Ascoltare l'anima/Capitolo 12: differenze tra le versioni

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=== Essere commossi dalla musica ===
Nel suo libro ''Music Alone'', [[:en:w:Peter Kivy|Peter Kivy]] rifiuta l'idea che la musica possa ''suscitare'' "garden variety emotions, fear, grief, joy, and the like"<ref>Peter Kivy, ''Music Alone: Philosophical Reflections on the Purely Musical Experience'' (Ithaca, NY: Cornell University Press, 1990), 175. Possiamo tradurre "garden variety" con "varietà da giardino" ad indicare varietà ordinarie, semplici(stiche), ma la traduzione non rende l'idea completamente. Manterrò quindi il termine {{en}}.</ref> che secondo lui la musica può invece ''esprimere''. Le emozioni della ''garden‐variety'' nella vita reale hanno "cognitive objects" che semplicemente non sono disponibili nella nostra esperienza musicale. Per illustrare il suo punto, Kivy descrive come suo Zio Charlie lo fa sempre arrabbiare raccontando bugie egoistiche su Zia Bella, e nota che in questo e in altri stati emotivi nella vita ordinaria c'è sempre qualcuno/qualcosa come lo Zio Charlie con cui sono arrabbiato o spaventato o felice. Ma quando si tratta di musica non c'è un candidato ovvio per l'oggetto dell'emozione, ciò di cui sono triste o felice o nostalgico o angosciato. "Where's the Uncle Charlie?"<ref>''Ibid.'' 149.</ref> come chiede esplicitamente Kivy.
 
Kivy assume qui una qualche versione della teoria del giudizio sulle emozioni. Un'emozione deve avere un oggetto cognitivo, qualcosa a cui è diretta o verso cui è diretta. La musica dal suo punto di vista non può evocare emozioni ''garden‐variety'' come tristezza e paura, perché gli ascoltatori non hanno le cognizioni che secondo lui sono essenziali per le emozioni. Si lamenta del fatto che molti teorici, incluso [[w:Cartesio|Cartesio]], presuppongono che la musica funzioni come un "stimulus object", che può stimolare direttamente il piacere, la tristezza o qualche altra emozione ''garden‐variety''. Ma se la musica fosse in grado di stimolare direttamente il piacere o qualsiasi altro stato emotivo, ciò equivarrebbe, pensa Kivy, a considerare la musica come una droga, conclusione a cui si oppone con veemenza e asserisce: "Music is not a stimulus object but a cognitive one. It is an object of perception and cognition"<ref>''Ibid.'' 40–1. Per la teoria del giudizio sull'emozione, si veda il [[Ascoltare l'anima/Capitolo 1|Capitolo 1]].</ref> e il nostro piacere per la musica deriva dalla sua comprensione, non dalla semplice stimolazione da parte sua.
 
Kivy riconosce, tuttavia, che a volte reagiamo emotivamente alla musica. Egli pensa che quando ciò accade la musica stessa sia l'oggetto cognitivo della nostra emozione. Possiamo essere emotivamente ''commossi'' dalla bellezza di un brano musicale, dall'"incomparabile maestria" del suo contrappunto o dal suo modo audace di superare i vincoli. Possiamo essere commossi in tutti questi modi da una sezione dell’''[[:en:w:Ave Maria ... Virgo serena|Ave Maria]]'' di [[w:Josquin Desprez|Josquin]] in cui il compositore scrive un bellissimo canone alla quinta con le voci a un solo battito di distanza.<ref>''Ibid.'' 159–60.</ref> In tali esempi stiamo rispondendo emotivamente ad aspetti della musica stessa, la sua bellezza e la sua aggraziata soluzione a un problema musicale.
 
Una delle cose da cui potremmo essere commossi in un brano espressivo di musica triste, è la tristezza che riconosciamo in esso, ma Kivy vuole insistere sul fatto che essere commossi dalla tristezza nella musica non è affatto la stessa cosa di essere rattristati dalla musica.
{{citazione|We must separate entirely the claim that music can arouse emotion in us from the claim that music is sometimes sad or angry or fearful: in other words, we must keep apart the claim that music is expressive (of anger, fear, and the like) and the claim that music is arousing in the sense of moving... a piece of sad music might move us (in part) because it is expressive of sadness, but it does not move us by making us sad.|''Ibid.'' 153}}
 
Allo stesso modo, sebbene possiamo essere commossi dalle proprietà espressive di un brano musicale, l'emozione di "being moved" non è normalmente ciò che viene espresso dalla musica. Le emozioni espresse sono abbastanza diverse dalle emozioni suscitate (se presenti) e indipendenti da esse.
 
Ci sono una serie di problemi con il punto di vista di Kivy. Innanzitutto, "being moved" non è l'unica risposta emotiva possibile alla musica. Come vedremo, le persone in effetti riferiscono di sentirsi felici, tristi, eccitati, malinconici, nostalgici e così via come risultato dell'ascolto di musica, e ci sono buone prove che hanno ragione. "Essere commossi" è solo una delle tante possibili risposte emotive che le persone hanno alla musica. In secondo luogo, non è chiaro a cosa significhi essere commossi. Sembra significare semplicemente essere in un certo stato emotivo, o forse essere in uno stato di eccitazione emotiva. In altre parole, si può presumere che Kivy dica che la musica evoca un qualche stato emotivo senza specificare quale sia tale stato. Non è chiaro, quindi, che ciò che viene evocato in questi casi non sia una sorta di emozione ''garden‐variety''. In effetti, dal momento che Kivy parla di uno stato emotivo suscitato dalla ''bellezza'' e dalla ''maestria'' della musica, forse "being moved" potrebbe essere interpretato come una miscela di ammirazione, stupore e gioia, o qualcosa del genere. Queste, tuttavia, sono presumibilmente emozioni ''garden‐variety'' del tipo che Kivy nega che la musica possa evocare.<ref>Ad essere onesti, Kivy è principalmente preoccupato di negare che siamo commossi nel sentire le emozioni ''garden‐variety'' che la musica esprime.</ref> In terzo luogo, il fatto che la musica a volte sia un oggetto cognitivo dell'emozione non esclude la possibilità che possa anche essere un oggetto di stimolo. Come vedremo più avanti (soprattutto nel [[Ascoltare l'anima/Capitolo 13|Capitolo 13]]), sebbene la musica sia a volte un oggetto cognitivo, può anche funzionare come oggetto di stimolo dell'emozione.
 
Infine, Kivy pensa che essere commossi dalla bellezza o dalla maestria di un brano musicale sia estraneo alle emozioni specifiche, se presenti, che la musica esprime. Ma anche se essere commossi dalla musica a volte è irrilevante per ciò che la musica esprime, può capitare spesso che quando siamo mossi da una particolare modulazione armonica o cambiamento di ritmo, o dal frammento reiterato di una melodia precedente, siamo in realtà commossi in parte da ciò che la musica ''esprime''.<ref>Forse Kivy lo riconosce: dice che possiamo essere commossi da una musica meravigliosamente espressiva. Ma, come sostiene Stephen Davies (''Musical Meaning and Expression'', 1994, 286): "there is no room in [Kivy's] account for the claim that the listener responds directly to the fact that the music expresses, say, sadness rather than happiness, or to the quality of the sadness expressed. Kivy's theory allows that how the sadness is expressed affects the listener's response—she reacts to the felicity or otherwise of the expressive achievement—but the theory makes no allowance for the idea that what is expressed shapes the response."</ref> In effetti, nel suo stesso esempio, possiamo essere commossi in parte dall’''espressione'' di riverenza sbalordita da parte di Josquin verso la Vergine. Inoltre, essere commossi in questo modo può ''attirare la nostra attenzione'' su ciò che viene espresso. Siamo commossi e quindi siamo portati a concentrarci non solo sulla maestria di Josquin e sulla bellezza e complessità della sua musica, ma anche su ciò che esprime in questo pezzo.
 
=== Sentire ciò che la musica esprime ===
Mentre Kivy afferma che l'eccitazione dell'emozione da parte della musica non ha nulla a che fare con l'espressione dell'emozione da parte della musica, ci sono quelli all'estremità opposta dello spettro che affermano che l'espressione non è altro che l'eccitazione dell'emozione. Pochi mantengono tale opinione in questa forma esplicita. Da un lato, sembra certamente che un brano musicale possa suscitare emozioni che non esprime, come quando mi sento sconvolto e mi vengono le lacrime agli occhi a sentire ''"[[w:Jingle Bells|Jingle Bells]]"'' perché mi ricorda i perduti Natali di una volta. Anche se ''"Jingle Bells"'' mi fa sentire triste, non esprime tristezza. E d'altra parte, anche se molte persone concordano sul fatto che ''"Jingle Bells"'' esprime allegria o gioia, non tutti rispondono con allegria o gioia: molti di noi salutano la famosa melodia con irritazione o noia. Tuttavia, l'idea che l'espressione musicale debba avere qualcosa a che fare con l'eccitazione dei sentimenti è dura a morire. Ci sono stati diversi tentativi recenti di dimostrare che la teoria dell'eccitazione, opportunamente modificata, ha un nocciolo di verità.
 
[https://www.google.co.uk/books/edition/Music_Value_and_the_Passions/eT5iQgAACAAJ?hl=en Aaron Ridley, nel suo libro ''Music, Value and the Passions''], difende quella che chiama una "weak arousal theory" dell'espressione musicale. Pensa che le emozioni indotte dalla musica aiutino a identificare le emozioni che la musica esprime. Ridley sostiene che diventiamo consapevoli dei gesti musicali espressivi per mezzo di una risposta empatica. Ad esempio, quando ascolto la Marcia Funebre dalla sinfonia dell’''Eroica'' di Beethoven, "in attending to the musical gestures I come to be aware of their heavyhearted, resolute quality through the very process of coming myself to feel heavyhearted but resolute".<ref>Aaron Ridley, ''Music, Value, and the Passions'' (Ithaca, NY: Cornell University Press, 1995), 128.</ref>
 
Ridley si concentra sui "melismatic gestures", cioè gesti musicali che assomigliano a "items in the expressive repertoire of extramusical human behavior, either physical or vocal".<ref>''Ibid.'' 192.</ref> È d'accordo con la ''doggy theory'' secondo cui la musica somiglia spesso a "the tone, inflections and accents of the expressive human voice"<ref>''Ibid.'' 76.</ref> o a "the motions characteristic of certain forms of passionate experience".<ref>''Ibid.'' 94.</ref> Tuttavia, per Ridley un gesto melismatico non è solo espressivo in virtù di questa somiglianza. Potremmo essere tutti d'accordo sul fatto che ''"Jingle Bells"'' sia musica allegra a causa del modo vivace in cui si muove, ma non ne consegue che ''"Jingle Bells"'' sia musica particolarmente espressiva. La musica può essere triste o allegra senza commuoverci emotivamente: essere espressivi non è la stessa cosa che avere un "contour" triste o allegro.<ref>Penso che questo sia giusto riguardo alle "qualità espressive" in generale, come ho osservato nel Cap. 9.</ref> Per Ridley, se un gesto musicale è espressivo o meno dipende dal fatto che ci ''commuova o meno emotivamente'', e ciò che il gesto musicale esprime è in parte una funzione dell'esatta sfumatura di emozione che suscita negli ascoltatori.
{{citazione|To hear music as expressive is to have an experience of the music that has affective aspects, such that the melismatic gestures are heard as being expressive of the state, which, sympathetically, we experience. In the responsive listener, such states, because they are a mode of experiencing infinitely particular musical gestures, are themselves infinitely particular; and the states so conveyed, the expressive qualities of the music, may be described in as precise a manner as the nature of those states, and the possibilities of the listener's language, permit.|Ridley, ''Music, Value, and the Passions'', 138}}
 
 
 
=== Ascoltare con immaginazione ===
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