Ascoltare l'anima/Capitolo 1: differenze tra le versioni

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Le emozioni sono ampiamente classificabili in termini di quelli che a volte vengono chiamati "oggetti formali". Quando ho paura, per esempio, considero la situazione minacciosa; quando sono innamorato, considero la persona in questione amabile e/o desiderabile. La paura è necessariamente diretta verso una situazione minacciosa; la rabbia è necessariamente diretta a un'offesa umiliante; l'amore sessuale adulto è necessariamente rivolto a una persona desiderabile (o forse dovremmo dire ad una creatura simile a una persona, poiché, secondo la scrittrice [[:en:w:Marian Engel|Marian Engel]], è possibile innamorarsi di un orso<ref>[[:en:w:Marian Engel|Marian Engel]], ''[[:en:w:Bear (novel)|Bear]]'' (New York: Atheneum, 1976).</ref>). Non dobbiamo descrivere a cosa sono dirette le emozioni come proposizioni (sono arrabbiato ''per essere stato offeso''). In effetti, non credo di essere mai stato innamorato di una proposizione (o di un orso, del resto). Possiamo invece caratterizzare questi oggetti formali come l’''ambiente considerato o visto sotto un certo aspetto'' (minaccioso, avvilente, amabile). Come afferma Lyons:
{{citazione|An emotional state... is labeled as ‘fear’ rather than ‘love’ or ‘grief’ because [it is] believed to be the result of an evaluation that something is dangerous rather than that it is appealing (or good in the eyes of me, the lover), which would be the evaluation typical of love, or that it is a grave loss or misfortune, which would be the evaluation typical of grief. The categories ‘the dangerous,’ ‘the appealing,’ ...and ‘the grave loss or misfortune’ are what is called the formal object of fear, love, and grief respectively.|Lyons, ''Emotion'', 100.}}
Lyons sta qui camminando su un terreno insidioso. Così come è inadeguato per Lazarus definire il tema relazionale centrale della tristezza in termini di "having experienced an irrevocable loss", così è inadeguato descrivere la paura come sempre diretta verso "the dangerous". Notoriamente, posso avere paura della mia stessa ombra. Ma il punto generale è utile: le valutazioni che aiutano a definire le diverse emozioni sono valutazioni dell'ambiente considerato o visto sotto diversi aspetti: come una minaccia o come un'offesa, come amichevole o ostile, come tragico o comico.
 
Poiché i filosofi tendono a parlare delle emozioni come stati mentali coscienti privati, ​​diretti verso proposizioni, tendono anche a pensare alle emozioni come a fenomeni tipicamente umani. Ma le emozioni sono essenzialmente modi in cui gli organismi interagiscono con i loro ambienti. Come vedremo, i pesci e persino gli insetti rispondono emotivamente al loro ambiente e alcuni mammiferi non umani hanno una vita emotiva alquanto ricca. Gli esseri umani, con la loro capacità di linguaggio, godono di stati emotivi più diversificati e sottilmente differenziati rispetto ai pesci o alle scimmie, ma anche le loro emozioni non sono essenzialmente eventi privati ​​ma interazioni con l'ambiente, modi in cui le persone affrontano le situazioni caratteristiche in cui si trovano, in situazioni derivanti dalla natura dei loro limiti fisici, come anche dal loro ambiente fisico e sociale. Le emozioni sono modi di valutare l'ambiente in termini di come influisce sull'organismo, e questo è altrettanto vero sia che si tratti di gamberi, rane, gatti, scimpanzé o esseri umani. Quindi, anche solo per questo motivo credo che sia saggio pensare agli stati emotivi non come diretti verso proposizioni (''il fatto che'' Rossi mi abbia offeso rubandomi la macchina, o ''il pensiero che'' ho subito una perdita irrevocabile) ma come provocati dall'ambiente, sia esso interno (i nostri pensieri e immaginazioni) o esterno (Rossi e la morte e le tasse), visto sotto un ''aspetto'' particolare, come minaccioso, amabile, offensivo, ecc. Le emozioni sono provocate quando rane, gatti o esseri umani interagiscono con l'ambiente, visto in base al suo effetto sui loro desideri, interessi e obiettivi.
 
=== Quali sono i giudizi nella teoria del giudizio? ===