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[[w:Moshe Dayan|Moshe Dayan]] era cresciuto in una di quelle città: [[w:Degania Alef|Degania]], sulle sponde meridionali del [[w:Mar di Galilea|Mar di Galilea]]. La mattina del secondo giorno, si diresse a nord in auto. Ecco cosa disse a David Ben-Eliezer, Capo dell'Esercito: "Vado a vedere se perderemo il Golan." Si mise agirare per il fronte, esaminando foto di ricognizione e studiando cifre e contingenti. Le informazioni dell'Intelligence lo proccuparono drammaticamente. Cominciò a sentirsi cupo, cinereo, ostile. Era come quel trucco nei vecchi film in cui l'eroe aitante invecchia velocemente davanti agli occhi del pubblico. I siriani sfonderanno, disse. E devasteranno la nazione. Fu in questo frangente che Dayan cominciò a parlare di Israele come del [[w:Terzo Tempio|Terzo Tempio]]. In principio lo mormorò a se stesso, poi agli amici, infine ai colleghi ufficiali. Abbiamo costruito il Terzo Tempio, ci siamo riusciti, spiegò. È il moderno Israele. E sta per bruciare.
 
Dayan fu forse il primo leader israeliano a capire la vera natura del progetto: la sua grandiosità e presunzione — che i sionisti avevano trasformato il Libro, la Torah, in un Tempio, piccolo e santo e circondato da mura. Il cambviamento era stato così rivoluzionario ed era accaduto così velocemente che la maggioranza delle persone non se n'era accorta. Troppo vicini; ancora troppo presto. Forse se il cielo si rasserena, o vengono presi dalla smania, o disperazione, allora forse se ne accorgerebbero. Il Terzo Tempio! Questo successe a Dayan quando si ritrovò sulle Alture del Golan, mentre guardava i carri armati siriani col binocolo, i loro cingoli che si arrampicavano sui bastioni.
 
Il 9 ottobre, un generale israeliano chiamato Ehud Peled stava guidando nel Golan. Vide un uomo seduto da solo lungo la strada, che guardava la [[w:Valle di Hula|Valle di Hula]]. Peled parcheggiò e attraversò il campo. Poi si accorse che quell'uomo era Moshe Dayan che guardava la battaglia dei carri armati. Ogni tanto si vedeva un lampo nella vallata, un'esplosione, una nuvola di fumo. Era una scena che, oltre a svilupparsi orizzontalmente, si dispiegava verticalmente. C'era il terreno, dove corpi giacevano nel loro sangue; c'erano i carri armati, con i carristi rinchiusi nel buio ad esaminare quadranti e interruttori; c'era il cielo in cui sibilavano proiettili e artiglieria; c'erano le Alture dove, nascosto in una fenditura, il generale con la pezza all'occhio aveva lo stesso punto d'osservazione dell'[[w:Arcangelo Gabriele|Arcangelo Gabriele]] che guarda l'ultima battaglia. Peled mise una mano sulla spalla di Dayan. Dayan alzò lo sguardo con le lagrime agli occhi. "Non vedi cosa sta accadendo?" disse, "Stiamo perdendo il nostro Terzo Tempio."
 
Più tardi quel giorno, Dayan prese un elicottero e fece un giro del Sinai. Vide soldati israeliani che si ritiravano. Scese, si mise a camminare tra gli uomini. Tutto il fronte era stato bombardato. Si rifiutò di ripararsi, e parlava costantemente del Terzo Tempio. "Bevvi un sacco di caffè nero nel Sud col Generale Gonen ed i suoi ufficiali, ma non riuscii a calmare la mia inquietudine," scrisse in seguito. "Quando ritornai in volo a Tel Aviv, non riuscii a ricordarmi di un qualche momento del passato in cui avevo provato una tale angoscia. Se fossi stato personalmente in pericolo, coinvolto in qualche incidente fisico, sarebbe stato più semplice. Lo sapevo da esperienze trascorse. Ma ora avevo una sensazione diversa. Israele era in pericolo, ed il risultato poteva essere fatale."
 
Informò i giornalisti a Tel Aviv, esternando loro le proprie paure: la nazione è il Tempio e i romani hanno sfondato le mura esterne. Disse che avrebbe trasmesso questo messaggio alla televisione quella sera. Dopo l'incontro diversi giornalisti andarono da Golda Meir e le dissero quanto segue: Non far andare Moshe Dayan alla TV. Creerà solo panico.<ref>Il capo israeliano dell'Intelligence militare apparve alla TV al posto di Dayan e non menzionò mai il Terzo Tempio.</ref>
 
Dayan incontrò Golda Meir e Ben-Eliezer e altri leader israeliani in ''"The Pit"'', un seminterrato nel complesso militare del [[w:Ministero della difesa (Israele)|Ministero della difesa]]. Molti furono meno terrorizzati dal rapporto di Dayan di quanto non lo furono dalle sue sembianze. Sembrava agitato, distrutto. Suggerì che il governo ordinasse la mobilitazione di vecchi e bambini, come avevano fatto i tedeschi alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Consigliò che venissero date pistole e [[w:lanciagranate|lanciagranate]] a tutti i cittadini del Nord. Esclamò: "Golda, oh Golda, il nostro Terzo Tempio è in pericolo!" Ehud Peled, che non era così pessimista, iniziò a chiamare The Pit "il seminterrato dell'Olocausto".
 
Moshe Dayan, nella sua ''Story of My Life'':
{{citazione|The prime minister and the other ministers were shocked, largely I think because I said I did not believe we could at this moment throw the Egyptians back to the other side of the Canal. It was clear from their critical cross-questioning after my realistic remarks that they thought the weaknesses lay not in our current military situation but in my personal character, that I had lost my confidence.}}
Dayan suggerì che l'esercito formasse una linea difensiva in mezzo al Sinai, vi si ritirasse e salvasse il salvabile.
 
Sharon, sentendolo, esplose: ''"Hai perso il cervello, Moshe? Non è questo il momento di piegarsi. È il momento di attaccare. Colpirli! Colpirli! Ricordiamo loro chi siamo, dannazione!"'' Questo fu forse il ruolo più importante giocato da Sharon in questa guerra: esigendo, insistendo e rifiutando di agire da sconfitto, trascinò dietro di sé i suoi superiori verso la vittoria. "Venticinque anni fa, quando stavamo confrontandoci con la nostra estinzione nella [[w:Guerra arabo-israeliana del 1948|Guerra di Indipendenza]], mai una volta perdemmo fiducia", scrisse in seguito Sharon. "Allora come mai cademmo così in basso, quando lottavamo a quasi duecento miglia da casa? Per quanto malvagia fosse stata questa guerra, non ho mai pensato che fossimo sull'orlo della distruzione. Sapevo quanto fosse precaria la nostra posizione nel Golan e anche nel Sinai. Ma non fu mai come quei primi sei mesi della Guerra di Indipendenza."
 
 
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== Il punto di svolta ==