Sorpresa: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Tirando le somme: testo+compl.
Riga 290:
Dopo la guerra, il governo israeliano costituì una commissione per esaminare quello che era successo e cosa era andato storto. Fu diretta dal capo della [[w:Corte suprema di Israele|Corte Suprema di Israele]], [[:en:w:Shimon Agranat|Shimon Agranat]].<ref>Altri membri includevano [[w:Moshe Landau|Moshe Landau]], un giudice della Corte, e [[w:Yigael Yadin|Yigael Yadin]].</ref> I membri della Commissione intervistarono testimoni, esperti, soldati, ufficiali e funzionari. Il rapporto preliminare, emesso il 2 aprile 1974 fu insolito, in quanto nominava nomi. Il Capo di Stato Maggiore ([[w:David Elazar|David Elazar]]), il capo dell'Intelligence militare ([[:en:w:Eli Zeira|Eli Zeira]], il vicecapo dell'Intelligence militare (Arieh Shalev), il dirigente della Sezione Egiziana del Mossad (Ten. Col. Yona Bandman) — a tutti fu richiesto di dimettersi e di essere licenziati. Sebbene il rapporto non nominasse Golda Meir, anche a lei furono fatte forti pressioni. Era il suo governo e i suoi ministri avevano fallito miseramente.
 
Vedere Golda Meir in questa situazione, in pubblico, fu una vera tortura per gli ebrei della generazione dei miei genitori. Era come vedere la propria madre appassire davanti ai propri occhi. Golda Meir era una di quelle persone che sembravano rappresentare più di se stesse — un ideale, un popolo, una forza motrice. Ben-Gurion era ''il vecchio'', il nonno del progetto, ma Golda era la ''yiddish mama''.<ref>Ecco perché è stata rappresentata di continuo in film e al teatro: da [[w:Anne Bancroft|Anne Bancroft]] a Broadway in ''Golda''; da [[w:Ingrid Bergman|Ingrid Bergman]] in ''[[w:Una donna di nome Golda|A Woman Called Golda]]''; da [[w:Tovah Feldshuh|Tovah Feldshuh]] e [[w:Valerie Harper|Valerie Harper]] in ''[[:en:w:Golda's Balcony (film)|Golda's Balcony]]''; da [[w:Lynn Cohen|Lynn Cohen]] in ''[[w:Munich (film)|Munich]]'', e via dicendo. Il Presidente dell'Ucraina, [[w:Volodymyr Zelens'kyj|Zelenskyy]], in uno dei suoi recenti appelli televisivi alle nazioni, parlando al Knesset, ha ricordato che [[w:Kiev|Kiev]] è stata la città natale di Golda Meir.</ref> Nel 1975 avevo la sua autobiografia, ''My Life'' (1973) costantemente sulla mia scrivania. La sua foto, grigia e sgualcita come un antico documento, me la mostrava con un gran naso e orecchie e sembrava esser lì, con me e contemporaneamente altrove, in una stanza al di là della Storia, meditabonda. L'anziana signora con le ricette e il vassoio di biscotti, ma i cui occhi trasparivano una storia differente: una vita dura, cose a lei note ma non discusse. Poiché era la ''sua'' vita, doveva forse essere la tua?<br/>
(Questo il Sionismo di Golda, in una frase)
 
Ha incarnato ciò che ho sempre sospettato delle vecchiette nell'ultima fila del ritratto di famiglia – la vecchia Sara, la vecchia Rebecca, la vecchia Ester, in abito scuro e scarpe goffe – che il mezzo sorriso nascondeva un altro sé, che quando si trattava di proteggere la propria gente, poteva essere d'acciaio, persino spietata, brutale e cattiva. Queste donne, quando invecchiano, perdono il filtro che separa ciò che pensano da ciò che dicono e così, a volte, dicono cose straordinarie:
 
:GOLDA<nowiki>:</nowiki> Questa nazione è nostra. Nessuno si deve alzare la mattina e preoccuparsi di cosa pensa di lui il vicino.
 
:GOLDA<nowiki>:</nowiki> Abbiamo vinto le nostre guerre, ma le abbiamo pagate care. Non vogliamo altre vittorie.
 
:GOLDA<nowiki>:</nowiki> Gli arabi smetteranno di combatterci quando ameranno i propri figli più di quanto odiano gli ebrei.
 
{{Immagine grande|Yom Kippur War (0-78192-רג).jpg|840px|Golda Meir in visita alla sponda occidentale del Canale di Suez, accompagnata dallo Stato Maggiore (29 ottobre 1973)}}
In Israele, l'ufficio del primo Ministro devasta chiunque lo tocchi. Perché la pressione è troppo intensa. Perché non c'é margine d'errore. Perché, come disse Golda, "Gli arabi possono combattere e perdere, ma noi possiamo perdere solo una volta." Perché sei reponsabile non solo della tua propria nazione, ma di tutti gli ebrei. (La strada si arrampca attraverso le montagne, con precipizi su entrambi i fianchi.) [[w:Levi Eshkol|Eskhol]] si esaurì e morì; [[w:Menachem Begin|Begin]] impazzì; [[w:Yitzhak Rabin|Rabin]] fu afflitto da scandali e poi venne assassinato; la testa di Sharon implose e il cervello gli si riempì di sangue.
 
[[File:Golda Meir grave.JPG|150px|thumb|La tomba di Golda Meir al cimitero del [[w:Monte Herzl|Monte Herzl]]]]
Gold Meir rassegnò le dimissioni il 10 aprile 1974, una settimana dopo che la Commissione Agranat pubblicò la sua relazione. Disse quanto segue; "Non posso più sopportare questo giogo. Sono arrivata alla fine della strada." Morì di cancro nel dicembre 1978. Aveva ottant'anni. Aveva vissuto in Russia (poi Ucraina e Bielorussia) e a [[w:Milwaukee|Milwaukee]], ma fu seppellita sul [[w:Monte Herzl|Monte Herzl]], a Gerusalemme. Si può vedere la sua tomba nel rispettivo cimitero, una lastra nera, moderna su un monte antico, dove il deserto si estende vasto in ogni direzione.
 
I membri della Commissione riservarono le parole più dure per Shmuel Gonen. Era stato il Generale Patton con occhiali specchiati, ma divenne il Capitano Queeg con la sua isteria e debolezza. Lo chiamarono timido e nervoso e lo incolparono di aver comandato dal retro. Di aver perso tempo a dibattere invece di attaccare:
{{citazione|Gonen failed to fulfill his duties adequately and bears much of the responsibility for the dangerous situation in which our troops were caught.}}
Fu destituito nel 1975, senza altro incarico. Se ne andò dal suo ufficio in abiti borghesi, si cercò un altro lavoro, ma più che altro rimuginò tra sé le passate battaglie. Incolpò Moshe Dayan della sua disgrazia e spesso si immaginò di andare nel suo ufficio a sparargli.<ref>Lo rivelò ad un giornalista anni dopo.</ref> Se ne andò da Israele e si mise a viaggiare senza tregua; nel 1982, un giornalista israeliano lo rintracciò nello [[w:Zaire|Zaire]]. Morì nel 1991, in viaggio d'affari in Europa. I suoi beni furono inviati alla famiglia in Tel Aviv: tra le sue cose, c'era un orologio da polso, un libro sulla [[w:Cabala ebraica|Cabala]] e una mappa del [[w:Penisola del Sinai|Deserto del Sinai]].
 
== Note ==