Antologia ebraica/Dalle Profondità: differenze tra le versioni

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Gli '''[[w:Oracoli sibillini|Oracoli sibillini]]''' (latino: ''Oracula Sibyllina''), talvolta detti '''Pseudo-sibillini''', sono 12 libri<ref>Numerati I-VIII e XI-XIV.</ref> in [[w:lingua greca antica|greco]] di contenuto assai eterogeneo, scritti in [[w:esametri|esametri]] e contenenti varie [[w:profezia|profezie]] circa eventi storici futuri; prendono il nome dai [[w:Libri sibillini|Libri sibillini]].
 
Generalmente catalogati tra gli [[w:apocrifi dell'Antico Testamento|apocrifi dell'Antico Testamento]], sono suddivisibili in due parti in base al loro contenuto: giudaico-ellenistico quello più antico, giudaico-cristiano quello più recente. Il loro nucleo originario (libri 3-5) fu composto tra il II e il I secolo [[w:p.e.v.|p.e.v.]], ed è da mettere probabilmente in relazione con le comunità della [[w:diaspora|diaspora]] ebraica in Egitto; il testo originario fu poi rielaborato e ampliato in ambiente cristiano, tra il I e il VI secolo,<ref>Liliana Rosso Ubigli, ''Oracoli sibillini libro III'', in Paolo Sacchi (a cura di), ''Apocrifi dell'Antico Testamento'', vol. 3, Brescia, Paideia, 1999, p. 390.</ref> con evidente scopo apologetico. La traduzione qui riportata è estratta e redatta dal testo di [[w:Alberto Pincherle (storico)|Alberto Pincherle]] (1922).
 
== Libro III ==
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volta celeste, e i giorni e la creazione stessa fonderà
insieme e ridurrà a purezza.
 
E non più esisteranno le ridenti sfere degli astri,
non più notte, non più aurora; non ti darai pensiero
dei giorni numerosi, non della primavera, non dell'estate,
non dell' inverno né dell'autunno. E allora il
giudizio del gran Dio verrà in mezzo del gran secolo
quando accadranno tutte queste cose.
 
O per le acque navigate e per tutta la terra! per il
sole che si leva e che non tramonterà di nuovo! Tutte
le cose ubbidiranno a lui quando salirà di nuovo
sul mondo; perciò dunque fu primo e conobbe il
proprio potere.
 
Ma quando si compiranno le minacele del gran Dio
ch'egli mandò ai mortali quando costruirono la torre
nella terra d'Assiria; poiché eran tutti della stessa favella
e vollero innalzarsi fino al cielo stellato; e allora
l'Immortale impose una terribile necessità ai venti. Eallora
dopo che i venti ebbero abbattuto dalla cima la
grande torre, eccitarono tra i mortali la discordia intestina.
Perciò alla città gli uomini posero nome Babilonia.
Ma dopo che la torre fu caduta e le lingue degli
uomini si dispersero in favelle d'ogni genere, e la terra
dei mortali si riempì di regni divisi, allora venne la
decima generazione degli uomini mortali, da quando
no ai primi uomini sopravvenne il diluvio. E regnò Cronos
e Titano e Japeto, i figli più nobili di Gaia e di
Uranòs, che gli uomini chiamarono Terra e Cielo, dando
loro nomi, perchè erano i primi tra gli uomini mortali.
 
I tre terzi della terra erano la sorte di ciascuno
e ognuno avendo la sua parte regnava e non venivano
a conflitto; vi erano infatti i giuranienti del padre,
e le parti eran giuste. Poi venne il tempo pieno
della vecchiezza e il padre morì; ed i figli facendo
una tremenda trasgressione ai giuramenti incominciarono
fra loro una contesa: chi, con onori regali, comanderebbe
a tutti gli uomini; e combatterono tra
loro Cronos e Titano. Ma Rea, e Gaia, e Afrodite
amante di corone, e Demetra, ed Estia e Dione dalle
belle chiome li condussero ad un patto, avendo
radunato tutti i re consanguinei, e gli altri uomini che
erano di quel sangue o di quei genitori; e giudicarono
che Cronos regnasse su tutti, poiché era il più
vecchio e il più nobile nell'aspetto. Allora Titano impose
grandi giuramenti a Cronos, di non allevare una
stirpe di figli maschi, per regnare lui, quando Cronos
fosse vecchio e si compisse il destino. Ogni qual volta
Rea partoriva, i Titani si ponevano presso a lei e facevano
a pezzi tutti i figli maschi: lasciavano vive
tutte le femmine che fossero allevate presso la madre.
Ma quando l'illustre Rea partorì il suo terzo parto, generò
per prima Era; e poiché videro coi loro occhi che
il neonato era femmina, quegli uomini feroci, i Titani,
se ne vennero via per conto loro. E dopo che Rea generò
un figlio maschio, lo mandò subito di nascosto ad
essere allevato in Frigia, avendo tre preso tre uomini
Cretesi legati da giuramento. Perciò a lui posero
nome ''Dia'', perchè era stato ''tras''portato. Così, allo
steissso modo, spedì di nascosto Posidone. Per la terza
volta poi Rea illustre fra le donne generò Plutone, nel
passare presso Dodona, onde scorrono le umide vie
del fiume Eùropo, e l'acqua scorre verso il mare, insieme
col Penèo, e lo dhiamano Stigio. Ma quando i
Titani udirono che vi israno dei figli, in segreto, che
aveva generato Cronos e la sua consorte Rea, Titano
riunì i suoi sessanta figli e mise in lacci Cronos e la iso
sua consorte Rea, ti nascose nella terra e li custodì in
ceppi, h allora lo udirono i figli del potente Cronos, e
fecero una terribile guerra e battaglia; e questo fu rinizio
della guerra per tutti i mortali. [Infatti questo fu per i
mortali il primo inizio di guerra].
 
E allora Dio mandò sventura ai Titani. E tutte le generazioni
dei Titani e di Cronos perirono. E dopo, nel
corso del tempo, sollevò il regno d'Egitto, poi dei Persiani,
dei Medi e degli Etiopi, e dell'Assira Babilonia, poi
dei Macedoni, di nuovo d'Egitto, quindi di Roma.
 
E allora la parola del gran Dio mi si pose nel petto
e mi comandò di profetizzare su tutta la terra e di porre
nell'animo dei Re le cose che saranno. Ed a me prima
Dio mise in mente questo, quanti regni degli uomini si
raduneranno.
 
Prima regnerà la casa di Salomone, invasori della
Fenicia e dell'Asia nonché di altre isole, e la razza dei
Panfili e dei Persiani e dei Frigi, dei Cari e dei Misii,
e quella dei Lidii pieni d'oro.
 
Ma dopo i Greci arroganti ed impuri; regnerà un'altra
razza di Macedonia, grande e mutevole, che verranno
come una terribile nube di guerra per i mortali. Ma il
Dio del cielo li svellerà fin dalla radice. Ma dopo vi sarà
il dominio bianco e dalle molte teste di un impero dal
mare occidentale, che dominerà sopra molta terra e farà
tremare molti, e più tardi incuterà spavento a tutti i
re; molto oro ed argento rapirà da molte città; ma
nell'inclita terra vi saranno di nuovo degli ori ed anche
degli argenti e ornamenti. E tormenteranno gli uomini.
Ma quegli uomini faranno una grande caduta, quando
daranno inizio all'arroganza ingiusta. Allora sarà in costoro
una necessità di (commettere) impurità; l'uomo avrà
commercio con l'uomo e alleveranno dei ragazzi sotto iss
tetti vergognosi e in quei giorni vi sarà tra gli uomini
una grande tribolazione, e scuoterà e sgretolerà ogni
cosa e tutto riempirà dì malanni mediante la rapacità
conducente vita vergognosa, e la ricchezza male acquistata,
in molte terre, ma specialmente in Macedonia. L'odio
si desterà e vi sarà in essi ogni frode fino al settimo regno
che regnerà un re d'Egitto, che sarà discendente dai Greci.
E allora sarà saldo di nuovo il popolo del gran Dio, i
quali saranno guide di vita per tutti i mortali. Ma
perchè a me Dio pose in mente di dire qual male accadrà
prima, e in seguito, e da ultimo, a tutti gli uomini,
e quale sarà l'origine di tutto questo?
 
Dapprima Dio manderà sventura ai Titani; dovranno
infatti pagare il fio ai figli del potente Cronos
a cagione del fatto che quelli legarono Cronos e la loro
amorevole madre. In seguito i Greci avranno tirannidi
e re Insolenti, superbi ed impuri, dagli amori furtivi, e
malvagi in tutto; e per gli uomini non vi sarà più ri-
205 poso dalla guerra. I Frigi terribili periranno tutti e
sventura sarà su Troia in quel giorno. Poi verrà sciagura
ai Persiani ed Assiri, ed a tutto l' Egitto, e alla Libia
e agli Etiopi; ed ai Cari ed ai Pamfili una grande
sciagura da mettere in comune; e a tutti i mortali.
 
Ma perchè enumerare queste cose ad una ad una?
 
Ma quando le prime cose avran fine, sovrasteranno
agli uomini le seconde. E così io dichiarerò in primoluogo,
sciagura verrà agli uomini pii, che abitano intorno
al gran tempio di Salomone e sono discendenti di uomini
giusti. Così anche di questi io dichiarerò la stirpe, e le
generazioni dei padri e la terra di tutti, ogni cosa con
arte, mortale dai vari inganni, astuto.
 
V'è una città sulla terra, Ur dei Caldei, da cui
viene la razza degli uomini i più giusti ai quali stanno
sempre a cuore volontà di bene e opere buone. Essi
infatti non si curano né del corso circolare del sole,
né della profondità azzurrina del mare oceano, né dei
segni degli starnuti, né degli uccelli degli auguri, non
di indovini, non di fàrmachi, non d'incantatori, non dei
trucchi dei discorsi insensati dei ventriloqui, né strologano
le predizioni dei Caldei, né si occupano di studiare
il corso degli astri; sono tutti inganni queste cose,
che uomini insensati ricercano ogni giorno, non esercitando
le loro menti in alcun lavoro utile. Ed insegnarono
gli inganni ad uomini miserabili, onde vengono agli
uomini molte sventure sopra" la terra, a causa dell'aver
smarrito le vie buone e le opere giuste. Ma quelli hanno
a cuore la giustizia e la virtù, e non per amore del
guadagno, che genera sventure in numero infinito agli
uomini, guerra e fame senza fine. Questi hanno
misure giuste sui campi e nelle città, né compiono
furti la notte fra loro, né rapiscono cacciandole
innanzi a sé mandre di buoi di pecore di capre;
né il vicino prende le pietre di confine della terra
del vicino, né l'uomo molto ricco affligge quello da
meno di lui, non tormenta le vedovema le soccorre
venendo loro in aiuto con farina vino e olio;
sempre il prosperoso tra il popolo manda a quelli che
non hanno nulla, anzi sono in istrettezze, una parte
del raccolto, compiendo la parola del gran Dio, l'inno
della legge. Il Celeste infatti per tutti fece una terra
comune.
 
Ma quando lascerà l'Egitto e camminerà per la sua
[retta] via il popolo dalle dodici tribù sotto le Guide
mandate da Dio, di notte tempo marciando nella colonna aso
di fuoco, e nella colonna della nuvola quando l'aurora
abbia guidato il giorno, su questi Egli stabilirà per
condottiere un grand' uomo, Mosè, cui una donna regale
avendolo trovato presso la palude d'Egitto si accolse
presso di sé, e avendolo allevato chiamò figlio. Ma
quando egli venne, conducendo il popolo che Dio aveva
condotto fuori d'Egitto, al monte Sinai, Dio dal cielo
diede la legge, avendo scritto su due tavole tutta la
giustizia e impose di metterla in pratica ; e se qualcuno
disubbidisse, avrebbe pagato il fio alla legge o per mani
mortali; o, sfuggendo agli uomini, sarebbe perito in tutta
giustizia...
 
A questi soli la terra feconda dà frutto, il cento per
uno, si compivano le misure di Dio. Ma anch'essi
avranno sventure e non sfuggiranno al flagello. E tu
dunque, lasciando il bellissimo tempio, fuggi; poiché è
destino che tu lasci la terra santa. Sarai condotto
presso gli Assiri e vedrai i tuoi figlioletti ancora infanti
e le vergini servire presso uomini ostili ed ogni risorsa
e ricchezza sarà perduta ; tutta la terra e tutto il mare
(sarà) pieno di te ed ognuno irritato per i tuoi
costumi. E tutta la tua terra sarà abbandonata ; e il saldo
altare ed il tempio del gran Dio e le grandi costruzioni,
tutto cadrà a terra, poiché non ponesti mente alla santa
legge di Dìo immortale, ma tratto in inganno hai
prestato culto a ìdoli vergognosi, non temendo il genitore
immortale degli dei e di tutti gli uomini, non
volesti rendergli omaggio e onorasti le immagini di mortali.
Onde per sette decine d'anni la tua terra fruttifera
sarà tutta desolata, e così le meraviglie del Tempio.
Ma ti, aspetta un risultato di bene e una grandissima
gloria, come si è impegnato verso di te Dio immortale.
Ma tu rimani ben saldo, avendo fede nelle sante leggi
del gran Dio finché egli alzi su dritto, alla luce, il tuo
ginocchio affranto. E allora Dio celeste manderà un Re
che giudicherà ogni uomo nel sangue e nel fulgore del
fuoco. Vi è una tribù regia la cui discendenza non
verrà mai meno e questa con l' andare dei tempi regnerà.
e comincierà ad innalzare il nuovo tempio di Dio.
E tutti i Re dei Persiani porteranno come alleati oro e
bronzo e argento molto lavorato. Dio stesso infatti
darà un santo sogno di notte. E allora il tempio sarà di
nuovo com'era prima.
 
Non appena a me l'animo fece arrestare l'inno ispirato
da Dio, e pregai il grande genitore di farmi riposare
da questa costrizione: ecco di nuovo la parola del
gran Dio mi si pose nei precordi e mi comandò di
profetizzare su tutta la terra e di porre in animo ai re
le cose che saranno. Ed a me Dio dapprima mise in
mente di dire quanti gravi dolori l'Immortale ha pensato
contro Babilonia, poiché gli ha distrutto il gran tempio.
Guai a te. Babilonia, razza degli uomini Assiri, un
tremendo frastuono si spanderà su tutta la terra di peccatori,
e un grido di guerra distruggerà tutta la. terra abitata
da uomini: il flagello del gran Dio, conduttore di
inni. Aerea verrà su te, o Babilonia, dall'alto [ma
si abbatterà dal Cielo, dai Santi, sopra di te] ed ai figli
della collera la distruzione eterna e sarai, qual fosti
prima di essere, come se non mai esistita. E allora sio
sarai riempita di sangue, come prima ne versasti tu
stessa di uomini buoni e di uomini giusti, il cui sangue
ancora grida all'alto cielo.
 
Un gran colpo, Egitto, verrà sopra di te, alle tue
case, terribile, che avresti sperato non ti sopraggiungesse si»
mai. Che una spada passerà per il tuo mezzo, dispersione
e morte e fame si farà sentire nella settima
generazione dei re, e allora avrai riposo.
 
Guai a te, terra di Gog e di Magog che sei nel
mezzo dei fiumi dell'Etiopia! quale spargimento di
sangue accoglierai e sarai chiamata tra gli uomini casa
del giudizio e la tua terra abbondante di rugiada berrà
il nero sangue.
 
Guai a te, Libia; guai al mare e alla terra. O figlie
dell' Occidente, a quale amaro giorno verrete; voi verrete
ad essere perseguitate da un'aspra guerra, terribile
e dura; vi sarà ancora un terribile giudizio e per necessità
tutte correrete a distruzione perchè avete gettato
in pezzi la grande dimora dell' Immortale e con denti
di ferro l'avete spaventosamente maciullata. Perciò tu
vedrai la tua terra piena di morti, per la guerra e per
tutta l'ira di Dio, per fame e per peste, e da nemici
dal cuore barbaro; la tua terra, desolata, e le città, deserto.
In occidente splenderà una stella, che chiameranno
chiomata (cometa) segno agli uomini di spada, di
fame e di peste di rovina di condottieri e di uomini
grandi ed illustri.
 
E ancora vi saranno segni grandissimi tra gli uomini :
il Tanai dai gorghi profondi lascerà la palude Meotide
e lungo il letto profondo sarà il solco di un campo fruttifero,
e la molteplice corrente occuperà l' istmo, Aperture
e baratri immensi ; molte città con i loro abitanti
cadranno, in Asia Jassos, Kebren, Fandonia, Colofone,
Efeso, Nicea, Antiochia, Tanagra, Sinope, Smirne, Mirine
[Arados] Gaza felicissima, Jerapoli, Astipalea,
ma dell'Europa la ricca Ciagra [Tanagra] la regale
Merope, Antigone, Magnesia la tutta divina Micene.
Sappi che allora la razza funesta d'Egitto sarà vicina a
perdizione e allora per gli Alessandrini sarà migliore
l'anno trascorso.
 
Quante ricchezze Roma ha ricevuto dalla tributaria
Asia, tre volte tante l'Asia ne riceverà da Roma, si farà
scontare il fio dei maltrattamenti fattile ; e quanti uomini
dall'Asia diverranno servitori nella residenza degli Itali
venti volte tanti Itali in miseria lavoreranno per salario
in Asia, e ognuno sarà debitore per decine di migliaia.
O figlia molle e piena d'oro delia Latina Roma,
che ti sei tanto spesso ubbriacata in nozze con molti
pretendenti, tu sarai data in isposa come schiava
senza onore, e spesso a te la padrona taglierà la lussureggiante
capigliatura, pronunciando la sua giustizia
dal cielo ti getterà sulla terra e dalla terra di nuovo ti
solleverà al cielo, poiché gli uomini sono immersi in
una vita volgare ed ingiusta.
 
E Samo sarà sabbia, Delo invisibile, Roma una via
(un fiume): tutti i presagi saranno compiuti. Ma di
Smirne distrutta non una parola. Vi sarà un vendicatore
ma per i cattivi consigli e per la malvagità dei duci...
 
Una pace serena si avvierà alla terra d'Asia; l'Europa
sarà allora beata, l'aria fruttifera, per moiti anni salubre
senza gelo e senza grandine, portante ogni cosa, uccelli
e fiere serpenti della terra. O beatissimo l'uomo che
sarà in quel tempo [e la donna; come il favoleggiato
abitante (delle isole) dei beati]: ogni giustizia e
rettitudine dal cielo stellato scenderà sugli uomini e con
esse la saggia concordia, la cosa fra tutte più giovevole
agli uomini, e tenerezza, fiducia, amore da parte degli
stranieri e verso di loro; ma ingiustizia, biasimo, invidia
ira, stoltezza, la povertà fuggirà di fra gli uomini, e fuggirà
la necessità e la morte e le discordie funeste e le
gravi contese, ed i furti notturni ed ogni male, in quei
giorni.
 
Mala Macedonia genererà un grave flagello all'Asia;
all'Europa si coprirà di spighe un grandissimo soggetto
di pena, della stirpe Cronide, una razza di bastardi e di
schiavi. Questa costruirà anche Babilonia città forte, e,
proclamata signora di tutta la terra quanta ne vede il
sole, sarà perduta per i mali flagelli degli dei, avendo
rinomanza fra i più lontani posteri.
 
Verrà anche alla felice terra d'Asia un uomo infedele,
rivestito sopra le spalle di un manto purpureo,
feroce, ingiusto, ardente; che prima lo chiamò in vita
il fulmine; e tutta l'Asia avrà un malo giogo, la terra
fatta umida terrà molta strage. Ma Ade si prenderà cura
di lui come completamente sconosciuto; dalla stirpe di
quelli, dei quali egli vuole distruggere la stirpe, sarà
distrutta la sua; mettendo [egli] una sola radice, cui
taglia il distruttore dei mortali, di fra dieci corni,
dopo genererà un altro ramoscello: ei taglierà il guerriero
genitore della stirpe purpurea, ed egli stesso dai figli
dei figli in un patto di Ares sarà estinto ; e allora regnerà
il corno cresciuto dopo.
 
Vi sarà anche per la Frigia fruttifera un segno, quando
la razza impura di Rea, onda perenne sulla terra
fatta fiorire da radici che non hanno mai sete, sia con
tutte le radici distrutta in una notte, nella città del Dio
scuotitor della terra, con tutti i suoi abitanti; la quale
chiamano per nome Dorylaion, nell'antica Frigia,
molto lamentabile ed oscura. Quel tempo sarà per soprannome
lo scuotitor della terra; fracasserà i recessi
della terra e distruggerà le mura. Ma i segni saranno
principio non di bene sì di male. Avrai per signori
uomini abili nella guerra di ogni popolo, Eneadi, sangue
indigeno (di Ilio). Ma dopo ciò sarai preda degli
uomini che ti desiderano.
 
Ilio, ho pietà di te; in Sparta una Erinni crescerà
un bellissimo ed ottimo e sempre ricordato germoglio,
il quale lascierà una tempesta molta diffusa in Asia e in
Europa; a te specialmente cagionerà gemiti e sofferenze
e lamenti: la fama non diventerà antica tra i futuri.
 
E vi sarà allora un vecchio uomo scrittore di falsità,
falsario anche quanto alla patria; nei suoi occhi la
luce tramonterà, avrà una gran mente e un verso
misurato sul pensiero, mischiato con due nomi;
chiamerà se stesso uomo di Chio e scriverà la storia di
Ilio, non secondo verità, ma abilmente; poiché si impadronirà
dei miei metri e delle mie parole; per primo
infatti egli svolgerà con le sue mani i miei libri, e celebrerà
molto gli armati uomini di guerra, Ettore Priamide,
il Pelide Achille e gli altri, quanti ebbero a cuore
le opere della guerra. E farà che ad essi siano accanto
430 protettori gli dei, descrivendoli falsamente in tutti i modi
come uomini insensati; e ad eglino sarà fama che lungi
si spande il morire ad Ilio; ma anch'egli riceverà
opere di rincompensa,
 
E alla Licia la stirpe dei Locrii frutterà molti mali.
 
Calcedone, cui è toccato in sorte il dominio dello
stretto mare, anche te venendo distruggerà un fanciullo
d'Etolia.
 
Cizico, ed anche a te infrangerà la grave ricchezza
il mare; e tu, Bisanzio compirai guerra all'Asia e
certo riceverai in parte gemiti e sangue infinito.
 
E, alto monte Crago di Licia, dalle tue cime l'acqua
scorrerà per le fessure della pietra spaccata, finché faccia
cessare i miracoli dell'oracolo di Patara.
 
Cipro, abitante della vinicola Propontide, Rindaco farà
tuonare intorno a te una tempesta d'armati.
 
E tu. Rodi, per lungo tempo sarai libera, fanciulla
effimera, e avrai grande ricchezza e avrai potenza sul
mare al disopra degli altri; ma dopo questo sarai preda
agli uomini che ti bramano per la bellezza e la ricchezza:
ti porrai al collo un terribile giogo.
 
Un terremoto in Lidia distruggerà cose di Persia
compiendo orribili sciagure dell'Europa e dell'Asia. Il
funesto re dei Sidoni e le tribù di altri marinai recheranno
una rovina funesta alle sabbie del deserto. Il
sangue degli uomini uccisi scorrerà sulla pianura
fino al mare, le spose con le figlie dalle vesti brillanti
grideranno a gran voce la propria miseria, queste per i
morti quelle per i figli perduti.
 
Segno di Cipro: un terremoto distruggerà le rupi a
picco e l'Ade riceverà molte vite insieme.
 
[...]
 
==Note==
<references/>
 
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[[Categoria:Antologia ebraica|Dalle Profondità]]