Ascoltare l'anima/Capitolo 9: differenze tra le versioni

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=== Esprimere emozioni nella pittura ===
{{Immagine grande|Caspar David Friedrich - Sunburst in the Riesengebirge - 1-2019 - Saint Louis Art Museum.jpg|840px|''Sprazzo di sole nei [[w:Monti dei Giganti|Riesengebirge]]'', di [[w:Caspar David Friedrich|Caspar David Friedrich]] (1835)}}
Anche i dipinti rappresentativi possono esprimere emozioni in un duplice modo. Da un lato un dipinto può trasmettere un punto di vista presentando una visione del mondo presa dal punto di vista di una persona in preda a una particolare emozione. D'altra parte, un dipinto può anche trasmettere qualcosa di com'è per una persona vedere il mondo in quel modo: può mostrare la persona stessa e come l'emozione la influenza. [[w:Caspar David Friedrich|Caspar David Friedrich]], pittore [[w:Romanticismo|romantico]] per eccellenza, ci mostra una visione del mondo dal punto di vista di uno in stupore davanti alla spiritualità dell'universo. In dipinti come ''The Watzmann'' o ''Morning Mist in the Mountains'', Friedrich elimina il primo piano del paesaggio rinascimentale e consente allo spettatore di fluttuare, "deprived of, thus unanchored by, a central vantage point". Dissocia la prospettiva lineare dalla prospettiva atmosferica (cioè la trasmissione della distanza mediante l'indistinzione), "which produces visual malaise and suggests a law other than that governing empirical experience".<ref>Jean Clay, ''Romanticism'' (Secaucus, NJ: Chartwell Books, 1981), 199.</ref> Il risultato è un'espressione di meraviglia nell'essere nel mezzo di una Natura vasta e misteriosa intrisa di spiritualità, e una sorta di ''estasi'' interiore nel sentirsi spiritualmente tutt'uno con la Natura.
 
In molti dei dipinti di Friedrich c'è una "persona", solitamente vista da dietro, la cui visione dell'universo sembriamo condividere mentre guardiamo il dipinto. In alcuni, come '''''[[w:La grande riserva|La grande riserva]]''''' di Dresda (vedi immagine sotto), la ''persona'' è presunta. Sta in piedi alle nostre spalle mentre osserviamo ciò che il dipinto rappresenta. [[:en:w:Richard Wollheim|Richard Wollheim]] è d'accordo. Vede in Friedrich la scelta del punto di vista più alto in questa immagine perché era principalmente interessato alla persona che vede il paesaggio da tale prospettiva, una persona che Wollheim identifica con l'artista stesso, "the nature‐artist of early‐nineteenth‐century Pietism who, through study and meditation, arrives at the secrets of nature, which are in effect the secrets of its maker."<ref>Wollheim, ''Painting as an Art'', 133.</ref>
{{Immagine grande|Caspar David Friedrich 007.jpg|840px|''[[w:La grande riserva|La grande riserva]]'', di [[w:Caspar David Friedrich|Caspar David Friedrich]] (1832)}}
 
I dipinti di [[w:Eugène Delacroix|Delacroix]] ci mostrano una sfaccettatura molto diversa del Romanticismo, ma molti di essi sono anche espressioni per eccellenza di emozioni in senso romantico. In Delacroix, tuttavia, il personaggio artistico dietro i dipinti mostra un carattere completamente diverso da quello di Friedrich, né Delacroix rappresenta se stesso o implica la propria presenza come spettatore delle scene che dipinge. Rileviamo invece lo stesso Delacroix ''nel modo in cui dipinge'' i suoi soggetti.
 
Friedrich dipinge in uno stile relativamente realistico e non pittorico. Esprime una visione personale del mondo mostrando il modo in cui il mondo appare al suo spettatore implicito. E Friedrich non è noto per la sua pittura di figure: dove ci sono figure nel suo quadro tendono ad essere spettatori, assumendo il ruolo di spettatore implicito della scena. I sentimenti di Friedrich nei confronti della natura sono espressi dal punto di vista sulla natura che le sue immagini riprendono. Quasi tutti i dipinti di Delacroix, invece, sono dipinti di figure e quasi tutti raccontano una storia. Esprimono le emozioni dell'artista (o della sua ''persona'') in parte nella scelta delle storie da raccontare ma principalmente nel modo in cui le storie vengono trattate. Prima di tutto, Delacroix enfatizza l'espressione delle emozioni dei personaggi che ritrae: le loro espressioni facciali, posture, gesti e azioni o tendenze all'azione, esprimono le proprie emozioni e queste emozioni sono generalmente emozioni provate in ''momenti estremi''. I personaggi di Delacroix sono vittime di massacri, rivoluzionari che cavalcano le barricate e marciano attraverso un campo di cadaveri, o combattenti impegnati in lotte mortali spesso con bestie feroci. Gli animali nelle sue immagini sono essi stessi personaggi, spesso raffigurati mentre combattono con altri animali o con esseri umani ed esprimono emozioni selvagge e disperate.
{{Immagine grande|La Barque de Dante (Delacroix 3820).jpg|840px|''La Barque de Dante'', di [[w:Eugène Delacroix|Eugène Delacroix]] (1822)}}
Tuttavia, come abbiamo visto nella nostra discussione sullo [[w:Smilay|Smiley]] sorridente e sullo Smiley triste, ci sono modi più o meno ''espressivi'' per rappresentare l'espressione delle emozioni da parte di personaggi. Altrettanto importante per l'effetto dei dipinti di Delacroix è il suo ''stile'' di pittura. Delacroix dipinge le espressioni emotive dei suoi personaggi con colori vibranti, pennellate tumultuose e composizioni violentemente vorticose, e quindi riesce ad articolare e chiarire le emozioni delle creature che raffigura in modo tale che sembra che lo spettatore possa effettivamente sentire ciò che stanno provando. E questo a sua volta è in gran parte dovuto al modo in cui Delacroix dipinge le espressioni emotive dei suoi personaggi in cui, a sua volta, articola ed esprime le ''sue proprie'' emozioni (o quelle della sua ''persona'' pittorica).
 
Come più di un commentatore osserva, Delacroix ama dipingere "momenti di transizione, momenti di incertezza, tensione e indecisione". La scena che Delacroix sceglie di rappresentare tipicamente "poses the struggle, the conflict, the precariousness, rather than the resolution—the moment when the action could go either way",<ref>Michele Hannoosh, ''Painting and the Journal of Eugène Delacroix'' (Princeton, NJ: Princeton University Press, 1995), 91. [[w:Kenneth Clark|Kenneth Clark]] nota che Delacroix "agreed with Leonardo that the first requisite of the painter of histories is the power of seizing those fleeting gestures in which men reveal their emotions". Cita Delacroix che dice a Baudelaire, "if you can't make a drawing of a man who has thrown himself out of a fourth floor window before he hits the ground, you will never be able to paint ‘de grandes machines’". Kenneth Clark, ''The Romantic Rebellion: Romantic Versus Classic Art'' (New York: Harper & Row, 1973), 203.</ref> come "the precise instant when the sharp edge of a blade is about to slice into the flesh of an animal or a warrior".<ref>Clay, ''Romanticism'', 154.</ref> Questo è certamente vero per ''La Chasse aux lions'' (1855), qui appresso. Delacroix ha scelto di ritrarre il momento più drammatico dello scontro, quando i leoni attaccano uomini e cavalli terrorizzati e i cavalieri si preparano a conficcare le spade nelle belve. Vediamo terrore, aggressività, risolutezza espressi dai personaggi (sia uomini che bestie). Ma non osserviamo spassionatamente queste emozioni nei protagonisti; siamo anche consapevoli dell'appassionata eccitazione di Delacroix, l'artista o artista implicito. Come dice Clay:
{{citazione|Delacroix laid out upon a blocked, irregular ground a kind of chromatic vortex, an oval and rather flat mass of colour that looks as if it might have been generated by an expanding, girational movement. The strokes, ‘plunged deep like sword thrusts’ (Théophile Silvestre), reinforce the lightning swiftness of the action. Each one assumes ‘the direction of the form itself,’ as [Théophile] Thoré noted in 1847, ‘and contributes towards a sense of relief. As the modeling turns, the artist's brush turns in the same direction, and the impasto, which follows the direction of the light, never goes against the illumination radiating throughout the picture.’}}
{{Immagine grande|Delacroix lion hunt 1855.JPG|840px|''La Chasse aux lions'', di [[w:Eugène Delacroix|Eugène Delacroix]] (1855)}}
L'impatto del quadro è ottenuto, come dice Silvestre, "by the violence of the artist's hand... It does not derive from details and their treatment but from the furious movement that sweeps them up, distorting the imagery as required in order to subordinate each part to the effect of the whole."<ref>''Ibid.''</ref> La composizione complessiva è composta da un ovale vorticoso in cui leoni, cavalli e cavalieri sono le parti mobili costituenti. L'apparente violenza del trattamento di Delacroix corrisponde alla violenza della scena rappresentata e alla violenza delle emozioni espresse.
 
=== Esprimere emozioni nella scultura e nell'architettura ===