Profili di donne lucane/Donne Chef: differenze tra le versioni

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==Maria Antonietta Santoro==
 
Maria Antonietta Santoro nasce nel 1964 a Castelmezzano, nel cuore delle Dolomiti lucane.
 
Si trasferisce temporaneamente in Puglia per compiere gli studi universitari, ma l’amore per la sua terra trasforma il futuro avvocato in una chef provetta, che si dedica con passione alla cucina.
 
Un grande chef la sceglie per trasferirle tutti i suoi segreti, così Maria Antonietta, dopo tanti sacrifici, decide di aprire un suo locale.
 
Maria Antonietta inizia a muovere i primi passi nel mondo della ristorazione nei primissimi anni ’90 aprendo una birreria a Castelmezzano (PZ) divenuta oggi un ristorante pluripremiato: Il becco della civetta.
 
Dopo trent’anni di sacrifici e successi, la chef di Castelmezzano, che intanto ha aperto sul finire del 2019 anche un’osteria di alta cucina all’interno dei Sassi di Matera, ha fatto tesoro di tutte le esperienze professionali maturate nel corso degli anni arrivando a celebrare le sue creazioni culinarie come veri trofei partoriti da Madre Natura.
 
Ambasciatrice della cucina lucana partecipa a numerose trasmissioni televisive ed eventi.
 
Nel 2002 alcune Università europee hanno concentrato la loro attenzione proprio sulle erbe spontanee delle Dolomiti Lucane e uno dei responsabili del progetto, Andrea Pieroni (docente presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, di cui è stato Rettore da ottobre 2017 ad agosto 2021) si è avvalso della collaborazione di Maria Antonietta Santoro in virtù della passione e di un sapere ereditati dal nonno, grande esperto di erbe.
 
Maria Antonietta Santoro ha sposato, sia nel lavoro che nella vita, la cultura green, è un’alleata degli agricoltori locali e della sostenibilità, combatte la lotta agli sprechi e porta le piante in tavola.
 
Partendo da questo problema globale, Maria Antonietta Santoro ha rispolverato gli antichi rimedi naturali rivisitandoli in chiave moderna ed abbinandoli non solo ai piatti del benessere ma anche ai piccoli malanni. Uno dei due aspetti più avvincenti della cucina di Maria Antonietta Santoro è dato dai piatti della memoria da lei realizzati per celebrare le persone che non ci sono più, mentre il secondo è dato dal fatto che la sua brigata, nei suoi ristoranti, è composta prevalentemente da chef donne così da “abbattere” i pregiudizi nei loro confronti: un gesto che se interpretato nel modo giusto fa capire che non esistono solo chef maschi e che nel mondo del lavoro bisognerebbe valorizzare un po' di più anche le donne.
 
Maria Antonietta Santoro è una chef per la quale il sapere, prima ancora del sapore, rappresenta una delle caratteristiche più importanti del suo lavoro ed è per questo che non smette mai di studiare. Dalla sua cucina nel cuore delle Dolomiti Lucane, la chef continua a ideare piatti succulenti che profumano di storia, piatti quasi capaci di “parlare” e a cui anche i palati più sopraffini non riuscirebbero a resistere.
 
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