . . God, therefore, is the immanent, not the transitive cause of all things, q.e.d." ''Ibid.'', 1, prop. 18/1:428. E: "God was not before his decrees and cannot be without them." ''Ibid.'', 1, prop. 33, schol. 2/1:437. Si veda ''The Correspondence of Spinoza'', cur. e trad. {{en}} A. Wolf (Londra, 1928), 343.</ref> Gli effetti sono inerenti alla causa tanto quanto la causa è inerente agli effetti. Nessuno di loro ha alcuna realtà a parte questo nesso. Dato che non c'è alcun divario tra di loro, non c'è possibilità. Senza possibilità, non ha senso parlare di elezione.<ref>Cfr. S. Zac, ''Philosophie, thiologie, politique dans I'auvre de Spinoza'' (Parigi, 1979), 179; "Spinoza et Petat hebreux", in ''Speculum Spinozanum'': 167-1977, cur. S. Hessing (Londra, 1978), 553.</ref> Anche quando Spinoza usa il termine "scelta", che in realtà è una metafora, non significa che Dio avesse altra opzione. Dio stesso è libero ''da'' qualsiasi influenza esterna solo perché in verità non ce ne sono. Ma Dio non è libero ''per'' nient'altro che per l'eternità in definitiva immutabile.<ref>Cfr. ''Ethics'', 1, def. 7 e prop. 32.</ref>
 
È ancor più privo di senso parlare di relazione reciproca che emerge dall'elezione a livello ontologico. Infatti la mutualità presuppone non solo che l'elettore sia libero di eleggere chiunque, ma anche che gli eletti abbiano la capacità di rispondere al loro essere eletti, che abbiano il potere di contribuire essi stessi alla continuazione del rapporto. Ma per Spinoza, se la causa è vincolata dalla necessità, lo è ''a fortiori'' anche l'effetto.<ref>Cfr. H. A. Wolfson, ''The Philosophy of Spinoza'' (2 voll., Cambridge, Mass., 1934), 1:319-322, 422.</ref> Qui non c'è reciprocità, solo subordinazione. Né le cause né gli effetti hanno scelto in alcun modo il loro ''status''. Tutte le relazioni ontologiche sono quelle di causa ed effetto.
 
=== L'essenza politica dell'elezione ===