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In breve, gli israeliani erano diventati troppo sicuri di sé ed avevano smesso di pensare con la paranoia apprensiva propria degli ebrei. Credettero alla loro stessa propaganda: che i nuovi ebrei erano dei super uomini, che un manipolo di loro potevano sconfiggere qualsiasi esercito arabo in qualsiasi situazione. (Non avevano infatti che pochi soldati alle frontiere.) Sottovalutarono il nemico. Dopo aver esaminato le foto satellitari alcuni giorni prima della guerra, Moshe Dayan disse ai suoi comandanti: "Vi fa venire un infarto solo al calcolare i numeri: hanno 1100 pezzi di artiglieria contro i nostri 802 pezzi; hanno cinquantamila uomini contro i nostri cinquemila. Voi gente non prendete abbastanza sul serio gli arabi!"
 
Israele non mobilitò le proprie riserve se non quando fu troppo tardi. Gli egiziani avevano fatto tante di quelle ''finte'' che gli israeliani pensavano che ogni minaccia fosse un [[w:bluff|bluff]]. [[w:Anwar al-Sadat|Anwar Sadat]] aveva per esempio chiamato il 1971 l'anno della decisione, ma tale anno era iniziato e finito senza incidenti. Se Israele si mobilitava per ogni singola minaccia, la nazione sarebbe andata in fallimento. Alcuni credevano che questo fosse il piano dell'Egitto. Pertanto i comandanti israeliani decisero di rischiare, scommettendo che non ci sarebbero stati attacchi, e se ci fossero stati, l'esercito avrebbe respinto velocemente gli invasori. Poco prima dell'invasione, un generale israeliano disse ad un dirigente del Mossad: "È compito dell'Intelligence di salvaguardare i nervi della nazione, e non di far impazzire il pubblico e minare l'economia. Non vi permetto di pensare anche minimamente di mobilitare riservisti."
Israele non mobilitò le proprie riserve se non quando fu troppo tardi.
 
Tutto ciò era il frutto della campagna egiziana della disinformazione, in cui gli isreliani erano tenuti ad indovinare. Ogni giorno, soldati egiziani venivano mandati sul Canale con canne da pesca, a bighellonare sulla sponda, mentre dietro di loro il vero esercito si preparava all'invasione.
 
Ecco come Moshe Dayan descrisse la prima mattina delle guerra nella sua autobiografia:
{{citazione|In the east the sky was red and gold. A light sea breeze came from the west. A silent, tranquil dawn. Even the birds were quiet. It was Yom Kippur, the most sacred day in the Jewish calendar. There was not a soul on the streets.}}
Il giorno iniziò così. Quando finì c'erano centinaia di israeliani morti nel Deserto del Sinai. La frontiera era stata sfondata e i soldati israeliani intrappolati nelle fortificazioni dietro le linee nemiche. Queste installazioni erano in realtà ''[[w:bunker|bunker]]'' rinforzati – ce n'erano due dozzine allineati a catena lungo il Canale<ref>L'installazione della linea difensiva era stata controversa; Gen. [[w:Haim Bar-Lev|Haim Bar-Lev]] la considerava una difesa inespugnabile che avrebbe richiesto un numero minimo di truppe, mentre altri la consideravano una trappola mortale.</ref> – dove un manipolo di uomini resistette per settimane; divennero una metafora della nazione in guerra, una piccola ridotta arenata in un grande mare arabo.
 
Alcuni chilomentri a est, una raccolta di soldati messa insieme velocemente, la prima di coloro che erano stati mobilitati, cercò di respingere gli egiziani, ma vennero subito sbaragliati. Fu il primo shock: gli egiziani non scappavano, come avevano fatto nel 1967. Combattevano, e con forza prorompente.
 
[[w:Ariel Sharon|Ariel Sharon]], nel suo ''Warrior'':
{{citazione|I stood on the dunes as tanks and APCs withdrew past the observation post. I stopped some of the men to talk and saw something strange on their faces – not fear but bewilderment. Suddenly something was happening to them that had never happened before. These were soldiers who had been brought up on victories – not easy victories maybe, but nevertheless victories. It was a generation that had never lost. Now they were in a state of shock. How could it be that these Egyptians were crossing the canal right in our faces? How was it that they were moving forward and we were defeated?|[[w:Ariel Sharon|Ariel Sharon]], ''Warrior: The Autobiography of Ariel Sharon'', 2001}}
Al tramonto, cinquatamila egiziani avevano attraversato Suez — una sviluppo che, il giorno prima, sarebbe stato impensabile e impossibile. In una settimana, di egiziani ce ne sarebbero stati centomila. Attraversarono dozzine di punti lungo il Canale, su ponti di barche che si snodavano attraverso le acque oleose. Gran parte dei primi successi dell'Egitto si fondavano su armamenti importati dall'Unione Sovietica. I [[w:missile terra-aria|missili terra-aria (SAM)]], schierati lungo il Canale, respinsero le [[w:Heyl Ha'Avir|forze aeree israeliane]], che da tempo erano state considerate i grande vantaggio tattico di Israele, cacciandole dal campo di battaglia. I [[w:RPG (lanciarazzi)|lanciarazzi]] russi respinsero i soldati israeliani. [[w:Missile filoguidato|Missili filoguidati]] russi devastarono intere colonne di [[w:carro armato|carri armati]] israeliani.
 
== Devastazione ==