Ascoltare l'anima/Capitolo 7: differenze tra le versioni

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Lazarus ritiene che le emozioni debbano essere considerate come transazioni tra l'organismo e il suo ambiente e che ogni particolare emozione – rabbia, paura, invidia, vergogna e così via – corrisponda a un unico "core relational theme, which summarizes the personal harms and benefits residing in each person–environment relationship".<ref>Richard S. Lazarus, ''Emotion and Adaptation'' (New York: Oxford University Press, 1991), 39.</ref> Esempi includono "a demeaning offense against me and mine" (rabbia), "facing uncertain existential threat" (ansia), "facing an immediate, concrete, and overwhelming physical danger" (paura) e "having failed to live up to an ego‐ideal" (vergogna).<ref>Per ulteriori particolari, si veda la mia discussione nel [[Ascoltare l'anima/Capitolo 1|Capitolo 1]].</ref>
 
Un aspetto importante della teoria di Lazarus è l'idea che le valutazioni che definiscono particolari emozioni nominabili sono di due tipi generali. Da un lato ci sono "primary appraisals" che riguardano "whether and how an encounter is relevant to a person's well‐being and are based on the personal relevance of what is happening, which in turn depends on goal commitments and transactional stakes in a particular environmental context."<ref>Lazarus, ''Emotion and Adaptation'', 145.</ref> Invece di distinguere le componenti come fanno Scherer ed Ellsworth, Lazarus classifica le valutazioni primarie in base alla loro rilevanza per gli obiettivi o le preoccupazioni di una persona. Si dice che le tre componenti delle valutazioni primarie siano "goal relevance, goal congruency or incongruency, and type of ego‐involvement".<ref>''Ibid.'' 39.</ref> Nei miei termini queste valutazioni primarie svolgono il ruolo delle valutazioni affettive iniziali che innescano una risposta emotiva e il processo emotivo nel suo insieme.<ref>D'altra parte, l'elenco di emozioni con "core relational themes" proposto da Lazarus è molto più lungo dell'elenco di "basic emotions" di Ekman.</ref> In effetti Lazarus riconosce che queste valutazioni primarie possono essere rapide, automatiche e inconsce.
 
D'altra parte ci sono "secondary appraisals which have to do with the options for coping and expectations". Si dice che le tre componenti delle valutazioni secondarie siano "blame or credit, coping potential, and future expectations".<ref>Lazarus, ''Emotion and Adaptation'', 39.</ref> Ciascuna l'emozione è quindi definita da un tema relazionale centrale che è costruito da un particolare schema di valutazioni primarie e secondarie.
 
Non c'è bisogno di esaminare in dettaglio la teoria di Lazarus. L'aspetto su cui voglio concentrarmi è la sua idea che le emozioni implicano una sequenza di valutazioni, in cui una valutazione primaria di come una certa situazione sia rilevante per il nostro benessere lascia il posto a una rivalutazione o valutazione secondaria di quella situazione come valutata dalla valutazione primaria. Sono particolarmente interessato alla valutazione secondaria su quanto bene posso ''affrontare (= cope)'' la situazione.
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Lazarus definisce "coping" come costituito da "cognitive and behavioral efforts to manage specific external or internal demands (and conflicts between them) that are appraised as taxing or exceeding the resources of the person... Coping may flow from the emotion and be aimed at changing the conditions of the emotion or the emotion itself, but it also ‘directly and indirectly affects subsequent appraisals (reappraisals), and it is therefore also a causal antecedent of the emotion that follows."<ref>''Ibid.'' 112.</ref>
{{citazione|Coping can alter emotions in three fundamental ways: first by actions on the environment or person which changes the troubled relationship, hence the relational meaning, and the resulting emotion; second, by affecting attention deployment, as in psychological avoidance, which takes one's mind off the trouble even if only temporarily—without changing the relational meaning; third, by changing the way the relationship is appraised, and hence the relational meaning, and the resulting emotion.|Richard S. Lazarus, "Universal Antecedents of the Emotions"<ref>Richard S. Lazarus, "Universal Antecedents of the Emotions", in Paul Ekman e Richard J. Davidson (curr.), ''The Nature of Emotion: Fundamental Questions'' (New York: Oxford University Press, 1994), 166.</ref>}}
Il primo tipo di ''coping'' è "problem‐focused": si tratta di azioni volte a cambiare l'interazione persona-ambiente e a risolvere il problema posto dall'emozione: il cane mi sta minacciando, ma gli parlo dolcemente e lo calmo. Non sono sicuro che sia molto perspicace includere l'azione intrapresa per affrontare una valutazione primaria come "coping". In ogni caso non avrò nulla da dire sul ''coping'' incentrato sul problema (= problem‐focused) che assume la forma di un cambiamento dell'incontro reale tra persona e ambiente.
 
Gli altri tipi di ''coping'' – quelli di cui mi occupo in questo Capitolo – sono strategie ''"emotion‐focused"'' o ''"cognitive coping"''. Prendono la forma dell'evitamento o dell'"internal restructuring", cioè non cambiando l'interazione persona-ambiente in sé, ma cambiando il suo significato. Anche se queste strategie di coping cognitivo
{{citazione|Even though these cognitive coping strategies do not change the actual relationship, they change its meaning, and therefore the emotional reaction. For example, if we successfully avoid thinking about a threat, the anxiety associated with it is postponed. And if we successfully deny that anything is wrong, there is no reason to experience the emotion appropriate to the particular threat or harm—say, anxiety, anger, guilt, shame, envy, or whatever.|Lazarus, ''Emotion and Adaptation'', 112}}
In generale, "coping directly follows an initial appraisal of harm, threat, or challenge and can modify the subsequent appraisal, thereby changing or even short‐circuiting the emotional reaction".<ref>''Ibid.'' 113.</ref> Pertanto, nel mio esempio precedente, le varie rivalutazioni della morte di mia madre esemplifica i diversi modi in cui affronto la mia perdita e cerco di diminuire la mia tristezza (cfr. ancora ''Fig. 1'').
 
Alcuni dei primi esperimenti di Lazarus sul processo di ''coping'' negli anni 1960 utilizzavano le risposte dei soggetti a un film muto raffigurante una primitiva cerimonia della pubertà, in cui venivano praticate incisioni con un pezzo di selce nel pene e nello scroto di ragazzi adolescenti. Lazarus e i suoi colleghi eseguirono varie semplici manipolazioni che ben dimostravano che le persone riuscivano a ''gestire'' le proprie reazioni emotive a questo film inquietante. Un modo semplice per convincere le persone a rivalutare le situazioni che stavano guardando era semplicemente ''dire'' ai soggetti di distaccarsi dall'impatto emotivo del film o di coinvolgersi in modo più completo. Un sistema un po' più complesso per convincere le persone a rivalutare la situazione e a fare un ''regestalt'' era aggiungere una colonna sonora. Una era una colonna sonora di "negazione" ("These boys really enjoy participating in this important tribal ceremony..."), e un'altra era una colonna sonora di "distanziamento" che intellettualizzava ciò che veniva mostrato in termini scientifici o antropologici.<ref>Cfr. per esempio Richard S. Lazarus e Elizabeth Alfert, "Short‐Circuiting of Threat by Experimentally Altering Cognitive Appraisal", ''Journal of Abnormal and Social Psychology'' 69 (1964).</ref> Venne dimostrato che queste varie strategie di ''coping'' moderano la risposta emotiva, diminuendo "negative emotions such as anger and anxiety" e aumentando "positive emotions such as happiness and confidence".<ref>Lazarus, ''Emotion and Adaptation'', 114.</ref>
 
In altri esperimenti, il collaboratore di Lazarus, Folkins, diceva ai soggetti che stavano per ricevere una scossa elettrica e specificava diversi periodi di attesa per diversi gruppi di soggetti. All'inizio ogni gruppo di soggetti riceveva un segnale lampeggiante, che annunciava "shock in 30 seconds", "shock in 1 minute", ecc. Il disagio soggettivo e le reazioni psicofisiologiche di ciascun soggetto venivano registrati mentre aspettavano.
{{citazione|Stress reactions were found to be greatest in the briefest waiting‐time period, but less in 3‐ or 5‐minute waits. Interviews showed that alarm was generated in those subjects with the short waiting periods and that this alarm was mitigated by all sorts of reappraisals when enough time was given. For example, subjects in the groups with 3‐ and 5‐minute waiting periods used the longer time to reappraise what was going on in the experiment, saying to themselves that the professor conducting the study would not dare to truly injure them and that shock from an inductorium couldn't be a valid cause for alarm. In effect, when time was short, subjects felt an elemental dread, but with sufficient time for deliberation and reappraisal, they considered all sorts of realistic and reassuring thoughts, which reduced the experienced stress and distress. There is a great temptation now to call this ''cognitive coping''.|''Ibid.'' 155.}}
 
=== La forma come meccanismo di difesa ===