Indagine Post Mortem/Capitolo 7: differenze tra le versioni

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{{Indagine Post Mortem}}
= Capitolo 7: Il problema dei miracoli =
 
== Introduzione ==
Per molte persone, una delle maggiori difficoltà per accettare la conclusione che Gesù fosse risorto è senza dubbio la sua natura apparentemente miracolosa. D'altra parte, lo studioso neotestamentario [[:en:w:Graham Twelftree|Graham Twelftree]] osserva che c'è stato un maggiore interesse per lo studio dei "miracoli" di Gesù nella ricerca contemporanea sul Gesù storico. Ciò è contribuito da numerosi fattori, tra cui "l'incapacità di dimostrare che i miracoli abbiano avuto origine al di fuori della tradizione di Gesù"; "l'accresciuta fiducia nell'attendibilità storica delle tradizioni evangeliche" (Twelftree 2011, pp. 2518-2519); "una difesa filosofica e teologica sempre più rigorosa della possibilità dei miracoli"; e il "riconoscimento che le tradizioni miracolose non sono sorte in un mondo del tutto credulone" (''ibid.'', n. 10). In questo Capitolo affronterò il problema dei miracoli rispetto alla risurrezione di Gesù.
 
== Miracoli impossibili? ==
Un certo numero di filosofi e scienziati ha rifiutato i [[w: miracolo|miracoli]], sostenendo che essi "contraddicono l'ordine della creazione" ([[w:Hermann Samuel Reimarus|Reimarus]]) o sono impossibili ''a priori'' ([[w:Jacques Monod|Monod]]) (Morrison 2001). Seguendo la definizione di [[w:David Hume|David Hume]] (Hume 1748/2000) di un miracolo come "violazione delle leggi della natura", [[w:Stephen Hawking|Stephen Hawking]] afferma che le leggi della natura "dovrebbero valere ovunque e in ogni momento; altrimenti non sarebbero leggi. Non possono esserci eccezioni o miracoli" (Hawking e Mlodinow 2010, pp. 29, 34, 171).
 
In risposta, si dovrebbe notare la distinzione tra leggi della logica e leggi della natura/ordine della creazione. Le leggi della logica (ad es. la legge della non-contraddizione) sono necessariamente vere e inviolabili (illustrazione: non può esserci un cubo informe in nessun universo; "informe" e "cubo" si cancellerebbero a vicenda e non ci sarebbe nulla), e questa impossibilità può essere conosciuta ''a priori''. Le leggi della natura, tuttavia, possono essere "violate". In effetti, gli scienziati hanno sostenuto che alcune leggi della natura si infrangono al [[w:Big Bang|Big Bang]] e che possono esserci diverse leggi della natura in diversi universi. I miracoli si riferiscono alle leggi della natura piuttosto che alle leggi della logica. Una risposta quindi è sostenere che il Creatore delle leggi della natura può violarle. Un'altra risposta è sostenere che i miracoli non violano le leggi della natura, ma solo la loro universalità (Colwell 1983). Ancora un'altra risposta è sostenere che, invece di intendere un miracolo come "una violazione delle leggi di natura", può essere inteso come "un evento che non sarebbe stato prodotto dalle cause naturali operanti in un determinato momento e luogo" (Moreland e Craig 2003, pp. 566-568). In altre parole, un miracolo è "un atto di qualche potenza esterna al mondo naturale" (Bartholomew 2000, p. 81). Usando l'analogia della legge dell'aritmetica, Lewis scrive:
{{q|If this week I put a thousand pounds in the drawer of my desk, add two thousand next week and another thousand the week thereafter, the laws of arithmetic allow me to predict that the next time I come to my drawer, I shall find four thousand pounds. But suppose when I next open the drawer, I find only one thousand pounds, what shall I conclude? That the laws of arithmetic have been broken? Certainly not! I might more reasonably conclude that some thief has broken the laws of the State and stolen three thousand pounds out of my drawer. One thing it would be ludicrous to claim is that the laws of arithmetic make it impossible to believe in the existence of such a thief or the possibility of his intervention. On the contrary, it is the normal workings of those laws that have exposed the existence and activity of the thief.|Lewis 2001, p. 62}}
 
J.L. Mackie osserva:
{{q|The laws of nature... describe the ways in which the world—including, of course, human beings—works when left to itself, when not interfered with. A miracle occurs when the world is not left to itself, when something distinct from the natural order as a whole intrudes into it.|Mackie 1982, pp. 19–20}}
A meno che non assumiamo che non esistano cause diverse dalle cause naturali (il che commetterebbe l'errore della ''petitio principii'' contro il [[w:teismo|teismo]]), non dovremmo considerare i miracoli impossibili.
 
Lo storico [[:en:w:Brad S. Gregory|Brad Gregory]] (2006, pp. 137–138) afferma:
{{q|Any conviction that precludes in principle the possibilities that transcendent, spiritual reality exists, that divine revelation is possible, that divinely worked miracles occur or have occurred, that there is an afterlife,
and the like, cannot itself be demonstrated ''a posteriori'', in our present or in any realistically foreseeable state of knowledge. To verify such a conviction with respect to miracles, for example, would among other things require observation of all natural occurrences at all times and places, including those in the past—a patent impossibility. The undeniably fruitful ''a priori'' assumption of metaphysical naturalism in the natural sciences is not and cannot be a proof that in fact, for example, no miraculous events of the sort described in the Hebrew Bible or the New Testament have ever occurred. Since it is impossible to verify that none of them occurred, it is possible that some of them might have occurred. Therefore to assert that none of them ''could'' have occurred is to assert a metaphysical belief about reality, to pass from the ''postulate'' to the ''dogma'' of metaphysical naturalism.}}
Il punto qui è che uno storico in quanto storico non dovrebbe porsi una petizione di principio a favore o contro la possibilità che Gesù sia risorto miracolosamente. L'esempio di Behe ​​e l'esperimento mentale di Licona annotati nell'Introduzione illustrano bene come la restrizione metodologica possa impedire di scoprire cosa è successo in passato e che la storia coinvolge gli esseri umani ma dovrebbe essere aperta alla possibilità di interazione umana con persone non umane. Se uno storico escludesse ''a priori'' la possibilità che la risurrezione di Gesù fosse stata provocata miracolosamente da Dio, importerebbe nel suo giudizio anche presupposti teologici e filosofici ingiustificati. Come esempio di tale importazione ingiustificata, Troeltsch (1898/1991) afferma che gli stessi tipi di leggi causali e processi naturali operanti oggi erano operativi in ​​passato (principio di analogia), e che l'universo è un sistema chiuso di antecedenti naturali e conseguenze (principio di correlazione). Pertanto, l'intervento miracoloso di Dio nella storia è escluso sulla base del fatto che tali eventi non vengono osservati oggi e dell'assunto che l'universo sia causalmente chiuso. In risposta, i presupposti contestuali dei principi di analogia e correlazione di Troeltsch sollevano la ''[[w:petitio principii|petitio principii]]'' contro l'esistenza di un Dio che causerebbe eventi miracolosi nella storia solo in determinate circostanze insolite per rivelarsi attraverso tali eventi. Ciò che non vediamo ora non implica che non sia accaduto in passato. Come spiega Evans:
{{q|Many religious believers have thought that God would only perform miracles in quite unusual circumstances. If one believed that the incarnation of Jesus was a historical event that made possible the redemption of humanity and the whole created order, one might reasonably believe that miracles might accompany that event even if they do not occur today.|Evans 1996, p. 198}}
 
== Miracoli improbabili? ==
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[[Categoria:Indagine Post Mortem|Capitolo 7]]