Taumaturgia messianica/Appendice E: differenze tra le versioni

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{{q|'unità della verità è già un postulato fondamentale della ragione umana, espresso nel principio di non-contraddizione. La Rivelazione dà la certezza di questa unità, mostrando che il Dio creatore è anche il Dio della storia della salvezza. Lo stesso e identico Dio, che fonda e garantisce l'intelligibilità e la ragionevolezza dell'ordine naturale delle cose su cui gli scienziati si appoggiano fiduciosi, è il medesimo che si rivela Padre di nostro Signore Gesù Cristo.|''[[w:Fides et Ratio|Fides et ratio]]'', 34}}
 
Una nozione di Dio colta come «fondamento e garante dell'intelligibilità e della ragionevolezza dell'ordine naturale» si muoverebbe in un orizzonte metafisico, ma non resterebbe confinata in un'onto-teologia caratterizzata da un'immagine dell'Essere di tipo sostanziale. Essa resterebbe aperta al suo svelarsi in progressivi e sempre nuovi livelli di profondità dinamica, in accordo con l'itinerario di inesauribile approfondimento delle verità naturali. Sarebbe riconosciuta sempre come dono, perché la scienza ha la consapevolezza di trovarsi di fronte ad una natura ricevuta, aperta all'induzione e alla scoperta, non ad una physis chiusa in se stessa, proprietaria delle ragioni ultime del proprio essere. Analogamente, la nozione di Dio che emerge nelle scienze dalla "percezione dei fondamenti" e dall'"esperienza del sacro" non si colloca nella linea di una nozione-tappabuchi o in quella di un ''[[w:Deus ex machina|Deus ex machina]]''. Si tratta di una nozione associata ad un'area di significato che trascende la razionalità scientifica, un ''logos'' che non si presenta solo con i caratteri della ''ratio'', ma anche con quelli del ''verbum'', in certa analogia con quanto accade nel ''[[w:Verbo (cristianesimo)|Logos]]'' divino, ove la parola razionale che sostiene il mondo è inseparabile dalla parola che rivela e interpella. È un ''logos'' il cui appello parte dalla natura ma termina nella persona, perché capace di suscitare, almeno in via di principio, domande ed esperienze di tipo esistenziale.:
{{q|In principio era il Verbo [''Lόgos''],<br />
il Verbo era presso Dio<br />
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|lingua=el}}
 
Compiuti gli opportuni scandagli epistemologici, la navigazione della teologia può proseguire su una rotta più propriamente dogmatica fino a sfociare nell'oceano del mistero del Verbo incarnato. È questa l'alterità, il ''Logos'', verso cui ogni ricerca della verità — provenga essa dalle scienze, dalla filosofia o dalla teologia — si sente in definitiva coinvolta ed attratta. Poiché nel mondo della cultura scientifica rivestono un interesse decisivo i canoni dell'universalità e della generalizzazione, occorrerà anche spiegare in modo convincente i rapporti fra il ''[[w:Verbo (cristianesimo)|''Logos'' cristiano]] e l'universalità della verità, fra il discorso sul Dio di Gesù Cristo ed il discorso su Dio presente nelle altre tradizioni religiose. Ciò vuol dire accettare fino in fondo lo scandalo ed il rischio che comporta l'affermazione che la pienezza di questo ''Logos'' su Dio è visibile e accessibile nel volto umano di Gesù di Nazareth, che quell'universale ammette un concretum storico e personale. È l'annuncio sconvolgente che la verità è una Persona, è la risposta che chiarisce perché si può parlare di amore per la verità e perché la verità, per essere conosciuta, deve essere anche amata.
{{q|Evangelizzare è anzitutto testimoniare, in maniera semplice e diretta Dio rivelato da Gesù Cristo, nello Spirito Santo. Testimoniare che nel suo Figlio ha amato il mondo, che nel suo Verbo incarnato ha dato ad ogni cosa l'essere e ha chiamato tutti gli uomini alla vita eterna. Questa attestazione di Dio farà raggiungere forse a molti il Dio ignoto, che essi adorano senza dargli un nome, o che cercano per una aspirazione segreta del cuore allorquando fanno l'esperienza della vacuità di tutti gli idoli.|''[[w:Evangelii Nuntiandi|Evangelii nuntiandi]]'', 26}}