Taumaturgia messianica/Capitolo 3: differenze tra le versioni

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{{Taumaturgia messianica}}
= Miracoli illustrativi dal Vangelo di Giovanni =
Il [[w:Vangelo secondo Giovanni|Vangelo di Giovanni]] discute più esplicitamente come i miracoli di Gesù siano segni di redenzione. Quindi possiamo iniziare con diversi miracoli ivi registrati.
 
 
== Il Pane della Vita ==
Diamo prima un'occhiata a {{passo biblico2|Giovanni|6}}, che registra il miracolo della [[w:Moltiplicazione dei pani e dei pesci|moltiplicazione dei pani per i cinquemila]] ({{passo biblico2|Giovanni|6:1-14}}). Lo stesso miracolo è registrato negli altri tre Vangeli ({{passo biblico2|Matteo|14:13-21}}; {{passo biblico2|Marco|6:30-44}}; {{passo biblico2|Luca|9:10-17}}), ma solo Giovanni include più avanti nello stesso capitolo il discorso di Gesù sul pane della vita ({{passo biblico2|Giovanni|6:25-59}}). Tale discorso avvenne il giorno dopo il miracolo (v. 22).
 
Gesù inizia la sua discussione accennando al miracolo: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati" (v. 26). Poi prosegue la discussione in modo da rendere chiaro il parallelo tra il cibo fisico dei pani e il cibo spirituale che dona la vita eterna: "Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'Uomo vi darà" (v. 27). A un certo punto la folla menziona la manna dal cielo (v. 31). Gesù allora riprende il tema della manna e lo usa per indirizzarli al vero pane del cielo:
{{q|Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo.|{{passo biblico|Giovanni|vv. 32–33}}}}
Poi dichiara: "Io sono il pane della vita" (v. 35).
 
Gesù indicò così che sia la manna del tempo di Mosè che il miracolo di nutrire i 5000 hanno un significato simbolico. La manna venne in modo miracoloso, ma anche il suo carattere miracoloso non ne fece fonte di vita eterna; servì solo a sostenere la vita temporale. Allo stesso modo, il pane che si moltiplicò per sfamare i cinquemila sostenne la vita fisica (vv. 26-27), ma Gesù indicò che entrambi significano qualcosa di più profondo, vale a dire la vita eterna. Gesù stesso è colui che fornisce la vita eterna. La vita eterna appartiene a coloro che "si nutrono" di lui: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (v. 54).
 
Pertanto il miracolo dell'alimentazione dei 5000 ha un significato simbolico al di là del fatto che dimostra il potere divino. Il suo significato va oltre la conferma e la testimonianza del fatto che Gesù è un autentico messaggero di Dio, come uno dei profeti dell'Antico Testamento. Il miracolo mostra in forma simbolica ciò che Gesù sta facendo spiritualmente tramite la sua vita, morte e risurrezione: porta la vita eterna e dà un nutrimento spirituale duraturo a tutti coloro che vengono a lui con fede (cfr. figura 3.1.):
<center>
{| class="wikitable"
|+ Fig. 2: Gesù Pane della Vita (Giovanni 6)
|-
| Gesù moltiplica pani<br/>per cinquemila || ⇒ || Gesù dona la vita eterna<br/>attraverso la sua carne
|}
</center>
== La Luce del Mondo ==
Si consideri un secondo miracolo, la [[w:guarigione del cieco nato|guarigione del cieco nato]], riportato in {{passo biblico2|Giovanni|9}}. Questo miracolo mostra potenza divina. Ma è anche un segno. Sta a significare che tipo di persona è Gesù e cosa è venuto a fare sulla terra. Da notare che segue il capitolo {{passo biblico|Giovanni|8}}, dove Gesù dichiara: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" ({{passo biblico2|Giovanni|8:12}}). Poco prima di guarire il cieco, Gesù fa una dichiarazione simile: "Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo" ({{passo biblico|Giovanni|9:5}}). Alla fine del capitolo, Gesù chiarisce che la guarigione fisica è il simbolo della guarigione spirituale dalla cecità spirituale:
{{q|Gesù allora disse: "Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi". Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: "Siamo forse ciechi anche noi?". Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: ‘Noi vediamo’, il vostro peccato rimane".|{{passo biblico2|Giovanni|9:39-41}}}}
L'illuminazione fondamentale consiste nel conoscere il Padre attraverso il Figlio:
{{q|Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha ''visto'' me ha ''visto'' il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.|{{passo biblico2|Giovanni|14:8-11}}}}
{{q|Questa è la vita eterna: che ''conoscano'' te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.|{{passo biblico2|Giovanni|17:3}}}}
{{q|Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui ''lo ha rivelato''.|{{passo biblico2|Giovanni|1:18}}}}
Il miracolo fisico della guarigione del cieco andò di pari passo con un'opera spirituale nel cieco, così che l'uomo arrivò a credere nel Figlio dell'Uomo (Gesù, il Messia):
{{q|Ed egli disse: "Io ''credo'', Signore!". E l'adorò.|{{passo biblico2|Giovanni|9:38}}}}
 
Il cieco ricevette la vista spirituale, per la quale credette in Gesù e fu salvato. Pertanto, il miracolo fisico illumina l'intero scopo di Gesù di redimere le persone e dare loro una conoscenza salvifica di Dio (cfr. fig. 3):
 
 
 
 
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{{Vedi anche|Ecco l'uomo|Gesù e il problema di una vita|Indagine Post Mortem|Serie cristologica}}
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[[Categoria:Taumaturgia messianica|Capitolo 3]]