Indagine Post Mortem/Capitolo 5: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
Riga 161:
 
== Conclusione ==
Contro il valore probatorio della tomba vuota, è stato affermato da Welker che "le storie della tomba vuota da sole non sono sufficienti per evocare la fede nella risurrezione" (Welker 2007, p. 467). Ehrman (2014, p. 185) parimenti afferma: "se qualcuno fosse sepolto in una tomba e in seguito il corpo non fosse lì, questo fatto da solo non farebbe sospettare a nessuno che Dio abbia risuscitato la persona dai morti". E sostiene:
{{q|Our first Gospel is Mark; it records the ‘fact’ that the tomb was empty, but strikingly, no one is said to come to believe that Jesus was raised because of it... The same view is advanced in the Gospel of John.}}
Ehrman, tuttavia, trascura {{passo biblico2|Giovanni|20:8}}: "Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.". Mentre Welker liquida Giovanni 20:8 come "criptico" (Welker 2007, p. 467), è chiaro dal contesto di Giovanni 20 (cfr. versetti 25, 27, 29) che il "credette" di cui si parla nel versetto 8 si riferisce a credere che Gesù sia risorto (Keener 2003, p. 1184, citando Hoskyns). Mentre Carrier (2009, p. 350) obietta che non si fa menzione del controllo della tomba vuota in Atti, egli ignora che Luca-Atti sono stati scritti dallo stesso autore che aveva già affermato che Pietro aveva controllato la tomba vuota in Luca 24:12. È vero che la maggior parte dei primi cristiani credeva in base alle apparizioni della risurrezione, come sostenuto nei Capitoli precedenti, ma ciò non nega il valore probatorio e l'importanza della tomba vuota.
 
 
 
{{clear}}
== Note ==
{{Vedi anche|Serie cristologica}}