Ascoltare l'anima/Capitolo 1: differenze tra le versioni

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=== La teoria del giudizio ===
Nelle loro discussioni sulle emozioni, i grandi filosofi da Aristotele a Cartesio, a Spinoza e Hume, hanno tipicamente enfatizzato il contenuto cognitivo delle emozioni. Così [[w:Aristotele|Aristotele]] definì l'ira come "un desiderio di vendetta accompagnato da dolore a causa di (''dia'') un'apparente offesa a se stessi o al proprio, essendo l'offesa ingiustificata". [[w:Cartesio|Cartesio]] è spesso ironizzato per un tipo di teoria dell'emozione "sentimentale", ma in realtà la sua teoria è estremamente sofisticata; include un'analisi della fisiologia e persino della neurofisiologia dell'emozione: la connessione tra risposta fisiologica e sentimento, e il modo in cui la cognizione interagisce con la fisiologia. Cartesio fornisce inoltre resoconti meravigliosamente sottili del contenuto cognitivo di molte emozioni. Anche [[w:David Hume|Hume]] non è adeguatamente descrivibile come un semplice teorico del "sentimento". Le sue analisi dell'orgoglio, dell'amore e di altre emozioni complesse hanno suscitato molto interesse tra i teorici cognitivi di oggi. E anche [[Baruch Spinoza]] è un "teorico del giudizio" a modo suo. Considerava le emozioni come una specie di pensiero, sebbene identifichi l'emozione con "idee inadeguate o confuse".<ref>Si veda Cheshire Calhoun e Robert C. Solomon, ''What Is an Emotion?: Classic Readings in Philosphical Psychology'' (New York: Oxford University Press, 1984). Per le idee di Aristotle si veda specialmente la ''[[w:Retorica (Aristotele)|Retorica]]''. Il brano citato è appunto preso dalla ''Retorica''; cfr. anche W. W. Fortenbaugh, ''Aristotle on Emotion'' (Londra: Duckworth, 1975), 12. La teoria di Cartesio l'ho consultata in René Descartes, {{en}} "The Passions of the Soul", in ''The Philosophical Writings of Descartes'' (Cambridge: Cambridge University Press, 1985), quella di Spinoza in Baruch Spinoza, ''Ethics'' (Indianapolis: Hackett, 1992), e quella di Hume, in David Hume, ''A Treatise of Human Nature'', cur. L. A. Selby‐Bigge (Londra: Clarendon, 1967). Passi rilevanti vengono stralciati in Calhoun e Solomon, ''What Is an Emotion?''.</ref> Nonostante il fatto che molti di questi passati resoconti delle emozioni siano molto sottili, in questo wikilibro mi concentrerò quasi interamente sugli scrittori contemporanei delle emozioni. Oggi la teoria del giudizio è difesa da alcuni dei più noti psicologi e filosofi che scrivono sull'emozione, tra cui i filosofi Robert M. Gordon, [[:en:w:Gabriele Taylor|Gabriele Taylor]], [[:en:w:Robert C. Solomon|Robert C. Solomon]], [[:en:w:William Lyons (philosopher)|William Lyons]], [[w:Martha Nussbaum|Martha Nussbaum]] e [[:en:w:Peter Goldie|Peter Goldie]], e gli psicologi Richard Lazzaro, Andrew Ortony e [[:en:w:Phoebe C. Ellsworth|Phoebe Ellsworth]].
 
Alcuni filosofi trattano il tema delle emozioni nell'ambito delle scienze cognitive. Secondo Robert Gordon, ad esempio, è l'eziologia cognitiva di uno stato emotivo che lo rende lo stato che è. Le emozioni sono stati mentali identificati per mezzo delle particolari strutture di credenze e desideri che le ''provocano''. Tutte le emozioni studiate da Gordon sono dirette a un qualche tipo di proposta, rabbia o gioia o paura che ''qualcosa'' sia successo. Un'emozione "fattiva" – come la tua gioia, rabbia o risentimento per il fatto che Tizio ti abbia insultato – si basa sulla tua consapevolezza che Tizio ti ha insultato e sulla soddisfazione di un desiderio (sei felice che ti abbia insultato) o sulla frustrazione di un desiderio (sei arrabbiato o risentito per il fatto che ti abbia insultato). Al contrario, un'emozione "epistemica", come la tua paura o la speranza che Tizio ti insulti, è causata dalla soddisfazione o dalla frustrazione di un desiderio (che Tizio ti insulti) insieme a uno stato epistemico di incertezza. (Non sai se Tizio ti insulterà o meno.) Gordon sta chiaramente dando un resoconto delle emozioni che le tratta in modo molto simile alle cognizioni. Vuole portare le emozioni nell'orbita della scienza cognitiva producendo simulazioni al computer di emozioni che le trattano come strutture di credenza-desiderio che spiegano e predicono le nostre azioni. Ma è interessante notare che la maggior parte degli esempi di Gordon sono molto "pensati". Sono tutti proposizionali, come ho detto, e includono esempi "non emotivi" come "paura che piova" e "rammarico di aver calpestato una pigna". Poche, se non nessuna, delle emozioni che descrive potrebbero essere attribuibili a un topo o anche a una scimmia. E per quanto riguarda gli esseri umani, sembra perfettamente possibile trovarsi in uno stato emotivo "fattivo" o "epistemico" senza sentirsi realmente emotivi.<ref>In tutta onestà verso Gordon, egli riconosce implicitamente che le convinzioni e i desideri non sono sufficienti per le emozioni, dicendo che le convinzioni e i desideri insieme ad ''alcune altre condizioni non specificate'' sono sufficienti per le emozioni. I filosofi riconoscono nel resoconto di Gordon l'influenza della teoria dell'azione di Donald Davidson. Cfr. in particolare Donald Davidson, "Actions, Reasons, and Causes", in ''Essays on Actions and Events'' (New York: Oxford University Press, 1980).</ref> Nella cultura urbana americana contemporanea, è solo in circostanze eccezionali che le persone si innervosiscono molto se pioverà o meno. Anche se i nostri stati emotivi sono causati da convinzioni e desideri nel modo descritto da Gordon, sembra che qualcos'altro debba essere presente nella catena causale che porta a un'esperienza emotiva genuina.
 
Gabriele Taylor ha fornito analisi cognitive di vergogna, orgoglio e senso di colpa, simili nello stile alle analisi di Gordon. Ad esempio, fornisce la seguente analisi di "orgoglio — la passione" (al contrario di orgoglio — tratto caratteriale):
{{citazione|A person who experiences pride believes that she stands in the relation of belonging to some object (person, deed, state) which she thinks desirable in some respect. This is the general description of the explanatory beliefs. It is because (in her view) this relation holds between her and the desirable object that she believes her worth to be increased, in the relevant respect. This belief is constitutive of the feeling of pride. The gap between the explanatory and the identificatory beliefs is bridged by the belief that her connection to the thing in question is itself of value, or is an achievement of hers.|Taylor, ''Pride, Shame, and Guilt'', 41}}
In altre parole il sentimento di orgoglio è esso stesso costituito da una credenza, la credenza che ''identifica'' l'emozione/orgoglio. Questa convinzione a sua volta si basa su una convinzione che ''spiega'' perché la persona detiene la credenza identificatoria. Supponiamo, per esempio, che io sia orgoglioso del mio bracchetto, Fido. Per Taylor questo significa che credo che Fido sia uno splendido bracchetto che ''mi'' appartiene, ed è in virtù del fatto che possiedo questa creatura spettacolare che credo che la mia autostima sia aumentata. Questa è un'analisi interessante ma, come quella di Gordon, non arriva al cuore di ciò che rende ''emotiva'' un'emozione come l'orgoglio.
 
Lo stesso non si può dire del filosofo Robert C. Solomon, che affronta il tema dell'emozione da un contesto di [[w:esistenzialismo|esistenzialismo]]. Nel suo rivoluzionario libro del 1976, ''[[:en:w:Robert_C. Solomon#The Passions: Emotions and the Meaning of Life|The Passions]]'', Solomon sostiene che un'emozione è un tipo speciale di giudizio, o insieme di giudizi: un'emozione implica sempre "a ''personal evaluation'' of the ''significance'' of [an] incident". È un giudizio valutativo su "our Selves and our place in the world".<ref>Robert C. Solomon, ''The Passions'', I ediz. (Garden City, NY: Anchor Press/ Doubleday, 1976), 187.</ref> Un'emozione è un giudizio che riguarda questioni che sono molto importanti per se stessi e per i propri interessi, valori e obiettivi. Quindi l'emozione dell'ira è al suo centro un giudizio valutativo che qualcuno mi ha contrariato o offeso. Implica sia una valutazione personale, sia un giudizio ''morale'', un appello a standard morali. "My anger ''is'' that set of judgements".
 
 
 
== Note ==
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