Ascoltare l'anima/Capitolo 1: differenze tra le versioni

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=== Cosa c'è di sbagliato nella teoria del giudizio? ===
Come abbiamo visto, i teorici del giudizio non sono d'accordo su come caratterizzare esattamente la relazione tra emozione e giudizio. Alcuni pensano che le emozioni siano identiche ai giudizi, altri che i giudizi siano ''sufficienti'' per le emozioni e altri ancora che i giudizi siano una condizione necessaria per le emozioni ma non sufficienti.
 
L'obiezione più ovvia all'idea che un'emozione dovrebbe essere ''identificata'' con una "valutazione" o giudizio valutativo è il fatto che puoi esprimere il giudizio pertinente senza provare l'emozione corrispondente. Solomon afferma che la mia rabbia nei confronti di Rossi per avermi rubato la macchina ''è'' il giudizio che Rossi mi ha fatto un torto rubandomi la macchina. "Similarly, my embarrassment is my judgement that I am in an exceedingly awkward situation. My shame ''is'' my judgement to the effect that I am responsible for an untoward situation or incident. My sadness, my sorrow, and my grief ''are'' judgements of various severity to the effect that I have suffered a loss".<ref>Solomon, ''The Passions'', 187.</ref> Ma naturalmente posso giudicare di trovarmi in una situazione imbarazzante senza essere imbarazzato: potrei essere divertito o depresso, o semplicemente impassibile e spassionato riguardo alla situazione. Allo stesso modo, posso giudicare di aver subito una perdita senza essere triste, addolorato o afflitto.
 
La stessa obiezione può essere fatta all'idea che un giudizio valutativo sia sufficiente per un'emozione, cioè che una volta espresso il giudizio sia tutto ciò di cui hai bisogno perché l'emozione si manifesti. Lazarus, ad esempio, afferma che una valutazione del significato personale dell'interazione persona-ambiente è sia necessaria che sufficiente per l'emozione. Se valuto la situazione come una in cui è stato commesso un reato umiliante contro di me o i miei, allora la rabbia è inevitabile. Ma tutti gli esempi di valutazione che Lazarus dà, come quelli di Solomon, sono aperti alla stessa obiezione: posso giudicare spassionatamente che un'offesa umiliante è stata commessa contro di me o i miei, tuttavia scuoto filosoficamente la testa e, perdonando, mormoro: "Così va il mondo.” Anche se esprimo il giudizio "giusto", la rabbia non è inevitabile. È difficile resistere alla conclusione che, almeno per quanto riguarda gli esempi tipicamente forniti dai teorici del giudizio, un giudizio non è sufficiente perché un'emozione si manifesti.
 
Solomon ha riconosciuto questa obiezione e ha cercato di confutarla. A volte ha affermato che un'emozione non è un singolo giudizio, ma un sistema di giudizi. Quindi la mia rabbia non è solo il giudizio "mi hai insultato", ma è questo giudizio nel contesto di una serie di altri giudizi. Ad esempio, questi giudizi potrebbero includere "chiamarmi maiale è offensivo, volgare e umiliante", "è un insulto personale e gli insulti personali sono immorali", "gli insulti sono immorali in quanto rischiano di danneggiare l'autostima", e così via. Tuttavia, moltiplicare semplicemente i giudizi in questo modo non è di per sé una soluzione, poiché è concepibile che io possa formulare tutti i giudizi nel sistema di giudizi identificati con la rabbia, e tuttavia formularli in modo spassionato senza effettivamente "arrabbiarsi".
 
Altre volte, Solomon dice che un'emozione è un giudizio di un tipo speciale: le emozioni sono "self‐involved and relatively ''intense'' evaluative judgments... The judgments and objects that constitute our emotions are those which are especially important to us, meaningful to us, concerning matters in which we have invested our Selves".<ref>''Ibid.'', 188.</ref> Altrove caratterizza le emozioni come giudizi "urgenti": "emotional responses are emergency behavior... An emotion is a necessarily hasty judgement in response to a difficult situation".<ref>Solomon, "Emotions and Choice", 264–5.</ref>
 
Tuttavia, chiamare un giudizio ''"intense"'' sembra strano a meno che tu non sia già convinto che alcuni giudizi siano emozioni: le emozioni possono essere intense, ma normalmente i giudizi non sono pensati come il genere di cose che ammettono gradi di intensità. E anche definire le emozioni come giudizi "urgenti" è problematico. Potrei iniziare ad avere ''paura'' – diciamo, per lo stato del mio portafoglio azionario – solo dopo mesi di scrupolose analisi statistiche. Parimenti, se la mia rabbia è identificata come un giudizio che un'offesa umiliante è stata commessa contro di me o i miei, anche questo può essere un giudizio che risulta da uno studio lungo e attento.