Ascoltare l'anima/Capitolo 12: differenze tra le versioni

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Mentre Kivy afferma che l'eccitazione dell'emozione da parte della musica non ha nulla a che fare con l'espressione dell'emozione da parte della musica, ci sono quelli all'estremità opposta dello spettro che affermano che l'espressione non è altro che l'eccitazione dell'emozione. Pochi mantengono tale opinione in questa forma esplicita. Da un lato, sembra certamente che un brano musicale possa suscitare emozioni che non esprime, come quando mi sento sconvolto e mi vengono le lacrime agli occhi a sentire ''"[[w:Jingle Bells|Jingle Bells]]"'' perché mi ricorda i perduti Natali di una volta. Anche se ''"Jingle Bells"'' mi fa sentire triste, non esprime tristezza. E d'altra parte, anche se molte persone concordano sul fatto che ''"Jingle Bells"'' esprime allegria o gioia, non tutti rispondono con allegria o gioia: molti di noi salutano la famosa melodia con irritazione o noia. Tuttavia, l'idea che l'espressione musicale debba avere qualcosa a che fare con l'eccitazione dei sentimenti è dura a morire. Ci sono stati diversi tentativi recenti di dimostrare che la teoria dell'eccitazione, opportunamente modificata, ha un nocciolo di verità.
 
[[File:Beethoven SymphonyNo.3Eroica LudwigVanBeethoven-SymphonyNo.3InEFlatMajorEroicaOp.55-02-MarciaFunebreAdagioAssai.ogg|235px|right|thumb|''[[w:Sinfonia n. 3 (Beethoven)|Eroica]]'' di Beethoven: Marcia Funebre, ''Adagio assai'']]
[https://www.google.co.uk/books/edition/Music_Value_and_the_Passions/eT5iQgAACAAJ?hl=en Aaron Ridley, nel suo libro ''Music, Value and the Passions''], difende quella che chiama una "weak arousal theory" dell'espressione musicale. Pensa che le emozioni indotte dalla musica aiutino a identificare le emozioni che la musica esprime. Ridley sostiene che diventiamo consapevoli dei gesti musicali espressivi per mezzo di una risposta empatica. Ad esempio, quando ascolto la Marcia Funebre dalla sinfonia dell’''[[w:Sinfonia n. 3 (Beethoven)|Eroica]]'' di Beethoven, "in attending to the musical gestures I come to be aware of their heavyhearted, resolute quality through the very process of coming myself to feel heavyhearted but resolute".<ref>Aaron Ridley, ''Music, Value, and the Passions'' (Ithaca, NY: Cornell University Press, 1995), 128.</ref>
 
Ridley si concentra sui "melismatic gestures", cioè gesti musicali che assomigliano a "items in the expressive repertoire of extramusical human behavior, either physical or vocal".<ref>''Ibid.'' 192.</ref> È d'accordo con la ''doggy theory'' secondo cui la musica somiglia spesso a "the tone, inflections and accents of the expressive human voice"<ref>''Ibid.'' 76.</ref> o a "the motions characteristic of certain forms of passionate experience".<ref>''Ibid.'' 94.</ref> Tuttavia, per Ridley un gesto [[w:melisma|melismatico]] non è solo espressivo in virtù di questa somiglianza. Potremmo essere tutti d'accordo sul fatto che ''"Jingle Bells"'' sia musica allegra a causa del modo vivace in cui si muove, ma non ne consegue che ''"Jingle Bells"'' sia musica particolarmente espressiva. La musica può essere triste o allegra senza commuoverci emotivamente: essere espressivi non è la stessa cosa che avere un "contour" triste o allegro.<ref>Penso che questo sia giusto riguardo alle "qualità espressive" in generale, come ho osservato nel Cap. 9.</ref> Per Ridley, se un gesto musicale è espressivo o meno dipende dal fatto che ci ''commuova o meno emotivamente'', e ciò che il gesto musicale esprime è in parte una funzione dell'esatta sfumatura di emozione che suscita negli ascoltatori.
{{citazione|To hear music as expressive is to have an experience of the music that has affective aspects, such that the melismatic gestures are heard as being expressive of the state, which, sympathetically, we experience. In the responsive listener, such states, because they are a mode of experiencing infinitely particular musical gestures, are themselves infinitely particular; and the states so conveyed, the expressive qualities of the music, may be described in as precise a manner as the nature of those states, and the possibilities of the listener's language, permit.|Ridley, ''Music, Value, and the Passions'', 138}}