Taumaturgia messianica/Capitolo 3: differenze tra le versioni

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== Acqua in vino ==
Consideriamo ora il miracolo dell'acqua trasformata in vino. Anche questo miracolo è un "segno":
{{q|Gesù fece questo primo dei suoi ''segni'' miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.|{{passo biblico2|Giovanni|2:11}}}}
Allora in che modo questo miracolo è un "segno"? Il significato di questo miracolo è meno ovvio dei miracoli che abbiamo già considerato. Ma ci sono indicazioni. Il versetto finale, versetto 11, dice che Gesù "manifestò la sua ''gloria''". La parola ''gloria'' ha collegamenti con la successiva discussione in Giovanni, riguardante il modo in cui la gloria del Padre e del Figlio sono mostrate attraverso gli eventi della crocifissione e della risurrezione ({{passo biblico2|Giovanni|13:31-32}}). All'inizio della storia, Gesù disse a sua madre: "Non è ancora giunta la mia ora" ({{passo biblico|Giovanni|2:4}}). Sembra che Gesù stesse facendo un rifiuto a sua madre. Ma poi rispose alla preoccupazione di sua madre. Il detto sulla "mia ora" è criptico. Ma diventa più chiaro nel corso del Vangelo di Giovanni che l'"ora" in questione è eminentemente il tempo della sua crocifissione e risurrezione:
{{q|Gesù rispose: "È giunta ''l’ora'' che sia glorificato il Figlio dell'Uomo."|{{passo biblico2|Giovanni|12:23}}}}
{{q|"Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da ''quest’ora''? Ma per questo sono giunto a ''quest’ora''! Padre, glorifica il tuo nome". Venne allora una voce dal cielo: "L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!".|{{passo biblico|Giovanni|12:27-28}}}}
{{q|Prima della Festa di Pesach Gesù, sapendo che era giunta la ''sua ora'' di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.|{{passo biblico|Giovanni|13:1}}}}
{{q|Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: "Padre, è giunta ''l’ora'', glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.|{{passo biblico|Giovanni|17:1}}}}
In effetti, Gesù stava dicendo in Giovanni 2 che, sebbene la sua "ora" non fosse ancora vicina durante le nozze di Cana di Galilea, alla fine ''sarebbe stata'' vicina. E una volta vicina, allora sarà opportuno chiedergli di provvedere al vino della festa, la festa del regno di Dio. Questa festa adempie le [[w:festività ebraiche|festività ebraiche]], come anche la promessa escatologica in {{passo biblico2|Isaia|25:6}}:
{{q|Preparerà il Signore degli eserciti<br/>
per tutti i popoli, su questo monte,<br/>
un banchetto di grasse vivande,<br/>
un banchetto di ''vini'' eccellenti,<br/>
di cibi succulenti, di ''vini'' raffinati.}}
Il vino è, infatti, il suo sangue dato a noi da bere ({{passo biblico2|Giovanni|6:53-56}}). La provvigione del vino fisico per le nozze anticipa e prefigura questa maggiore provvigione festiva, che Gesù compì nella sua crocifissione e risurrezione.
 
Questo legame tra il miracolo delle nozze di Cana e la crocifissione e la risurrezione è rafforzato da un'altra connessione più sottile. Prima che l'acqua diventasse vino, era acqua contenuta in "sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei" ({{passo biblico2|Giovanni|2:6}}). L'acqua ha un'associazione simbolica con i riti di purificazione ebraici, che appartengono all'Antico Testamento. Questi riti hanno a che fare con la purificazione ''simbolica'', che è un tipo della vera purificazione che Dio porterà nella salvezza escatologica. Il simbolismo nel miracolo di Cana include una rappresentazione simbolica del passaggio dal livello di tipi e ombre veterotestamentarie al livello di adempimento neotestamentario. E come si realizza l'adempimento? Tramite Yeshua il Messia. Come Gesù cambiò l'acqua in vino, così egli cambiò l'intero corso della storia da un'epoca all'altra. L'"acqua" delle ombre nell'Antico Testamento divenne il "vino" del compimento nel Nuovo Testamento.
 
Il capitolo precedente di Giovanni ({{passo biblico|Giovanni|1}}) contiene un resoconto del ministero di [[w:Giovanni Battista|Giovanni Battista]], e anche questo resoconto è rilevante. Giovanni battezzò con acqua. L'acqua significava purificazione. Ma era solo un segno. Giovanni Battista osservò che indicava qualcosa di più grande che lo avrebbe seguito:
{{q|Giovanni rispose loro: "Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo".|{{passo biblico2|Giovanni|1:26-27}}}}
Chi viene dopo Giovanni, cioè Gesù, è colui "che battezza in Spirito Santo" ({{passo biblico|Giovanni|1:33}}).
 
Giovanni Battista rappresenta il ''terminus'' di tutto l'ordine veterotamentario: si fermò sull'orlo dell'alba del regno escatologico di Dio, che venne con Gesù. Ma ciò che fece Giovanni doveva essere sostituito da ciò che Gesù avrebbe portato. Il miracolo di Cana in Galilea significa simbolicamente tale passaggio, indicando Giovanni Battista come l'ultimo dei profeti dell'Antico Testamento e puntando al futuro verso la festa del regno di Dio. Questa festa ha luogo trasfigurando miracolosamente l'antico, non per continuazione o aggiunta in linea diretta dall'antico.
 
Il miracolo dell'acqua in vino ha significato sia per l'escatologia inaugurata che per l'escatologia consumata. La provvigione di vino escatologico da parte di Gesù iniziò con la sua "ora", l'ora della sua crocifissione e risurrezione. Il vino è il suo sangue, attraverso il quale abbiamo la vita eterna anche nell'età presente. Questa provvigione di vino è una forma di escatologia inaugurata. Allo stesso tempo, attendiamo con impazienza la forma finale di vita eterna nel nuovo cielo e nella nuova terra, e la festa nuziale finale, cioè la cena delle nozze dell'Agnello ({{passo biblico2|Apocalisse|19:9}}). Questa festa finale è l'escatologia consumata.
 
== Il funzionario col figlio malato e Gesù cammina sulle acque ==