Indagine Post Mortem/Capitolo 5: differenze tra le versioni

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Si potrebbe obiettare che non è plausibile che le guardie, che presumibilmente videro l'angelo disceso e che non lasciarono il posto fino a quando le donne non se ne andarono (Matteo 28:11), non le sfidarono e non si opposero quando arrivarono. In risposta, ci sono due possibilità: ('''1''') le guardie erano così spaventate quando l'angelo era disceso lì che non si opposero alle donne o ('''2''') Matteo 28:4-11 non dice che le guardie fossero ancora lì mentre l'angelo parlava alle donne, e inoltre non dice che le guardie lasciarono la tomba solo dopo che le donne se ne furono andate. Le guardie potrebbero essere fuggite (tra i versi 4 e 5) e il versetto 11 continua la loro storia.
 
Si potrebbe anche obiettare che non è plausibile che le guardie avrebbero dovuto dire ad altri che stavano dormendo mentre erano in servizio, poiché sarebbero state punite se così fosse stato. In risposta, da un lato, Kankaanniemi (2010, p. 18) osserva:
{{q|If the guards were given a task, defined by the priests to perform, and those same priests told the governor that the guards had done what was required of them, it is fully plausible that they were not punished by Pilate. It was the chief priests who decided whether the task was accomplished or not.}}
D'altra parte, Craig (1984) osserva che se le guardia non esistessero, la logica controargomentazione ebraica sarebbe quella di ribattere che non c'erano guardie piuttosto che dire che le guardie dormivano.<ref>Kankaanniemi (2010, pp. 240-242) sostiene che la storia non fu inventata da cristiani ma da ebrei non cristiani per proporre testimoni che i discepoli avessero effettivamente rubato il corpo. Kankaanniemi pensa che questo spieghi perché si diceva che le guardie fossero state appostate solo il sabato invece che il venerdì (gli inventori ebrei volevano evitare la plausibile confutazione della voce da parte di coloro che assistettero alla sepoltura di Gesù il venerdì). Risposta: non si diceva che le guardie fossero state testimoni di ciò, ma si diceva che stessero dormendo, e il distaccamento delle guardie di sabato può essere spiegata dai capi ebrei venuti a conoscenza solo sabato della predizione di Gesù.</ref> Invece, la storia di Matteo dice che la parte ebraica usa la debole scusa: "ma le guardie dormivano quando avvenne il furto", suggerendo che gli ebrei dell'epoca sapevano che erano state poste delle guardie.<ref>Se fosse stato chiesto alle guardie: "Come fate a sapere che i discepoli hanno rubato il corpo dal momento che stavate dormendo?", le guardie avrebbero potuto rispondere: "Dormivamo, il corpo fu rubato, chi altri potevano essere se non i discepoli?" ( Kankaanniemi 2010, pag. 15). Tuttavia, sarebbe stato comunque difficile nominare i precisi discepoli responsabili accusati del furto se nessuno fosse stato effettivamente visto di aver rubato il corpo; questo potrebbe spiegare perché non c'è traccia documentale di discepoli puniti per il saccheggio della tomba (''ibid.'', p. 19)</ref> Contro l'argomentazione di Craig, Carrier (2005b, p. 359) obietta che la maggior parte degli ebrei (a quel punto) non sarebbe stata in grado di sapere se c'erano guardie, quindi una smentita sarebbe stata rischiosa; piuttosto "hanno rubato il corpo" è una risposta sicura, molto più tipica per uno scettico polemico, poiché ciò metterebbe in dubbio la storia della risurrezione. Tuttavia, ho sostenuto in precedenza che la maggior parte degli ebrei a quel punto avrebbe comunque saputo se la storia fosse stata ampiamente diffusa tra loro dai tempi precedenti, come affermato da Matteo, quindi l'obiezione di Carrier non funziona.<ref>Esiste una disputa se le guardie fossero romane o ebree. Su questo si veda Kankaanniemi (2010, pp. 10-11, che propende per le guardie romane).</ref>
 
Lowder sospetta la storia di Matteo perché pensa che implichi la segnalazione di conversazioni segrete tra i sacerdoti e le guardie di cui nessuna fonte cristiana sarebbe probabilmente a conoscenza (Lowder 2005, p. 284). In risposta a ciò, Davis (2006, p. 56) chiede ironicamente come Lowder l'abbia saputo. Ci sono diversi modi possibili con cui i cristiani avrebbero potuto scoprire ciò che era stato detto. Ad esempio, una delle guardie potrebbe essersi pentita anni dopo mentre rifletteva sull'incidente di aver visto l'angelo: un tale pentimento non sarebbe stato implausibile data una tale esperienza! Avrebbe poi potuto dirlo a uno dei discepoli in contatto con Matteo, il quale si sarebbe plausibilmente astenuto dal rivelare questa fonte di informazione nel suo Vangelo per proteggerlo. (Potrebbe anche essere stata questa una possibile fonte del racconto riguardante l'apparizione dell'angelo alle guardie che "divennero come tramortiti"). Lowder (2005, p. 291) si chiede perché la polemica non sia registrata in nessun documento ebraico contemporaneo non cristiano. In risposta, è già stato notato nel Capitolo 1 che "gli scrittori ebrei erano perlopiù restii a fare polemica con il cristianesimo nei loro scritti" (Paget 2001, p. 615) e che il loro silenzio avrebbe potuto essere esemplificativo del loro imbarazzo riguardo il Cristianesimo (per esempio, pensavano di non poterli confutare in modo convincente).
 
Ci si potrebbe chiedere perché le guardie non si siano pentite immediatamente. In risposta, potrebbe essere che avessero adattato ciò che avevano visto alla loro struttura religiosa piuttosto che associarlo a qualsiasi "sistema cristologico" (Kankaanniemi 2010, p. 17, commenta: "nella loro mentalità ciò che accadde alla tomba probabilmente sarebbe stata solo una manifestazione dello stesso inspiegabile mondo di magia degli esorcismi e delle guarigioni"). Kankaanniemi nota anche che alcuni ebrei interpretarono i miracoli di Gesù come fatti da qualcuno autorizzato da Beelzebub; questo può spiegare perché i capi ebrei non si pentirono, ma spiegarono la "prova della risurrezione di Gesù" come "una continuazione dei trucchi magici dell'impostore crocifisso. Conoscendo il fascino che questo tipo di fenomeno avrebbe avuto sulle folle, il tentativo di mettere a tacere ogni possibile notizia di esso suona molto credibile" (''ibid.'').
 
Contro il resoconto di Matteo, Vermes (2008, p. 143) obietta: "Se i più stretti collaboratori di Gesù non si aspettavano che risorgesse, è difficile immaginare che gli estranei fossero a conoscenza di una predizione, pronunciata dai profeti dell'Antico Testamento o da Gesù, sulla sua risurrezione poco dopo la morte." In risposta, questa obiezione pone la ''petitio principii'' contro la narrazione in Matteo che ritrae che sia i discepoli di Gesù che gli estranei vennero a conoscenza della predizione di Gesù, i discepoli nonci credettero e non si aspettavano che lui risorgesse, mentre gli estranei presero comunque le dovute precauzioni.
 
Contro l'affidabilità di Matteo, Crossley (2013) afferma che Matteo 27:52-53 "i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti" è fittizio, sostenendo che è improbabile che figure contemporanee non cristiane come Flavio Giuseppe non avrebbero registrato un evento così spettacolare. Risposta: Flavio Giuseppe non menzionò nemmeno che c'erano persone che affermavano di aver visto Gesù risorto, un fatto che è ben stabilito dalle prove (vedi Capitolo 1). Come spiegato nel Capitolo 1, il silenzio degli autori non cristiani avrebbe potuto illustrare il loro imbarazzo nei confronti del cristianesimo (ad esempio pensavano di non poter spiegare gli eventi in modo convincente), e quindi scelsero di non scriverne. Pertanto, il silenzio in questo caso non è un valido argomento contro la storicità.<ref>Crossley (2013) si chiede anche perché solo il Vangelo di Matteo lo menzioni, e Crossley inltre argomenta sulle apparenti contraddizioni e gli "abbellimenti leggendari" nei racconti evangelici della risurrezione di Gesù; questi problemi sono già stati affrontati nel Capitolo 1 e altrove in questo libro.</ref> In alternativa, è stato suggerito che Matteo 27:52-53 possa essere interpretato non-letteralmente come gli "effetti speciali" di un immaginario simbolico apocalittico tipico degli scritti apocalittici ebraici, per trasmettere come un evento ''ordinario'' (in questo caso, la morte di Gesù) fosse stato "sconvolgente" (Licona 2010, pp. 548-553, 2016, p. 252, n. 120). Anche se i dettagli in Matteo 27:52-53 sono da prendersi alla lettera e sono imprecisi, ciò non implica che tutti i dettagli in tutti i Vangeli siano imprecisi; bisognerebbe valutare caso per caso e considerare le ragioni addotte per ogni caso, e ho già spiegato che ci sono buone ragioni per pensare che ci fossero guardie alla tomba (cfr. ''supra'').
 
== La tomba vuota ==