Guida maimonidea/Filosofia e concetti: differenze tra le versioni

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Alcuni nostri saggi dicono che la venuta di Elia precederà l'avvento del Messia. Ma nessuno è nella posizione di sapere i particolari di ciò e cose simili finché non avvengano. Non sono dichiarate esplicitamente dai Profeti. Né i Rabbini hanno alcuna tradizione che riguardi tali materie. Sono guidati esclusivamente da quello che i Testi scritturali sembrano implicare. Vi è dunque una divergenza di opinione in merito all'oggetto. Ma ad ogni modo né la sequenza esatta di quegli eventi né i relativi dettagli costituiscono dogma religiosi. Nessuno si dovrebbe mai occupare dei temi leggendari o passare troppo tempo su dichiarazioni midrashiche riguardanti questo o simili questioni. Non li si deve considerare di primaria importanza, poiché non conducono né al timor di Dio né all'amor Suo. Nessuno deve calcolare la Fine. Dissero i Rabbini: ''Maledetti coloro che calcolano la fine'' ([[Guida maimonidea/Bibliografia|BT ''Sanhedrin'' 97b]]). Si deve aspettare (il suo arrivo) e accettare in principio questo articolo di fede, come abbiamo affermato precedentemente.|"Leggi sui Re e le Guerre", 12:2}}
 
Un intenso coinvolgimento nell'apocalisse messianica e il calcolo delledella Fine mancano quindi di qualsiasi valore religioso e non aggiungono nulla alla nostra conoscenza del futuro, che è comunque ignoto. Non favorisce né amore né timore di Dio. Secondo Maimonide, la trasformazione messianica sarà un cambiamento della situazione politica della nazione ebraica, che sarà liberata dall'asservimento alle nazioni del mondo, e la formazione di uno spazio nel quale sarà possibile realizzare la Torah in pieno. Sottomissione ed esilio precludono la sviluppo della perfezione umana, poiché sottopongono la vita umana a preoccuparsi delle necessità basilari dell'esistenza. La raccolta degli esuli è quindi connessa alla liberazione dall'asservimento alle nazioni.<ref name="DovSch"/>
 
Maimonide rigetta l'interpretazione che la Terra di israele abbia una qualche qualità inerente ed unica che la renda uno spazio sacro in cui risiede la profezia. La scomparsa della profezia durante l'esilio non deve essere associata alla distanza territoriale da uno spazio sacro, come sostengono R. Yehuda Ha-Levi e altri dopo di lui. Secondo Maimonide, la ragione che la profezia non discende sulle persone in esilio è che queste vivono in circostanze di asservimento e stress, che ne limitano gli orizzonti. Nella ''Guida'', dopo aver dichiarato che la tristezza e lo stress del profeta ne causano un'interruzione di profezia, Maimonide continua descrivendo la situazione in esilio: