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Tanto per cominciare, gli israeliani (come ho detto precedentemente) pensavano di aver già vinto, che la vittoria del 1967 fosse la fine decisiva del conflitto. Nel 1971 Moshe Dayan, allora ministro della Difesa, concesse un'intervista al settimanale ''[[w:Time|Time]]'' in cui prometteva che non ci sarebbero state guerre per almeno dieci anni. "Siamo alle soglie del coronamento del ritorno a Sion", spiegava Dayan. Ogni rapporto dell'[[w: intelligence|intelligence]], non importa quanto fosse preoccupante, doveva adattarsi a questa ''certezza''. Nei mesi prima dell'attacco, il [[w:Mossad|Mossad]] – agenzia dei servizi segreti israeliani – emise undici avvertimenti generici. C'erano infatti dozzine di indizi preoccupanti: gli egiziani che mobilitavano le proprie truppe, spostandole lungo il [[w:Canale di Suez|Canale di Suez]], acquisti massicci di armi, l'oscuramento dei fari dei loro autocarri. Gli aerei da trasporto russi trasferivano i diplomatici sovietici con rispettive famiglie fuori dall'Egitto. Poi, una settimana prima dell'invasione, che (guarda caso) avvenne durante il [[w:Ramadan|Ramadan]], ai soldati mussulmani venne detto di rompere il digiuno. La notte successiva, una pattuglia israeliana trovò impronte sulla sabbia rastrellata lungo il Canale.
 
Golda Meir nacque nel 1898 a Kiev, [[w:Ucraina|Ucraina]], dove [[w:pogrom|pogrom]] prima e [[w:Olocausto in Ucraina|nazisti]] poi, gli ebrei non avrebbero avuto una vita facile.E così la sua famiglia si trasferì a [[w:Milwaukee|Milwaukee]], negli Stati Uniti, quando aveva otto anni. Visse anni ''americani'', prendendo l'autobus per andare a scuola, leggendo tascabili, mangiando [[w:crema inglese|crema inglese]], ma ricordandosi di [[w:Sion (monte)|Sion]]. Si sposò a ventun anni e fece l'[[w:Aliyah|Aliyah]]. Raccolse mandorle in una fattoria nella [[w:Piana di Esdraelon|Valle di Jezreel]], ma era schietta e ambiziosa e si fece strada in posizioni di autorità, prima nel suo [[w:kibbutz|kibbutz]], poi nel suo partito politico. Al momento della [[w:Piano di partizione della Palestina|partizione UNGA]], Golda era arrivata ai vertici della direzione [[w:Sionismo|sionista]] ([[w:David Ben Gurion|Ben Gurion]] famosamente la chiamò "l'uomo migliore al governo".) Nel 1948 le fu assegnata una missione importante. Travestita da araba, attraversò il [[w:Giordano (fiume)|fiume Giordano]] per incontrare [[w:TalalAbd Allah I di Giordania|Abdullah bin al-Hussein]], allora re di [[w:Giordania|Giordania]], che cercò di persuadere a star fuori dalla guerra. L'incontro fu vano, ma rese famosa Golda. Continuò poi a servire in vari incarichi, tra cui ambasciatrice presso l'Unione Sovietica e come ministro degli Esteri. Divenne [[w:Primi ministri di Israele|primo ministro di Israele]] nel 1969, quando aveva già i capelli grigi, simpatica nonna col peso del mondo sulle spalle.
 
Alcuni giorni prima dell'attacco, Golda venne contattata da [[w:Husayn di Giordania|Hussein bin Talal]] che era succeduto al padre e al nonno quale re di Giordania. "Dobbiamo incontrarci", le aveva detto. Arrivò in gran segreto, con l'elicottero, indossando un completo nero e una [[w:kefiah|kefiah]], volto aperto e confidente.<ref>L'Egitto e la Siria lanciarono la guerra dello Yom Kippur contro Israele nel [[w:Penisola del Sinai|Sinai]] e nelle alture del Golan il 6 ottobre 1973 ({{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2022-04-18|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=363-384|ISBN=9781400078288}}) Secondo una rivelazione di [[w:Benjamin Netanyahu|Benjamin Netanyahu]] del tutto non dimostrata, nel suo libro ''A Durable Peace'' (1993, aggiornato nel 2000), Hussein sarebbe segretamente volato a [[w:Tel Aviv|Tel Aviv]] il giorno prima della guerra del Kippur per avvertire le autorità israeliane dell'imminente attacco. In cambio Israele avrebbe garantito alla Giordania la sicurezza del piccolo regno, intervenendo per stroncare qualsiasi attacco condotto contro il suo territorio. Non esiste però alcun serio riscontro a una simile affermazione. Hussein aveva incontrato segretamente Golda Meir a Tel Aviv il 25 settembre. Voci diffuse nel mondo arabo ventilarono l'ipotesi che il re avesse informato Meir delle intenzioni arabe ({{Cita libro|nome=P. R.|cognome=Kumaraswamy|titolo=Revisiting the Yom Kippur War|url=https://books.google.it/books?id=g1TkFQgzp5cC&pg=PA14&redir_esc=y|accesso=2022-04-18|data=2013-01-11|editore=Routledge|lingua=en|ISBN=9781136328954}}) Ḥusayn discusse con Meir solo ciò che entrambi già sapevano, che l'esercito siriano era in allerta.</ref> Prese Golda a braccetto e le disse: "Si sta preparando qualcosa di terribile," continuando "Sta arrivando la guerra. I siriani sono già appostati." Hussein non voleva la guerra; temeva la Siria più di quanto non temesse Israele. Ma il suo monito, poiché non si adattava alla precedente convinzione – che la guerra era stata già vinta – venne scartato.<ref>Ecco cosa dissero gli analisti al Primo Ministro: I siriani non attaccheranno senza gli egiziani; gli egiziani non attaccheranno senza missili che possano colpire Tel Aviv. Poiché non hanno tali missili, non ci sarà guerra.</ref>
 
Il giorno prima dell'attacco, il capo del Mossad, [[w:Zvi Zamir|Zvi Zamir]], s'incontrò a Londra con un [[w:doppio gioco|agente doppiogiochista]] egiziano che da tempo inviava informazioni a Israele.<ref>L'identità di questo uomo rimane un mistero — alcuni israeliani pensano fosse un ufficiale egiziano di alto rango, un parente di Nasser deluso dal nuovo regime di Sadat.</ref> Questi disse a Zamir che gli egiziani avrebbero attraversato il Canale all'alba. Tuttavia, poiché aveva dato informazini errate in passato, anche questa informazione venne respinta.
 
== Devastazione ==