Israele – La scelta di un popolo/Introduzione: differenze tra le versioni

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Le relazioni logiche basilari esposte dall'analisi filosofica in questa proposizione teologica sono le seguenti: (1) Israele è legato a Dio a causa della sua elezione da parte di Dio; (2) Israele è legato a Dio a causa della rivelazione della Torah datagli da Dio; (3) Israele è disgiunto dalle nazioni del mondo a causa della sua elezione da parte di Dio.
 
Da questa disgiunzione (significato originario di "analisi") logica emergono due domande chiave: (1) Qual è il rapporto tra l'elezione di Israele e il dono della Torah? (2) La disgiunzione di Israele dalle nazioni del mondo è determinata dalla sua sola elezione, o dalla sua elezione ''e'' dal dono della Torah? Più avanti cercherò di mostrare come queste due domande siano correlate e che la risposta all'una implica necessariamente la risposta all'altra. Prima che ciò possa essere fatto, tuttavia, è necessario vedere una serie di implicazioni [[w:ontologia|ontologiche]].
 
All'inizio, dobbiamo essere consapevoli che la dottrina dell'elezione di Israele implica che il rapporto tra Dio e Israele è essenzialmente storico. È un processo temporale continuo iniziato da un atto gratuito del Dio creatore. Le alternative a questa relazione unicamente elettiva sono tre.
 
'''Primo''': Dio non è relazionato ad Israele per necessità naturale, nel modo in cui i figli sono legati ai loro genitori biologici per necessità naturale. Infatti, sebbene questo tipo di relazione inizi in un momento specifico e sia, quindi, temporale, ciò non implica che sia il risultato di una scelta particolare. Solo quest'ultimo può essere propriamente definito ''storico''; quindi tutto ciò che è storico è temporale, ma non tutto ciò che è temporale è storico.<ref>Per la differenza tra tempo storico (''regal sha’ah'') e tempo fisico (''zeman''), cfr. R. Judah Loewe (Maharal), ''Gevurot Ha-Shem'' (Cracovia, 1582), intro., 2 e cap. 41; anche, ''Netsah Yisra’el'' (Praga, 1599), capp. 27-28.</ref> Inoltre, anche se il rapporto è scelto dai genitori (che o "volevano" il figlio in virtù della propria autonomia, oppure che avevano scelto di osservare il comandamento scritturale, "Siate fecondi e moltiplicatevi"<ref>Si noti che il comandamento di procreare (Gen. 9:1; cfr. M. Yevamot 6.6; B. Yevamot 65b e ''Tos.'', ''s.v.'' "ve-lo"; Rabbenu Nissim [Ran] su ''Alfasi'': Kiddushin, cap. 2, mendicare. ) è pronunciato ''alla'' prima coppia umana (''lahem'') in contrapposizione alla creazione per istinto animale di procreare (si veda Nahmanide, ''Commentario alla Torah'': Gen. 1:22).</ref>), anche se ovviamente non dai figli, non implica che i membri elettivi di questa relazione abbiano anche una relazione preventiva e continua con un maggior numero di possibili oggetti di scelta. Al contrario, Dio sceglie Israele, ma Dio è e rimane il creatore e il sostenitore delle nazioni del mondo, anzi dell'intero universo. Dio avrebbe potuto scegliere altre persone, o nessuna persona.
 
'''Secondo''': l'elezione di Israele da parte di Dio non è la stessa cosa della moderna istituzione dell'adozione di figli. Infatti, sebbene il rapporto tra queste persone non possa essere considerato di necessità naturale (come spesso accade tra i genitori biologici e la loro prole), tuttavia, anche se i genitori adottivi hanno la possibilità di scegliere ''quale'' figlio vogliono, non stanno scegliendo tra la propria creazione.
 
=== Preclusioni essenziali della dottrina classica ===