Esistenzialismo shakespeariano/Vita etica: differenze tra le versioni

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Holbrook non propone qui la sua argomentazione migliore, poiché crea una falsa opposizione tra libertà individuale ed etica, e identifica l'etica con la prescrizione morale. L'etica, se intesa in un senso più profondo, esistenziale, si lega ai sentimenti interiori e quindi è sempre incorporata nel nostro senso di libertà individuale. Contrariamente al punto di vista di Holbrook, gli esistenzialisti affermano – in un modo che Taylor avrebbe poi ripetuto – che l'autosviluppo, l'autenticità e un senso di individualismo, dipendono da un profondo rispetto etico per le altre persone. Questo è il punto cruciale dell'argomento di Beauvoir. Riconosce che le affermazioni di libertà entrano inevitabilmente in conflitto con la libertà degli altri; ma suggerisce anche che questi momenti di conflitto possono effettivamente produrre una migliore comprensione del modo in cui la libertà di un individuo dipende dal riconoscimento della libertà degli altri. In altre parole, testimoniando la libertà degli altri, comprendo più pienamente l'importanza della mia stessa libertà. Alla fine di ''The Ethics of Ambiguity'', Beauvoir chiede: "Is this kind of ethics individualistic or not?" La sua risposta è:
{{q|Yes, if one means by that that it accords to the individual an absolute value and that it recognizes in him alone the power of laying the foundations of his own existence. . . . But it is not solipsistic, since the individual is defined only by his relationship to the world and to other individuals; he exists only by transcending himself, and his freedom can be achieved only through the freedom of others. He justifies his existence by a movement which, like freedom, springs from his heart but which leads outside of him.|Beauvoir, ''The Ethics of Ambiguity'', p. 156}}
Possiamo vedere qui Beauvoir usare l'etica come un modo per affrontare la questione del rapporto tra il divenire individuale dell'io e la politica dell'esistenza collettiva. In molti modi, Beauvoir risponde al suggerimento di Sartre alla fine di ''Being and Nothingness'' che ci sono molte domande sulla natura dell'esistenza umana che "can find their reply only on the ethical plane".<ref>Sartre, ''Being and Nothingness'', p. 647.</ref>
 
Molti critici hanno notato la qualità anti-climatica della scena finale di ''Coriolanus''. L'omicidio di Coriolanus sembra mancare dell'intensità esistenziale e del significato tragico che spesso si trovano in altre tragedie shakespeariane. Ma nel contesto del fascino del dramma per l'idea di alterità esistenziale, la scena funziona come un potente promemoria delle difficoltà di vivere in un mondo pieno di altre persone. Dopo aver stretto un patto con il suo perenne nemico, Aufidius è sconvolto nello scoprire di essere stato eclissato da Coriolanus. Dice ai suoi cospiratori:
{{q|I took him,<br/>
Made him joint-servant with me, gave him way<br/>
In all his own desires; nay, let him choose<br/>
Out of my files, his projects to accomplish,<br/>
My best and freshest men; served his designments<br/>
In mine own person, holp to reap the fame<br/>
Which he did end all his, and took some pride<br/>
To do myself this wrong, till at the last<br/>
I seemed his follower, not partner, and<br/>
He waged me with his countenance as if<br/>
I had been mercenary.|V.vi.30-9}}
Aufidius vede la sua relazione con Coriolanus come l'adozione della struttura di una dialettica padrone-schiavo. Spiega che Coriolanus ha minato il suo senso di autorità e potere a tal punto che ora si sente come "his follower". La paura e l'ansia per l'effetto che questo ha sul senso di sé di Aufidius lo portano a pianificare la morte immediata di Coriolanus. Alla fine dell'opera, Shakespeare ci ricorda l'attrito e il conflitto che esistono nella relazione tra sé e l'altro, sottolineando così la necessità di un più forte senso di connessione tra gli esseri umani. Il progresso etico compiuto da Coriolanus quando riconosce i bisogni della sua famiglia in V.iii è tragicamente annullato alla fine dell'opera. Coriolanus muore ricordando ai suoi aggressori che egli "Fluttered [their] Volscians in Corioles" (V.vi.117) e chiedendo aggressivamente che essi "Stain all [their] edges on [him]" (V.xi.113). Quest'opera è una tragedia etica che, mostrandoci le sfide inerenti alle nostre relazioni con gli altri, ci ricorda la necessità esistenziale di autentici legami umani.
 
== Conclusione ==