Esistenzialismo shakespeariano/Letteratura e filosofia: differenze tra le versioni

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Per Sartre, il potere filosofico della letteratura risiede nella sua natura polifonica, nella sua capacità di presentare una sconcertante molteplicità di prospettive. La sfida della finzione, sostiene, è "to find an orchestration of consciousness which may permit us to render the multidimensionality of the event".<ref>''Ibid.'', pp. 239-40.</ref> Naturalmente, le preoccupazioni filosofiche modellate nella letteratura non creano necessariamente una filosofia o una letteratura di successo. Come scrive Camus: "A novel is never anything but a philosophy expressed in images. And in a good novel the philosophy has disappeared into the images. But the philosophy need only spill over into the characters and action for it to stick out like a sore thumb, the plot to lose its authenticity, and the novel its life."<ref>Albert Camus, ''Lyrical and Critical Essays'', trad. {{en}] Ellen Conroy Kennedy (New York: Vintage Books, 1970), p. 199.</ref> Secondo Camus, l'energia filosofica in un'opera letteraria deve essere implicita e discreta. Un trattamento pesante delle immagini nel romanzo danneggerà l'espressione sottile e sensibile dell'esperienza umana e le sfumature filosofiche che articolano quelle immagini. Murdoch è anche consapevole dei potenziali pericoli della letteratura filosofica esistenziale, avvertendo che "as soon as the ‘existentialist voice’ is switched on, the work of art rigidifies."<ref>Murdoch, ''Existentialists and Mystics'', p. 21.</ref>
 
Come abbiamo visto, Shakespeare e gli esistenzialisti sono attratti dal potere filosofico della letteratura. Dobbiamo anche essere consapevoli che questi esempi di letteratura filosofica danno origine anche a una critica letteraria che è intrisa di energia filosofica. [[w:Stanley Cavell|Cavell]] lo chiarisce: "If philosophy can be thought of as the world of a particular culture brought to consciousness of itself, then one mode of criticism (call it philosophical criticism) can be thought of as the world of a particular work brought to consciousness of itself."<ref>Stanley Cavell, ''Disowning Knowledge in Six Plays of Shakespeare'' (Cambridge: Cambridge University Press, 1987), p. 84.</ref> Questo è lo scopo principale di questa mio studio: ''estrarre'' l'esistenzialismo da tre grandi tragedie di Shakespeare. Cerca anche di dimostrare quanto Shakespeare sia stato determinante nello sviluppo del pensiero esistenzialista. Gli esistenzialisti hanno guardato a precursori letterari come Shakespeare per esempi di letteratura filosofica intuitiva. Come illustrerà la Sezione successiva di questo Capitolo, Shakespeare ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo delle teorie esistenzialiste.
 
=== Primi esistenzialisti su Shakespeare: Kierkegaard e Nietzsche ===