Esistenzialismo shakespeariano/Conclusione: differenze tra le versioni

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Per offrire un'analisi dettagliata di opere teatrali specifiche, ho ovviamente dovuto essere selettivo nella mia scelta sia dei testi di Shakespeare che dei testi esistenzialisti. Tuttavia, le mie scelte non sono state arbitrarie: piuttosto che mappare l'esistenzialismo sulle tragedie, mi sono interessato di più alla germinazione di diversi tipi di esistenzialismo all'interno delle tragedie stesse. Una volta che la presenza del pensiero esistenzialista in particolari opere teatrali è diventata evidente, ho cercato di attingere da passaggi di opere esistenzialiste – sia testi letterari che filosofici – che risuonano con quelle opere teatrali, in modo da impegnarmi attivamente e criticamente con entrambi i corpi di scrittura. In vari punti dello studio, ho invocato brani di letteratura esistenzialista per spiegare le idee condivise da entrambi in modo più completo e per mostrare il rapporto filosofico che esiste tra i pensatori esistenzialisti e il loro precursore rinascimentale. Questo studio ha quindi cercato di esaminare dialetticamente il dramma shakespeariano e la filosofia esistenzialista, rivelando nel processo i punti in cui Shakespeare fa progredire il pensiero esistenzialista più degli esistenzialisti stessi.
 
Naturalmente, ci sono altre opere nel canone di Shakespeare su cui un'interpretazione esistenzialista potrebbe gettare nuova luce. Uno dei risultati più importanti di questo studio è stata una maggiore consapevolezza della pervasività e della centralità dell'esistenzialismo nelle opere e nella poesia di Shakespeare. Ad ogni passo, il suo lavoro sembra pieno di domande sul modo in cui esistiamo come noi stessi e come esseri in un mondo popolato. Altre tragedie, in particolare ''Macbeth'', ''Othello'', ''Antony and Cleopatra'', ''Timon of Athens'', ''Titus Andronicus'' e ''Julius Caesar'', trarrebbero vantaggio da una lettura esistenzialista. Il ritiro di Timon dalla società e l'intensità suicida della sua dichiarazione che "nothing brings me all things" (''Timon of Athens'', V.ii.73) ha uno straordinario potere esistenziale. Tormentato dalla sua coscienza torturata, Macbeth è un uomo la cui mente è "brain-sickly of things" (II.ii.44). La sua coscienza lotta per postulare un sé fisso, solo per scoprire che in pochi istanti quel sé si è trasformato in un altro. Forse non è un caso che il Roquentin di Sartre sia affetto da "lobster-like thoughts"<ref>Jean-Paul Sartre, ''Nausea'', trad. {{en}} Robert Baldick (Londra: Penguin, 2000), p. 20.</ref> e che la mente di Macbeth sia notoriamente "full of scorpions" (III.ii.37). Al culmine della disperazione esistenziale, Titus si lamenta:
{{q|If there were reason for these miseries,<br/>
Then into limits could I bind my woes.<br/>
When heaven doth weep, doth not the earth o’erflow?<br/>
If the winds rage, doth not the sea wax mad,<br/>
Threat’ning the welkin with his big-swoll’n face?<br/>
And wilt thou have a reason for this coil?<br/>
I am the sea. Hark how her sighs doth blow.<br/>
She is the weeping welkin, I the earth.<br/>
Then must my sea be movèd with her sighs,<br/>
Then must my earth with her continual tears<br/>
Become a deluge overflowed and drowned,<br/>
Forwhy my bowels cannot hide her woes,<br/>
But like a drunkard must I vomit them.|''Titus Andronicus'', III.i.218-30}}
 
 
{{clear}}
 
== Note ==
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
<div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" > <references/> </div>
{{Avanzamento|2550%|1827 gennaio 2022}}
[[Categoria:Esistenzialismo shakespeariano|Conclusione]]