Ascoltare l'anima/Capitolo 1: differenze tra le versioni

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Lo stesso non si può dire del filosofo Robert C. Solomon, che affronta il tema dell'emozione da un contesto di [[w:esistenzialismo|esistenzialismo]]. Nel suo rivoluzionario libro del 1976, ''[[:en:w:Robert_C. Solomon#The Passions: Emotions and the Meaning of Life|The Passions]]'', Solomon sostiene che un'emozione è un tipo speciale di giudizio, o insieme di giudizi: un'emozione implica sempre "a ''personal evaluation'' of the ''significance'' of [an] incident". È un giudizio valutativo su "our Selves and our place in the world".<ref>Robert C. Solomon, ''The Passions'', I ediz. (Garden City, NY: Anchor Press/ Doubleday, 1976), 187.</ref> Un'emozione è un giudizio che riguarda questioni che sono molto importanti per se stessi e per i propri interessi, valori e obiettivi. Quindi l'emozione dell'ira è al suo centro un giudizio valutativo che qualcuno mi ha contrariato o offeso. Implica sia una valutazione personale, sia un giudizio ''morale'', un appello a standard morali. "My anger ''is'' that set of judgements".
 
Al centro del resoconto delle emozioni fatto da Solomon è che le emozioni, come i giudizi, riguardano, di solito, qualcosa. Le emozioni, come dicono i filosofi, hanno intenzionalità: sono dirette verso ''qualcosa''. Sembra non abbia senso dire che sono invidioso ma non so di cosa sono invidioso, o che sono innamorato ma non di qualcuno in particolare. Allo stesso modo, i giudizi riguardano qualcosa e hanno intenzionalità: giudico che Gianni mi ha fatto un torto o giudico che Anna è adorabile. Quindi, sia le emozioni che i giudizi hanno un contenuto ed entrambi sembrano coinvolgere le cognizioni. Naturalmente questo non prova che un'emozione sia un giudizio, ma mostra che potrebbe esserlo. Suggerisce inoltre che un'emozione non può essere solo un tremito o una fitta, un aumento della frequenza cardiaca o un cambiamento nella muscolatura facciale, o la tendenza a scappare o a piangere. Le emozioni non possono essere ridotte a sentimenti o stati fisiologici o frammenti di comportamento.
 
A Solomon piace sottolineare<ref>Robert C. Solomon, "Emotions and Choice", in Amélie Rorty (cur.), ''Explaining Emotions'' (Berkeley: University of California Press, 1980); Solomon, ''The Passions''.</ref> che un cambiamento in un giudizio valutativo che esprimo può ''ipso facto'' produrre un cambiamento di emozione. Non posso arrabbiarmi perché mi hai insultato se vengo a sapere che in realtà non mi hai insultato. Se pensassi che tu avessi detto "Maiale!" e poi scopro che invece avevi detto "Menomale!", è probabile che la mia rabbia si trasformi in sollievo e divertimento. Un cambiamento nel giudizio sembra comportare un cambiamento nell'emozione e/o l'abbandono dell'emozione.
 
L'idea che le emozioni ''siano'' semplicemente giudizi valutativi potrebbe essere considerata estrema, poiché anche altre cose sembrano essere importanti per le emozioni, come le tendenze all'azione e i cambiamenti fisiologici. Ma sembra eminentemente ragionevole pensare che le emozioni debbano includere ''almeno'' un qualche tipo di giudizio. Essere arrabbiato perché mi hai chiamato con un nome offensivo sembra implicare che io giudichi un insulto ciò che hai detto: giudico che stavi "chiamandomi con un nome offensivo" e "mi hai insultato chiamandomi con un nome offensivo". Allo stesso modo, sembra impossibile per me vergognarmi o provare rimorso per aver trascurato i miei figli a meno che non riconosca di averli trascurati e valuti il fatto che li ho trascurati come un comportamento negativo.
 
Inoltre, discutiamo con le persone sulle loro emozioni; diciamo che ''non dovrei'' arrabbiarmi con te, perché non mi hai affatto insultato. Diciamo che ''dovrei'' vergognarmi di aver trascurato i miei figli, perché quello che ho fatto è stato immorale. Ciò suggerisce che stiamo discutendo di giudizi valutativi: stai cercando di convincermi che ho ragione o torto a dare un particolare giudizio valutativo. Se le emozioni non fossero altro che sentimenti o cambiamenti fisiologici, l'argomentazione sarebbe fuori luogo: normalmente non proveresti a discutere con qualcuno per eliminargli una fitta, un dolore o un battito cardiaco accelerato. Le parole non servirebbero.
 
[[:en:w:William Lyons (philosopher)|William Lyons]] proviene dalla tradizione della [[w: filosofia analitica|filosofia analitica]], ma anche lui sostiene una versione della teoria del giudizio. Nel suo libro del 1980, ''Emotion'', che ha avuto una grande influenza sui filosofi che scrivono sull'emozione, compresi in particolare quelli che scrivono sulla teoria delle arti, Lyons ha difeso quella che ha chiamato la teoria dell'emozione "cognitivo-valutativa", che enfatizza sia il giudizio sia il cambiamento fisiologico. Più precisamente, l'emozione è definita come "a physiologically abnormal state caused by the subject of that state's evaluation of his or her situation".<ref>William E. Lyons, ''Emotion'', Cambridge Studies in Philosophy (Cambridge: Cambridge University Press, 1980), 58.</ref> Per Lyons, quindi, l'emozione non è identificata con un giudizio ma con uno stato fisiologico che è causato da un giudizio. Tuttavia, come altri teorici cognitivi, crede che le emozioni siano causate da "valutazioni cognitive" di una situazione e che emozioni diverse si distinguono per le loro valutazioni caratteristiche. Asserisce: "Generally speaking, an emotion is based on knowledge or belief about properties."<ref>''Ibid.'', 71.</ref> Per esempio, l'amore si basa sulle proprietà (amabili) che si crede che l'amato abbia; la collera si basa su una convinzione valutativa che qualcuno mi abbia fatto del male.
 
Quali che siano le loro differenze, Gordon, Taylor, Lyons e Solomon sono tutti d'accordo su un punto importante: sottolineano tutti che i "giudizi" coinvolti nelle emozioni sono giudizi ''valutativi'' su una situazione in termini di propri desideri, desideri, valori, interessi e obiettivi. È una valutazione del significato personale di qualcosa che accade nell'ambiente (esterno o interno), sia l'ambiente esterno di altre persone, cose ed eventi, sia l'ambiente interno dei propri pensieri, ricordi e immaginazioni. Come dice Lyons, "an emotion involves an evaluation of some object, event or situation in the world about me in relation to me, or according to my norms".<ref>''Ibid.'', 59.</ref> Solomon arriva addirittura a dire che le nostre emozioni sono "the very core of our existence, the system of meanings and values within which our lives either develop and grow or starve and stagnate".<ref>Solomon, ''The Passions'', p. xvii.</ref> Anche Gordon, la cui teoria è molto "elaborata", nota l'importanza cruciale per l'emozione dei nostri desideri e voglie.
 
Troviamo temi simili tra gli psicologi che difendono una data teoria cognitiva delle emozioni.<ref>Ci sono un certo numero di altri filosofi che difendono teorie del giudizio che non ho discusso esplicitamente. Notevoli tra le aggiunte più recenti alla letteratura sono Aaron Ben-Ze'ev, ''The Subtlety of Emotions'' (Cambridge, Mass.: MIT, 2000); Peter Goldie, ''The Emotions: A Philosophical Exporation'' (Oxford: Clarendon, 2000); e la neostoica Martha Craven Nussbaum, ''Upheavals of Thought: The Intelligence of Emotions'' (Cambridge: Cambridge University Press, 2001).</ref> [[:en:w:Richard Lazarus|Richard Lazarus]], per esempio, ha affermato che il "giudizio" rilevante che forma il "nucleo" di un'emozione è sempre "an appraisal of the significance of the person‐environment relationship". In effetti, afferma che una tale valutazione "is both necessary and sufficient for emotion to occur; without a personal appraisal (i.e. of harm or benefit) there will be no emotion; when such an appraisal is made, an emotion of some kind is inevitable".<ref>Richard S. Lazarus, ''Emotion and Adaptation'' (New York: Oxford University Press, 1991), 177.</ref> Gli psicologi sono interessati a sistematizzare le emozioni e quindi hanno cercato di elaborare tipologie di queste valutazioni. Lazarus ha identificato quelli che chiama "core relational themes" per ogni tipo di "basic emotion", che essenzialmente identificano le valutazioni necessarie per ogni tipo di emozione basilare. Pertanto, il tema della collera è "a demeaning offense against me and mine", quello dell'invidia è "wanting what someone else has", e quello della tristezza (dolore e afflizione) è "having experienced an irretrievable loss".<ref>''Ibid.'', 122.</ref> Le "emozioni basilari" per Lazarus sono ira, ansia, paura, senso di colpa, vergogna, tristezza, invidia, gelosia, disgusto, felicità, orgoglio, sollievo, speranza, amore e compassione. Incentra la sua lista sulle diverse relazioni tra persona e ambiente che stanno alla base di ogni emozione. "A core relational theme is simply the central (hence core) relational harm or benefit in adaptational encounters that underlies each specific kind of emotion... Each individual emotion or emotion family is defined by a specific core relational theme."<ref>''Ibid.'', 121.</ref>
 
In una strategia di ricerca alquanto diversa, lo psicologo [https://scholar.google.com/citations?user=MK4Qto0AAAAJ&hl=en Andrew Ortony] ha distinto tre classi di emozioni in base ai diversi tipi di valutazione che le producono: "appraisals rooted in goals", "appraisals rooted in standards and norms" o "appraisals grounded in tastes and attitudes".<ref>Andrew Ortony, "Value and Emotion", in William Kessen, Andrew Ortony, e Fergus Craik (curr.), ''Memories, Thoughts, and Emotions: Essays in Honor of George Mandler'' (Hillsdale, NJ: Erlbaum, 1991). Cfr. anche Andrew Ortony, Gerald L. Clore, e Allan Collins, ''The Cognitive Structure of Emotions'' (Cambridge: Cambridge University Press, 1988).</ref> Ortony e i suoi colleghi identificano diversi tipi di "valenza" come la desiderabilità o indesiderabilità degli eventi, la lodabilità o biasimevolezza degli agenti e l'attrattiva o la mancanza di attrattiva negli oggetti. Essi ipotizzano che le emozioni servano a rappresentare in modo cosciente e insistente (attraverso sentimenti e cognizioni distintive) gli aspetti personalmente significativi delle situazioni costruite. In tutto il suo resoconto, Ortony – come Gordon – enfatizza le "eliciting conditions" per le emozioni, le "valutazioni" che mettono in moto un'esperienza emotiva.
 
Nonostante le loro differenze, sia la teoria di Lazarus che quella di Ortony sottolineano che le valutazioni centrali dell'emozione sono di danno e beneficio. Dato il tipo di creature che siamo, se un evento è valutato come "a demeaning offense against me and mine", o come "an irretrievable loss", è valutato negativamente, in quanto in diversi modi mi producono danno. Similmente, Ortony in essenza ha distinto tre diversi modi in cui le valutazioni emotive possono avere un impatto sul proprio benessere: si può valutare una persona, una situazione o un evento come promotore o conflittuale con i propri obiettivi, i propri standard e norme, o i propri gusti e atteggiamenti.
 
=== Cosa c'è di sbagliato nella teoria del giudizio? ===
Come abbiamo visto, i teorici del giudizio non sono d'accordo su come caratterizzare esattamente la relazione tra emozione e giudizio. Alcuni pensano che le emozioni siano identiche ai giudizi, altri che i giudizi siano sufficienti per le emozioni e altri ancora che i giudizi siano una condizione necessaria per le emozioni ma non sufficienti.
 
 
=== Emozioni come modi di vedere l'ambiente ===
 
 
=== Quali sono i giudizi nella teoria del giudizio? ===
 
 
=== Alcune conclusioni ===
 
== Note ==