Ascoltare l'anima/Capitolo 6: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
Riga 182:
 
Sia Carroll che Levinson tendono a minimizzare il ruolo del lettore nell'interpretazione scrivere delle intenzioni dell'autore come se ci fosse una procedura relativamente semplice per scoprire cosa sono. Scoprire le intenzioni dell'autore è davvero importante, ma l'interpretazione richiede anche di scoprire com'è l'autore – non solo le intenzioni che manifesta, ma anche gli atteggiamenti e le convinzioni inconsce che ha – e come "ella/egli" viene interpretata/o dipenderà necessariamente dalle sensibilità e ipotesi di fondo del lettore. Un autore implicito è in un modo importante una costruzione del lettore. In altre parole, autori impliciti e lettori impliciti ballano mano nella mano in un circolo [[w:ermeneutica|ermeneutico]].
 
=== Chi viene educato? ===
[[File:Edward Harrison May - Edith Wharton - Google Art Project.jpg|235px|thumb|Ritratto di [[w:Edith Wharton|Edith Wharton]] da bambina, eseguito da [[:en:w:Edward Harrison May|Edward Harrison May]] (1870)]]
[[:en:w:Louis Auchincloss|Louis Auchincloss]] inizia la sua introduzione all'[[:en:w:Crowell-Collier Publishing Company|edizione Collier]] di ''The Reef'' dicendo quanto segue:
{{citazione|The reader must be prepared for a moral climate in which extra‐marital physical love is considered damning to a woman and only mildly reprehensible to a man. If Anna Leath is going to strike the reader as a prude for opposing her step‐son's engagement to a woman who has been another man's mistress, and as a fool for attempting, for the same reason, to break off her own pending marriage to that other man, then ''The Reef'' is not for him [''sic'']|Wharton, ''The Reef'', p. vii}}
Non avrei dovuto porre la domanda in questo modo. Non è così sciocco non gradire quando l'uomo che sta per proporre di sposarti si ferma lungo la strada per una breve relazione, o offendersi quando si scopre che il proprio amato figliastro sta per sposare l'ex amante del proprio futuro marito! Comunque sia, tuttavia, in questa citazione Auchincloss solleva abilmente la domanda che deve essere affrontata da qualsiasi forma di "[[:en:w:Reader-response criticism|reader‐response theory]]": possono esserci letture o interpretazioni errate o inadeguate di un'opera d'arte o di letteratura?
 
Iser sottolinea che i lettori "riempiono le lacune" in un testo, ma spesso sembra implicare che esiste un modo ideale per farlo, un lettore ideale che riempirà le lacune nel modo giusto. Altri teorici della ''reader‐response theory'', tuttavia, hanno sottolineato che il riempimento delle lacune porta necessariamente a interpretazioni diverse da parte di lettori diversi che arrivano al testo con atteggiamenti, interessi e desideri diversi e ipotesi di fondo diverse. Io stesso ho sottolineato che interpretazioni diverse dipendono in parte dalle diverse esperienze emotive dei lettori, e le esperienze emotive che abbiamo saranno sicuramente influenzate dalle nostre diverse personalità e atteggiamenti. Ho affermato che non può esistere un insieme di convinzioni e valori di fondo "giusti" che i lettori devono avere per interpretare correttamente un romanzo, e che ci sono molte interpretazioni possibili che sono ugualmente appropriate al testo, anche se incoerenti tra loro. Ma ci sono interpretazioni che possiamo liquidare come semplicemente errate o inadeguate rispetto al testo? Ci sono risposte emotive inadeguate, che ''non dovremmo avere''? Anche se non esiste un lettore ideale di un romanzo, ci sono lettori le cui interpretazioni sono errate o inadeguate perché basate su risposte emotive sbagliate o inadeguate?
 
[[:en:w:Norman N. Holland|Norman Holland]], su cui tornerò più in dettaglio nel prossimo Capitolo, ha affermato che lettori diversi danno interpretazioni diverse e reciprocamente inconsistenti dello stesso testo a causa delle loro diverse personalità o "identity themes". Ha studiato, ad esempio, come le diverse interpretazioni dei lettori del racconto di [[w:William Faulkner|Faulkner]], "[[:en:w:A Rose for Emily|A Rose for Emily]]", apparentemente dipendano dalle loro diverse personalità.<ref>Norman Holland, ''Five Readers Reading'' (New Haven: Yale University Press, 1975). Il suo studio non è rigoroso scientificamente.</ref> Per Holland le differenze di interpretazione sono differenze tra i singoli lettori e le loro personalità individuali. Ha poco da dire sulle risposte inappropriate e, date le sue ipotesi teoriche, non credo che riconosca che possa esistere una cosa del genere.
 
In una serie di saggi della sua raccolta "Is there a Text in this Class?" [[w:Stanley Fish|Stanley Fish]] difende una posizione meno individualistica.<ref>Stanley Fish, ''Is There a Text in This Class?: The Authority of Interpretive Communities'' (Cambridge, Mass.: Harvard University Press, 1980).</ref> Fish pensa che in un certo senso l'interpretazione sia sempre indeterminata e indecidibile, poiché ci sono infiniti modi diversi in cui può essere interpretata la stessa frase o insieme di frasi. Ciò che rende un'interpretazione "accettabile" è la sua accettazione da parte di una comunità o sottocomunità letteraria. Fish illustra il suo punto con alcuni esempi volutamente oltraggiosi: una lettura di ''A Rose for Emily'' in cui il ''tableau'' di Emily e suo padre sulla soglia della loro casa descrive un [[w:eschimese|eschimese]], e una lettura di ''[[w:Orgoglio e pregiudizio|Pride and Prejudice]]'' di [[w:Jane Austen|Jane Austen]] in cui il il trattamento del signor Collins è del tutto serio e privo di ironia. (Prende i suoi esempi da altri critici, che dicono che ''sicuramente qui c'è un'interpretazione che il testo non sosterrà!'') È interessante notare che Fish fa la sua tesi suggerendo in entrambi i casi che sono state scoperte prove fino ad ora sconosciute sull'autore. Viene scoperta una lettera di Faulkner in cui "he confides that he has always believed himself to be an Eskimo changeling".<ref>''Ibid.'' 346.</ref> E vengono scoperte nuove prove su Jane Austen – "a letter, a lost manuscript, a contemporary response" – che dimostrano che le sue intenzioni non erano mai ironiche; stava "celebrating" non "satirizing" la "narrow and circumscribed life of a country gentry".<ref>''Ibid.'' 347.</ref>
 
Nel sostenere la sua tesi, Fish si basa sul principio che ho già discusso, che dovremmo interpretare un'opera in modo coerente con ciò che probabilmente l'autore intendeva. Per questi motivi possiamo escludere la lettura eschimese di ''A Rose for Emily'' e la lettura seria di Mr Collins, dal momento che non sono state scoperte lettere come quelle che Fish immagina e abbiamo una buona idea di cosa fossero sia Faulkner che Jane Austen come persone e come scrittori. In altre parole, la posizione di Fish, sebbene apparentemente radicale, si basa su un principio critico piuttosto conservatore.
 
Ma il punto più ampio di Fish secondo cui ci sono molte interpretazioni incoerenti ma ugualmente legittime fatte da diverse "comunità interpretative" o gruppi di lettori con ipotesi teoriche simili, è senza dubbio corretto. I lettori che sono intenzionalisti o marxisti o decostruzionisti troveranno accettabili diversi tipi di pratica interpretativa e produrranno di conseguenza interpretazioni diverse, forse incompatibili. In effetti l'ho accennato nella mia discussione su Edith Wharton: è possibile leggere ''The Reef'' come una storia sulla classe o sul genere, come un ammonimento marxista, o (come vedremo nel prossimo Capitolo), come uno psicodramma freudiano. Se sono una femminista, è più probabile che sia irritata da Darrow e forse anche da Wharton per essere stata così gentile con lui. Se sono un marxista, potrei trovare imperdonabile il trattamento riservato a Sophy. Se sono un postmodernista, potrei liquidare l'intero romanzo come irrimediabilmente tradizionale e poco interessante. Tutte queste letture potrebbero essere coerenti con ciò che si sa su Edith Wharton, ma si concentrano su diversi aspetti del testo e dell'autore implicito, incluso ciò che comunica inconsapevolmente rispetto a ciò che vuole consapevolmente trasmettere.
 
Come ho già sottolineato, nell'interpretazione di un testo i lettori costruiscono l'autore implicito, non solo in riferimento a ciò che probabilmente intendeva, ma anche a ciò che potrebbe non aver inteso, a caratteristiche di cui probabilmente è ben consapevole oltre che a caratteristiche che ha, di cui probabilmente non è a conoscenza. Alcune delle interpretazioni più interessanti da parte dei teorici del ''reader‐response'' si basano sull'evidenziare tratti finora inosservati nell'autore implicito. Penso, per esempio, alle letture femministe da parte di [[:en:w:Judith Fetterley|Judith Fetterley]] di alcuni dei grandi romanzi americani. La sua lettura di ''[[w:Addio alle armi|A Farewell to Arms]]'' di [[Ernest Hemingway]] è un modello nel suo genere, che mette in evidenza quanto siano egoistiche le descrizioni dell'eroe da parte di Hemingway e come, dietro il "surface investment" del romanzo nell'ideale dell'amore romantico, "is a hostility whose full measure can be taken from the fact that Catherine dies and dies because she is a woman."<ref>Judith Fetterley, ''The Resisting Reader: A Feminist Approach to American Fiction'' (Bloomington: Indiana University Press, 1981), 49.</ref>
 
In modo non dissimile, molte letture cosiddette decostruttive di testi traggono implicazioni di cui probabilmente i loro autori non erano a conoscenza. Il resoconto di [[w:Jacques Derrida|Derrida]] sull'uso da parte di [[w:Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] del concetto di "supplément" nella ''[[w:Della grammatologia|De la grammatologie]]'', è un esempio calzante.<ref>Jacques Derrida, ''De la grammatologie'', 1967.</ref> Non voglio discutere questo testo difficile in dettaglio, ma solo notare che uno dei punti di Derrida è che c'è uno slittamento nel significato della parola "supplément" come appare negli scritti di Rousseau: sembra significare una cosa – un supplemento è qualcosa di ''aggiunto'', innaturale e non essenziale, poiché la scrittura è presumibilmente un supplemento innaturale e non essenziale al discorso – ma può essere mostrato a significare ciò che non ''intendeva'' significare: un supplemento è anche un ''sostituto'' del discorso, una sostituzione di un insieme di segni con un altro. Quindi un supplemento non indica un polo di un'opposizione binaria — natura-cultura, discorso-scrittura, ecc. — ma mostra i limiti di tali opposizioni e suggerisce una sostituzione dell'idea di opposizioni binarie con quella di una catena di significanti. Il mio punto qui non è difendere la decostruzione, ma sottolineare che spesso consiste nella dimostrazione che un significato inteso è minato da altre implicazioni di un testo, che non erano evidenti al suo autore.
 
Queste interpretazioni non sono libere associazioni di lettori intelligenti. Sono tentativi di dare un senso a un testo, prendendo sul serio il fatto che il testo è stato scritto da una particolare persona che scrive in un determinato momento e luogo.<ref>L'interpretazione è molto problematica quando non abbiamo idea delle origini di un testo.</ref> In generale, come ho già affermato, il lettore è vincolato da ciò che è noto sull'autore nonché dalla necessità di produrre un'interpretazione che sia internamente coerente e che tenga conto di quanto più testo possibile.<ref>Cfr. I principi di "plenitude and congruence" di Beardsley.</ref> Questi vincoli non sono sufficienti a produrre un'unica interpretazione corretta, ma bastano a escludere l'interpretazione eschimese di ''A Rose for Emily'' e altre letture che non tengono in alcun conto le origini del testo. Ma una volta escluse le letture inadeguate di un testo, rimangono molteplici interpretazioni appropriate, che rispondono a interessi diversi e derivano da prospettive teoriche diverse.<ref>Ma non tutto è "interpretazione del testo". L'esuberante inno di Roland Barthes al singolo lettore e il suo piacere per il testo non riguarda più, credo, l'interpretazione di ciò che un autore comunica. Cfr. [[w:Roland Barthes|Roland Barthes]], ''Le Plaisir du texte (Il piacere del testo. Contro le indifferenze della scienza e il puritanesimo dell'analisi ideologica)'' 1973, {{it}} 1975.</ref>
 
 
 
== Note ==