Profili di donne lucane/Donne nelle istituzioni: differenze tra le versioni

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Il 21 gennaio 2022 il Comune di Potenza, nel corso di una manifestazione pubblica svoltasi nel [[w: Teatro Stabile (Potenza)|Teatro "Stabile"]], le ha conferito il titolo di Benemerenza "per l'esempio di una vita ispirata interamente al suo essere donna esemplare dell'Istruzione pubblica, ai fondamentali valori umani di solidarietà, dell'amore e dell'aiuto al prossimo e nei confronti dei più deboli e bisognosi."
 
==Teresa Motta==
Teresa Vincenza Anna Motta nacque a [https://it.wikipedia.org/wiki/Potenza_(Italia)] il 22 ottobre 1890, in Via del Popolo.
Figlia del farmacista '''Enrico Motta''' e '''Mariannina Montemurro''', primogenita di sette figli.
Teresa visse a Potenza, in Via Vaccaro con la sorella minore Margherita, pittrice e insegnante di disegno.
La sua famiglia ebbe delle difficoltà economiche, dimostrate dai vari traslochi.
Nel luglio 1906 conseguì la licenza per l’insegnamento, dopo aver frequentato le elementari presso l’Istituto Principessa Clotilde di Savoia di Potenza e il triennio presso la Scuola normale femminile.
Non ricoprì ufficialmente il ruolo di insegnante, e iniziò a lavorare soltanto nel 1919 quando fu assunta come aiuto bibliotecaria provvisoria, presso la [http://it.wikipedia.org/wiki/Biblioteca_provinciale_di_Potenza/Biblioteca Provinciale di Potenza], sotto la direzione dell’avvocato [http://it.wikipedia.org/wiki/Sergio_De_Pilato/ Sergio de Pilato].
Morì il 2 maggio del 1953, a causa di una malattia.
Collaborò con Stefano Nicola Lauria e Ferdinando Tantalo, anche loro impiegati presso la Biblioteca Provinciale di Potenza.
Teresa Motta firmò per la prima volta un registro il 18 marzo del 1919 e siglò il suo primo verbale il 6 aprile del 1920.
Autorizzò le schede di lettura in biblioteca dall’11 maggio del 1926 al 5 novembre del 1947. La sua ultima traccia risale all’inizio del 1950.
Lavorò sia in campo amministrativo che contabile, occupandosi per intero delle attività della Biblioteca.
Molte informazioni su di lei è possibile ricavarle dalla corrispondenza di 12 lettere con il bibliotecario, docente e storico italiano [http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Barberi/ Francesco Barberi], inviate a Roma e a Bari tra i 1943 e il 1949.
Il Barberi è una figura chiave della storia bibliotecaria italiana, è stato vincitore del concorso di 13 posti per le biblioteche governative, e ha rifiutato la tessera del Partito Nazionale Fascista, con i quali ideali era in contrasto.
Inizialmente, Teresa Motta non avendo competenze da bibliotecaria, svolse compiti coordinativi, per poi intraprendere negli anni ‘30 il ruolo di bibliotecaria professionista, per il quale non frequentò corsi di preparazione professionale, ma studiò da autodidatta (anche se non pervengono fonti certe).
Lavorò durante il [https://it.wikipedia.org/wiki/ Dopoguerra primo dopoguerra], il [https://it.wikipedia.org/wiki/Fascismo/ ventennio fascista] e la [https://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_mondiale/ seconda guerra mondiale].
Verso la fine del ventennio, molte città della provincia diventarono destinazione di [https://it.wikipedia.org/wiki/Campi_per_l%27internamento_civile_in_Italia/ internamento civile], e gli oppositori, durante il periodo di prigionia, grazie a Teresa Motta ebbero modo di frequentare assiduamente la biblioteca, che divenne in seguito luogo di incontro.
 
 
 
===Note===