Israele – La scelta di un popolo/Introduzione: differenze tra le versioni
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== INTRODUZIONE ==
=== La questione fondamentale dell'identità ebraica ===
Dall'inizio della nostra storia fino al presente, noi ebrei siamo stati coinvolti in un continuo processo di autodefinizione. Non abbiamo mai smesso di porci la domanda più fondamentale della nostra identità: [[w:chi è ebreo?|chi è un ebreo?]] Anche altri ci hanno fatto la stessa domanda di tanto in tanto, ma prima che possa essere data loro una risposta, dobbiamo sempre rispondere prima a noi stessi.<ref>Si veda per es., TB ''Sanhedrin'' 18a
Ai nostri giorni, la domanda "Chi è ebreo?" viene nuovamente chiesta con particolare urgenza. Nella [[w:Diaspora ebraica|Diaspora]], la domanda viene posta ogni volta che un ebreo delibera sulla opzione moderna di rimanere parte del popolo ebraico o separarsi da esso, e ogni volta che un non-ebreo delibera se chiedere o meno l'ammissione al popolo ebraico. Nello [[w:Stato di Israele|Stato di Israele]], la domanda "Chi è ebreo?" è stata una questione politica importante, poiché la "[[w:Aliyah|Legge del Ritorno]]" (''hoq ha-shevut'') che garantisce l'ammissione e la cittadinanza a qualsiasi ebreo, è formulata in modo vago. In diverse occasioni, la questione è stata oggetto di decisioni fondamentali della Corte Suprema israeliana.<ref>Si veda oltre, specificamente, nei Capp. successivi.</ref> Sicuramente, la risposta a questa domanda determinerà in larga misura come comprendiamo sia ciò che ci separa dal resto del mondo sia ciò che ci collega a esso.
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Il carattere storico essenzialmente libero del rapporto di alleanza tra Dio e Israele è fondamentalmente precluso da due visioni molto diverse dell'ebraismo. Ciò che entrambe queste visioni hanno in comune, nonostante le loro vaste differenze, è la loro visione essenzialmente astorica del rapporto tra Dio e l'uomo e/o Dio e Israele. Come vedremo a breve, queste visioni astoriche precludono essenzialmente una costituzione della dottrina biblico-rabbinica classica dell'elezione di Israele.
La preclusione più radicale all'elezione viene dalla filosofia dell'archetipico ebreo moderno rinnegato, [[Baruch Spinoza]]. Fu lui ad iniziare il processo di disconnessione della filosofia dalla rivelazione storica. Per Spinoza (come vedremo più in dettaglio nel prossimo Capitolo), la verità è ciò che è necessario e universale. Non è qualcosa rivelato da un atto libero dall'Alto in un determinato momento. Invece, è eterna e scopribile in qualsiasi momento, cioè, ovviamente, da chiunque sia abbastanza intelligente e desideroso di scoprirla. L'eternità e la storia sono idee che si escludono a vicenda. Ma se questo fosse tutto ciò che Spinoza affermò, potrebbe comunque essere visto come un proseguimento della tradizione della [[w: teologia razionale|teologia razionale]] del Medioevo. Così [[Maimonide]], per citare un esempio importante, considera la rivelazione il livello più alto di intellezione della verità eterna che è possibile per l'intelligenza finita. Per lui e per gli altri in questa tradizione teologica, la visione ebraica della verità eterna su Dio, tuttavia, occupa ancora una posizione storica privilegiata.<ref>Si veda Maimonide, ''Commentario alla Mishnah'': Shemonah Peraqim, intro.; ''Mishneh Torah'': Avodah Zarah, 11.16 e ''Qiddush Ha-Hodesh'', 17.24.</ref> La Torah contiene in sé la verità eterna in forma esoterica (''sitrei torah'').<ref>Cfr. [[Maimonide]], ''[[Guida dei perplessi]]'', 3, intro.
Il progetto radicale di Spinoza aprì la strada al secolarismo ebraico e all'ateismo che fondamentalmente assume. Per Spinoza, un rapporto con un Dio intelligibile e scientificamente legittimo e un rapporto con il popolo ebraico come tradizionalmente costituito si escludevano a vicenda. Optò, quindi, per Dio a scapito di Israele. In tal senso, fu tutt'altro che ateo, come invece le generazioni successive pensavano che fosse. Il secolarismo ebraico, d'altra parte, optando per il popolo ebraico, mentre allo stesso tempo presupponeva che se c'era un Dio poteva essere solo come il Dio di Spinoza, scelse quindi il popolo ebraico a scapito di Dio. E più radicali di Spinoza o dei laicisti ebrei sono quegli ebrei che hanno costantemente abbracciato il [[w:marxismo|marxismo]]. Poiché le premesse marxiste non lasciano spazio né a Dio né a Israele.<ref>Pertanto, nel suo primo saggio ''[[w:Sulla questione ebraica|Sulla questione ebraica]]'', l'ateismo e l'antisemitismo di Marx sono presentati in tandem. Cfr. {{de}} ''[[:de:w:Zur Judenfrage|Zur Judenfrage]]'' (Berlino, 1919).</ref>
Il punto in comune tra Spinoza, che lasciò volontariamente il popolo ebraico, e i laicisti, che rimasero nel popolo ebraico, è che il Dio trascendente della [[w:Tanakh|Bibbia]], dei [[w:Rabbinismo|rabbini]], dei teologi razionalisti e dei [[w:Cabala ebraica|cabalisti]], è costantemente negato. Di conseguenza, anche l'elezione di Israele è necessariamente negata. Solo il Dio trascendente potrebbe averlo scelto. Spinoza, e coloro che sono suoi eredi se non suoi veri discepoli, precludevano già l'esistenza di questo Dio dalla loro visione del mondo.
=== Particolarismo ed elezione ===
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[[Categoria:Israele – La scelta di un popolo|Introduzione]]
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