Yeshua e i Goyim/Capitolo 2: differenze tra le versioni

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Il requisito della circoncisione non era un qualcosa che fosse necessariamente connesso con l'attività dei "missionari" ebrei.117 Ciò dimostra ancora una volta che l'ebraismo del periodo del Secondo Tempio non praticava una missione gentile e intenzionale di vasta portata al fine di convertire (mediante la circoncisione ) i gentili all'ebraismo.<ref>Bird, 2010, 12–13, 40. Si veda anche: Schürer, 1986, 164–165.</ref> Certamente alcuni singoli ebrei presero l'iniziativa di diffondere il "monoteismo etico" e di "evangelizzare" i gentili al Dio di Israele. Gli ebrei di regola, tuttavia, non richiedevano o desideravano che i gentili diventassero ebrei, cioè membri a pieno titolo del popolo ebraico.<ref>Cfr. Bauckham, 2005, 99. Gli scritti rabbinici del periodo talmudico affermano che i gentili sono incoraggiati e obbligati a osservare le leggi dei figli di Noè, cioè le [[w:Noachismo|Leggi Noachidi]] (''b. Sanh.'' 58b-59a). Gli scritti riguardanti le Leggi Noachidi sono troppo tardi per essere applicati come fonti al nostro studio. Nonostante ciò, le Leggi Noachidi del Talmud rivelano che gli ebrei volevano diffondere il monoteismo etico ai gentili, sebbene non volessero che i gentili si convertissero completamente all'ebraismo. Un elenco di leggi date ai figli di Noè si trova in ''Jub.'' 7:20-21. Cfr. Neusner, 2005, 288–290. Lundgren, 2001, 29–31. ''B. Sanh.'' 56a; t. ''ʿAbod. Zar.'' 8:4; ''Gen. R.'' 34:8 e ''Seder Olam'' R. 4.</ref>
 
[[w:Filone di Alessandria|Filone]] certamente pensava che la religione dell'ebraismo dovesse servire il mondo intero. Sperava che i gentili abbandonassero le loro strane leggi e adottassero la Torah, ''Vit. Mos.'' 2:44: "Penso che in tal caso ogni nazione, abbandonando tutte le proprie usanze individuali, e disprezzando completamente le proprie leggi nazionali, cambi e passi solo all'onore di un tale popolo; poiché le loro leggi, che risplendono in connessione e simultaneamente con la prosperità della nazione, oscureranno tutte le altre, proprio come il sole nascente oscura le stelle".
 
Filone menziona anche che, a differenza degli aderenti alle religioni misteriche di Alessandria, gli ebrei praticavano apertamente la loro religione, ''Spec.'' 1:320–323. Filone afferma che l'insegnamento dell'ebraismo era a beneficio di tutti e quindi era e avrebbe dovuto essere insegnato nei mercati, 1:321. Il fatto che Filone non menzioni la sinagoga ma le piazze del mercato di Alessandria, suggerisce fortemente che sperava che le glorie dell'ebraismo sarebbero state insegnate a tutti.<ref>Dickson, 2003, 38–39. McKnight, 1991, 55–56.</ref> Filone afferma che la Bibbia ebraica venne tradotta in greco perché alcuni ebrei pensavano che sarebbe stata "cosa scandalosa che queste leggi fossero conosciute solo da una metà della razza umana" e di conseguenza, a causa della traduzione greca, la Bibbia fu resa disponibile ai barbari e ai greci (''Vita Mos.'' 2:27). Come ulteriore prova della volontà di alcuni ebrei di diffondere l'insegnamento dell'ebraismo tra i gentili, possiamo fare riferimento a {{passo biblico2|Gal|5:11}}, {{passo biblico2|Rm|2:19-24}} e {{passo biblico2|Mt|23:15}}. Il brano di Galati indica molto probabilmente che Paolo era stato coinvolto nella predicazione della "circoncisione" ai gentili durante il periodo precedente alla sua rivelazione di Cristo.
 
Il detto di {{passo biblico2|Matteo|23:15}} è stato interpretato in diversi modi. Implica che alcuni farisei si fossero recati in terre straniere per convertire i gentili?<ref>Jeremias, 1981, 18–19. Feldman, 1993, 298.</ref> O riflette la volontà di alcuni farisei di convertire altri ebrei alla lora fazione o setta?<ref>Goodman, 1994, 69–74.</ref> Entrambe queste interpretazioni sono improbabili perché non possono essere supportate da scritti chiari provenienti dal periodo del Secondo Tempio. Concordo con Ware nella sua conclusione che Matteo 23:15 mette in relazione il desiderio di alcuni ebrei di convertire all'ebraismo i timorati di Dio e i simpatizzanti ebrei tramite la circoncisione. Questa spiegazione trova sostegno nella storia di Eleazar, il maestro ebreo galileo, che viaggiò in terre straniere per completare la conversione del gentile Izate (''Ant.'' 20:43-46). Eleazar costrinse Izate a farsi circoncidere per convertirsi all'ebraismo — seguire il monoteismo etico ebraico in quanto tale non era per lui sufficiente.<ref>Ware, 2005, 53–54. Cfr. {{passo biblico2|Galati|1:7;2:4,11-13}}; {{passo biblico2|Atti|15:1}}. Della stessa opinione sono McKnight e Bird. McKnight, 1991, 106–108. Bird, 2004, 127–137. Bird (Bird, 2004, 120–122, 136–137), McKnight (McKnight, 1991, 106–107), Goodman (Goodman, 1994, 69), Davies e Allison (Davies & Allison, 1997, 287–288) sostengono che {{passo biblico2|Matteo|23:15}} si basa sulla tradizione ma che il detto sia stato strutturato da Matteo nella sua forma presente. Sul significato di Matteo 23:15, Bird (Bird, 2004, 136) afferma quanto segue: "In sum, I have suggested that Jesus criticizes the Pharisees for Judaizing a God-fearer with a view to indoctrinating him with nationalistic propaganda where, if he accedes and enacts such a perilous programme, the proselyte will share the fate of his mentor and burn like Jerusalem in the ashes of ''geheena'' in the aftermath of the terror wrought by the Roman legions." È interessante notare che Flavio Giuseppe ci informa che parecchi stranieri e Idumei, che erano stati convertiti all'ebraismo, presero parte con entusiasmo alla guerra giudaica contro i romani (''Bell.'' 4:224–355; 5:15, 248–250, 358; 7:191): cfr. Bird, 2004, 130–131.</ref>
 
Sebbene non ci siano prove sufficienti per affermare che l'ebraismo fosse una "religione missionaria", è chiaro che molti ebrei sentivano e credevano che la loro missione fosse quella di diffondere gli insegnamenti dell'ebraismo – il monoteismo etico – ai gentili. In questo senso è particolarmente importante l'idea che Israele è il regno dei sacerdoti: {{passo biblico2|Es|19:6}}; {{passo biblico2|Isaia|61:6}}. Secondo questi versetti Israele adempie al suo dovere sacerdotale come popolo quando obbedisce alla Torah, la voce di Dio. In [[Antologia ebraica/Dodici Patriarchi#XIV|''T. Levi'' 14:1-4]] è indicato che i Leviti devono obbedire alla Torah per risplendere davanti alle nazioni, e così la luce illuminerebbe ogni uomo: "E se voi diventerete tenebra a causa dell'empietà, che resterà da fare alle genti che vivono nella cecità? Voi attirerete la maledizione sopra la nostra gente e così finirete col distruggere la luce della Legge che é stata data per illuminare tutti gli uomini, insegnando comandamenti contrari alla volontà di Dio." Parti del ''[[Antologia ebraica/Dodici Patriarchi#TESTAMENTO DI LEVI, TERZO FIGLIO DI GIACOBBE E DI LEA|Testamento di Levi]]'' possono essere datate al II o I secolo p.e.v. perché una copia di quest'opera è stata trovata a [[w:Qumran|Qumran]].<ref>Feldman, 1993, 294–295. Ware, 2005, 147–151. Con particolare riferimento a ''T. Levi'' 14:3-4, Ware afferma quanto segue a p. 149: "the largely pre-Christian origin of this passage is indeed remarkably confirmed by the Qumran fragment 4QLevi-a ar 3–5 (=4Q213 3–5), for these highly mutilated fragments, where their text is preserved, correspond quite strikingly to the text of ''Testament of Levi'' 14:3–4.This fragment shows that the Jewish traditions underlying ''Testament of Levi'' 14:3–4 are probably Palestinian in origin."</ref> La ''[[w:Libro della Sapienza|Sapienza di Salomone]]'' (''Sap'' 18:4) afferma che "Essi (cioè gli egiziani) avevano tenuto prigionieri i vostri figli, tramite i quali doveva essere data al mondo la luce indistruttibile della Legge". Anche questo passo indica che la missione di Israele è portare avanti la Luce nel mondo. Nell'ebraismo la luce, in tali connotazioni, è solitamente intesa come riferita alla Torah e alla conoscenza di Dio: {{passo biblico2|Isaia|51:4}}.<ref>Cfr. {{passo biblico2|Prov|6:23}}; ''[[Antologia ebraica/Apocalisse di Baruc|Apoc. Bar.]]'' 59:2; 77:16; ''[[Antologia ebraica/Libri di Esdra|4 Esdra]]'' 14:20–21; ''Dtn. R.'' 7:3 ja ''Sifr. Num.'' 6:25. Per la datazione della ''Sapienza di Salomone'', si veda Ware, 2005, 117. Ware afferma che la ''Sapienza di Salomone'' "was composed in Greek anywhere from around 120 BCE to around 45 CE. The widespread assumption that the work was composed at least partly for gentiles in order to promote their conversion has little evidence to support it... The book was apparently addressed to a Jewish audience."</ref> Questa idea è evidente anche in Paolo ({{passo biblico2|Rm|2:19}}; {{passo biblico2|2Corinzi|3:7-18}}).
 
== Note ==