Ascoltare l'anima/Capitolo 8: differenze tra le versioni

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Il libro di Alan Tormey ''The Concept of Expression'' è un saggio elegante e persuasivo che è ampiamente riconosciuto per aver demolito la Teoria dell'espressione una volta per tutte.<ref>Si potrebbe pensare che io stia sprecando il mio tempo ad attaccare una teoria vecchia di 30 anni, ma le è stata data una nuova vita da Peter Kivy in ''The Corded Shell'' ed è ancora ampiamente accettata.</ref> Sebbene molto più sottile del trattamento di Hospers, si attiene a una linea molto simile. Tormey abbozza una generica teoria dell'espressione ('''E'''-'''T''') che, secondo lui, è comune a Dewey, Ducasse, Collingwood, Carritt, Gotshalk, Santayana, Tolstoy e Véron, "whatever their further differences may be".<ref>Tormey, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Concept_of_Expression/bJ99BgAAQBAJ?hl=en ''The Concept of Expression''], 103.</ref> La sua stessa formulazione della teoria proclama la vittoria di un'attenta filosofia analitica sulla confusione [[w:Romanticismo|romantica]]:
{{citazione|(E‐T) If art object O has expressive quality Q, then there was a prior activity C of the artist A such that in doing C, A expressed his F for X by imparting Q to O (where F is a feeling state and Q is the qualitative analogue of F).|''Ibid.''}}
Tormey afferma di caratterizzare la teoria in un modo inteso a richiamare l'attenzione "to the intimate relation that the Expression Theorists thought holds between the activity of the artist and the expressive qualities of the work."<ref>''Ibid.'' 104 n. 17.</ref> Sostiene poi che l'errore fondamentale nella Teoria dell'Espressione (E-T) è "its assumption that the existence of ''expressive qualities'' in a work of art implies a prior act of ''expression''".<ref>''Ibid.'' 104.</ref> Tormey pensa che E-T sostenga che se un'opera d'arte esprime un'emozione, ciò implica che il compositore o il poeta o il pittore sta effettivamente vivendo l'emozione espressa. Per esempio, egli pensa che da E-T ne consegua che se scopriamo che [[w:Gustav Mahler|Mahler]] non era in realtà in uno stato di "despair or resignation" durante il periodo della composizione di ''[[w:Das Lied von der Erde|Das Lied von der Erde]]'', il Teorico dell'Espressione deve negare che qualsiasi parte dell'opera stessa esprima disperazione o rassegnazione. Commenta che ciò non è plausibile "since it implies that statements ostensibly about the music itself are in fact statements about the composer".<ref>''Ibid.'' 104–5.</ref> Se un'opera ha determinate "qualità espressive" è una questione di melodie, armonie, ritmi e così via, nell'opera stessa; non ha nulla a che vedere con lo stato d'animo dell'artista: "Statements about the expressive qualities of an artwork remain, irresolutely [''sic''], statements ''about'' the work, and any revision or rejection of such statements can be supported only by referring to the work itself. Statements attributing expressive properties to works of art are statements about the works themselves and the presence of expressive properties does not entail the occurrence of a prior act of expression".<ref>''Ibid.'' 105-6 </ref> In altre parole, le opere d'arte possono avere ''qualità espressive'', ma non sono ''espressioni'' di nessuno stato emotivo nei loro creatori — nel modo in cui pensavano Collingwood e Dewey.
 
Secondo Tormey, ci sono due caratteristiche distintive di tutto ciò che conta come "espressione". Prima di tutto, "expressions are always of intentional states, states that have intentional objects, something or other that they are directed towards or are ‘about’, such as a belief or desire ''that'' it will rain or ''that'' Bobby will return safely from the war, or an emotion such as relief ''that'' it is about to rain or sadness ''about'' the war and Bobby's fate."<ref>''Ibid.'' 30. Ma sicuramente il dolore può essere espresso, anche se il dolore non è diretto verso nulla? È solo una sensazione come la fame o la sete. E per quanto riguarda gli stati d'animo, gli umori? Non possono essere espressi anche se potrebbero non riguardare nulla in particolare? Sul dolore, Tormey risponde che non è la sensazione priva di oggetto del dolore che viene espressa, ma "attitude or feeling of distress or dislike,... having the sensation as its object", ''ibid.'' 27. E quanto agli stati d'animo, nega che gli stati d'animo siano privi di oggetti: gli oggetti sono semplicemente "unknown, unrecognized, or repressed,... or too diffuse to be easily located or precisely described", ''ibid.'' 34. Trovo queste risposte poco convincenti. Per prima cosa, trovo il concetto di intenzionalità irrimediabilmente vago e, in secondo luogo, non c'è motivo per cui gli stati psicologici "interni" non possano essere espressi nel comportamento "esterno", indipendentemente da quanto precisamente o imprecisamente quegli stati siano delineati. Tuttavia, non mi fermerò a discutere ulteriormente il caso.</ref>
 
In secondo luogo, le espressioni giustificano sempre certi tipi di inferenze. In generale, "A is expressing φ" implica che "A is (or has) φ".<ref>''Ibid.'' 58.</ref> Quindi, se il comportamento di Fred è una "expression of φ", allora c'è una "warrantable inference" dal comportamento di Fred a uno stato intenzionale φ in Fred. Se, ad esempio, la postura accasciata di Fred, la bocca rivolta verso il basso e gli accessi di lacrime sono una "expression of gloom", allora siamo autorizzati a dedurre dall'espressione di Fred che lui stesso si sente "gloomy". Ma dal punto di vista di Tormey c'è un'enorme differenza tra dire che il comportamento di Fred è una "expression of gloom" e dire che è una "gloomy expression". Se il suo comportamento è semplicemente una "gloomy expression", non abbiamo il diritto di fare alcuna inferenza sugli stati interiori di Fred. Ha una "gloomy expression", ma forse è proprio così che è fatto. Un cane bassotto può avere una "gloomy expression" simile, ma non possiamo dedurre che il bassotto si senta "gloomy". È semplicemente nato con un muso del genere.<ref>L'esempio è di Stephen Davies. Peter Kivy preferisce il San Bernardo, un cane che ha una "faccia triste" simile, indipendentemente dal fatto che sia effettivamente felice o triste. Si veda il Cap. 10 per ulteriori informazioni sulla teoria ''canina'' dell'espressione musicale.</ref>
 
La principale accusa di Tormey contro E-T è che non riesce a distinguere tra essere una "expression of φ" ed essere una "expression φ". Pensa che E-T tratti l'espressione artistica come l'espressione di φ, dove φ sta per uno stato psicologico nell'artista, poeta o compositore, mentre dovrebbe essere trattata semplicemente come un'espressione φ o il possesso di proprietà espressive come "gloomy" o "nostalgic". Proprio come l'espressione cupa di Fred non deve necessariamente essere l'espressione di una qualche tristezza in Fred, così un'opera d'arte – una poesia, una sinfonia o un dipinto – può essere un’''espressione'' cupa, rassegnata, gioiosa o disperata senza essere un’''espressione di'' tristezza, rassegnazione, gioia o disperazione nel creatore dell'opera. Tormey sostiene che se affermiamo che un brano musicale è espressivo di φ o un'espressione di φ, questa proposizione dovrebbe essere intesa come "containing ‘expression’ or ‘expressive’ as syntactic parts of a one‐place predicate denoting some perceptible quality, aspect, or ''gestalt'' of the work itself".<ref>Tormey, ''The Concept of Expression'', 121.</ref> In altre parole, dire che la musica è espressiva di φ significa semplicemente dire che la musica ha determinate qualità espressive; non implica nulla sugli stati interiori del compositore.
 
=== Difesa della teoria classica dell'espressione ===