Biografie cristologiche/Spirito e Insegnamento: differenze tra le versioni

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Pur tuttavia il Regno non arrivò. Nel frattempo, evidentemente, queste [[w:Apparizioni di Gesù|apparizioni di Risurrezione]] continuarono per un periodo. Paolo elenca una serie di tali epifanie (1 Cor. 15:5-8). Luca chiude il suo Vangelo e apre la sua storia, gli Atti degli Apostoli, con il Cristo Risorto che parla ai discepoli: "Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio" (Atti 1:3). I seguaci più intimi di Gesù — "Cefa, e poi i Dodici" — reagirono a questa esperienza delle apparizioni ritornando a Gerusalemme. Si radunarono in città prevedendo la venuta del Regno? Stavano aspettando, credendo che la risurrezione stessa di Gesù segnalasse l'inizio della Fine? Se fu così, allora la continuazione del tempo alla fine li spinse ad una nuova conclusione, ed ad una differente interpretazione del significato delle risurrezione di Gesù. Ricolmi di energia missionaria profonda, questi discepoli si convinsero che l'apparizione ''definitiva'' del Cristo Risorto sarebbe avvenuta presto, alla sua [[w:Seconda venuta|''Parousia'' (παρουσία)]]. Nel poco tempo che pensavano rimanesse, si dedicarono a diffondere la buona novella, l'[[w:Vangelo|''evangelion'' (εὐαγγέλιον)]] di Gesù, a tutto Israele.<ref name="GezFre"/><ref name="Spirito"/>
 
Fu in questa fase postrisurrezione, mentre il movimento si diffondeva alle comunità sinagogali lungo la costa e verso la Diaspora, che questi discepoli inizaronoiniziarono ad incontrare un numero significativo di Gentili simpatizzanti. Ma quanti? Abbastanza, nei tardi anni 40, da motivare gli apostoli riuniti insieme ai capi della comunità cristiana a Gerusalemme di decidere cosa fare di tali Gentili, e come dovevano integrarli nelle ''[[w:Chiesa#Etimologia|ekklēsiai (ἐκκλησίαι)]]'' dei seguaci di Cristo (Gal 2:1-10; per una descrizione differente della stessa assemblea, cfr. Atti 15). Erano questi Gentili più come "timorati di Dio", cioè "giudaizzanti" volontari, e quindi liberi da quasiasi obbligo verso la Torah? O erano più simili a convertiti, quindi "obbligati ad osservare tutta quanta la legge" (Gal 5:3), inclusa la circoncisione dei maschi? La posizione presa da questa assemblea ci fa capire, nuovamente, la misura del continuo impegno apocalittico del movimento ed il bisogno di improvvisazione sociale richiesta dalla loro situazione senza precedenti. Si accordarono che i "Gentili in Cristo" non necessitavano di convertirsi all'Ebraismo: era sufficiente che evitassero l'idolatria ed i relativi peccati. Il solo contesto nell'ambito della tradizione ebraica per tali gentili non pagani era il Regno predicato dai profeti. Questa nuova popolazione cristiana gentile ci fornisce pertanto un'altra misura dell'orientamento apocalittico della prima comunità: il resto del mondo poteva ancor rimanere nella vecchia età, a battersi con le forze delle tenebre e della corruzione, ma coloro che stavano dentro la ''ekklēsia'' vivevano già secondo la nuova età, "guidati dallo Spirito di Dio" (Rom 8:1-39). E come i profeti avevano da tempo previsto, quando il Regnio sarebbe giunto — ed in un certo senso area già giunto per queste comunità i cui membri facevano miracoli e profetizzavano, i cui gentili rinunciavano volontariamente alle proprie fedi religiose d'origine per rendere testimonianza solo al Dio d'Israele — Dio avrebbe radunato non solo Israele, redento dal peccato, ma anche le nazioni, redente infine dalla schiavitù degli dei falsi. Ecco quindi che Paolo dice ai suoi gentili di Galazia (notare il tempo dei suoi verbi): "Allora, non conoscendo Dio, servivate a coloro che per natura non sono dèi; ora invece ''avete conosciuto'' Dio" (Gal 4:8-9).<ref name="GezFre"/><ref name="Cross">John Dominic Crossan, ''Jesus: A Revolutionary Biography'', Harper, 1994, pp. 123-158, 197; Bruce Chilton, ''Judaic Approaches to the Gospels'', Scholar Press, 1994, pp. 48-60; John G. Gager, ''Kingdom and Community'', Prentice Hall, 1975, pp. 101-129.</ref>
 
La convinzione dei discepoli di aver visto il Cristo Risorto, la loro rilocazione permanente a Gerusalemme, la loro inclusione per principio dei gentili ''in quanto'' gentili — tutto ciò è base storica, fatti noti oltre ogni dubbio circa la primissima comunità dopo la morte di Gesù. Seguono uno schema. Ogni fatto segna un punto lungo l'arco della speranza apocalittica che passa da [[w:Daniele (profeta)|Daniele]] a Paolo, dai [[w:Rotoli del Mar Morto|Rotoli del Mar Morto]] alle [[w:Amidah|Diciotto Benedizioni]] della sinagoga, dai profeti del canone ebraico al [[w:Apocalisse di Giovanni|Libro della Rivelazione]], che conclude il Nuovo Testamento: la convinzione che Dio è buono; che è al controllo della storia; che non permetterà il male indefinitivamente. Tutti i temi numerosi e vari in tutti questi scritti differenti si riuniscono intorno a questa fede fondamentale che, alla Fine, Dio prevarrà sul male, ripristinando e redimendo la Sua creazione.<ref name="Cross"/>