Esistenzialismo shakespeariano/Letteratura e filosofia: differenze tra le versioni

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Till it hath travelled and is mirrored there<br/>
Where it may see itself.|''[[w:Troilo e Cressida|Troilus and Cressida]]'', III.iii.98-106}}
In tutta questa opera, Shakespeare è affascinato dal modo in cui la soggettività di un individuo è modellata dalla soggettività oggettivante di altri esseri. In ''Nausea'', Roquentin osserva che "people who live in society have learnt how to see themselves in mirrors, as they appear to their friends".<ref>Sartre, ''Nausea'', p. 32.</ref> Possiamo vedere gli stessi complessi argomenti ontologici anticipati da Shakespeare.<ref>Nella sua lettura psicoanalitica lacaniana, Philip Armstrong sostiene che i drammi di Shakespeare "typify the conflicted and emergent nature of the geometrical visual order and of the subjectivity associated with it" (''Shakespeare's Visual Regime: Tragedy, Psychoanalysis and the Gaze'', Basingstoke: Palgrave, 2000, p. 3). Sebbene questa sia un'eccellente esplorazione della rappresentazione shakespeariana dello "scopic order", Armstrong non riconosce l'intersezione critica dello studio di Lacan sullo sguardo con le teorie di Sartre sull'Essere-per-gli-altri.</ref>
 
Proponendo un'argomentazione simile, Joel Fineman osserva che "Sartre developed a psychology of imagination whose logic and figurality very much resemble the paranoiac visionary thematics of at least some of Shakespeare’s young man sonnets."<ref>Joel Fineman, ''Shakespeare’s Perjured Eye: The Invention of Poetic Subjectivity in the Sonnets'' (Berkeley: University of California Press, 1986), p. 45.</ref> Fineman trova in formazioni strettamente strutturate come "thou mine, I thine" (''[[w:Sonetti (Shakespeare)|Sonnet]]'' 108, 7) un'anticipazione della "subjective optics of the Sartrian ‘gaze’ and its melodrama of mutually persecutory master-slave relations."<ref>''Ibid.'', p. 45.</ref> "Look in thy glass, and tell the face thou viewest / Now is the time that face should form another" (''Sonnet'' 3, 1-2), afferma il personaggio poetico di Shakespeare mentre confonde le immagini visive con le immagini della visione. L'effetto è ancora più evidente nel primo Quarto, che invece di "another" riporta "an other" e quindi consente al versetto di significare non solo un nuovo volto, ma anche una distinta persona "altra". La relazione etica tra sé e ''altro'' è messa in primo piano nei sonetti di Shakespeare. Il ''Sonnet'' 121 è un altro eccellente esempio dell'attenzione di Shakespeare al potere ontologicamente inquietante dello sguardo dell'Altro:
{{q|’Tis better to be vile than vile esteemed,<br/>
When not to be receives reproach of being,<br/>
And the just pleasure lost, which is so deemed<br/>
Not by our feeling but by others’ seeing.<br/>
For why should others’ false adulterate eyes<br/>
Give salutation to my sportive blood?<br/>
Or on my frailties why are frailer spies,<br/>
Which in their wills count bad what I think good?<br/>
No, I am that I am, and they that level<br/>
At my abuses reckon up their own|''[[w:Sonetti (Shakespeare)|Sonnet]]'' 121, 1-10}}
Alla luce della teoria di Sartre sull'essere per gli altri, le righe cruciali "the just pleasure lost which is so deemed / Not by our feeling, but by others’ seeing" suggeriscono che l'integrità del sentimento interiore di un individuo è messa a repentaglio e corrotta da osservatori che proiettano su di essa i loro giudizi. Un legittimo, piacevole sentimento di viltà viene negato quando il termine è applicato da altri.
 
L'esplorazione giocosa da parte di Shakespeare dell'ottica paranoica e la teoria dell'"essere per gli altri" di Sartre non sono, ovviamente, la stessa cosa. Sarebbe avventato ignorare la differenza storica tra l'Inghilterra rinascimentale e la Francia del dopoguerra. Tuttavia, evidenziando il rapporto criticamente trascurato tra l'esistenzialismo sartreano e la poesia di Shakespeare, mutui aspetti che si illuminano a vicenda diventano evidenti. Possiamo tracciare l'impronta di Shakespeare nel pensiero esistenzialista; possiamo leggere Shakespeare attraverso la lente dell'esistenzialismo. E potrebbe anche essere possibile rileggere l'esistenzialismo attraverso Shakespeare, e quindi consentire alla drammatizzazione shakespeariana delle idee esistenziali di gettare nuova luce sul movimento. Attraverso questo processo dialettico, Shakespeare può rinvigorire le idee esistenzialiste chiave e illuminare nuovamente alcuni dei dibattiti all'interno dell'esistenzialismo.
 
=== Esistenzialismo e tragedia ===